Il sofà delle muse

La divina Greta Garbo, si festeggia il centeneario della nascita

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verbenasapiens
view post Posted on 26/6/2005, 20:36




Centenario della nascita di Greta Garbo, la divina

La Svezia celebra la divina Greta Garbo a cent’anni dalla nascita

Per celebrare questo anniversario verrà presentata in collaborazione con il Museo Nazionale di Stoccolma, una mostra di fotografie intitolata “La Divina”, nel bellissimo castello di Gripsholm a Mariefred sul lago di Mälaren, a un’ora e mezzo da Stoccolma.

La mostra è aperta dal 4 giugno al 30 settembre.

Al museo postale, sempre a Stoccolma, si potranno anche ammirare vari ricordi della Garbo: dal 16 settembre al 26 marzo 2006 verrà esposta una collezione di lettere, testimonianze, foto, oggetti d’arte, cartoline ecc. In abbinamento verranno mostrati dei filmati e si terranno delle conferenze


Greta Lovisa Gustafsson, vero nome di Greta Garbo, nacque il 18 settembre 1905 a Stoccolma. Bambina timida e schiva, prediligeva la solitudine e, benchè integrata e piena di amici, preferiva fantasticare con la mente, tanto che alcuni giurano averla sentita affermare, già in tenera età, che fantasticare fosse "molto più importante che giocare". Lei stessa in seguitò affermò: "Un momento ero felice e l'attimo dopo molto depressa; non ricordo di essere stata davvero bambina come molti miei altri coetanei. Ma il gioco preferito era fare teatro: recitare, organizzare spettacoli nella cucina di casa, truccarsi, mettersi addosso abiti vecchi o stracci e immaginare drammi e commedie".

A quattordici anni la piccola Greta è costretta ad abbandonare la scuola per via di una grave malattia contratta dal padre. Nel 1920, poco prima della morte del genitore, Greta lo accompagna in ospedale per un ricovero. Qui, è costretta a sottostare ad una serie estenuante di domande e di controlli, vòlti ad accertare che la famiglia fosse in grado di pagare la degenza. Un episodio che fa scattare in lei la molla dell'ambizione. In una chiaccherata col commediografo S.N. Bherman, infatti, confessò: "Da quel momento decisi che dovevo guadagnare tanti soldi da non dover mai più



essere sottoposta a una umiliazione simile".

Dopo il decesso del padre, la giovane attrice si ritrova in ristrettezze economiche non indifferenti. Pur di tirare a campare fa un po' di tutto, accettando quello che capita. Lavora in un negozio di barbiere, mansione tipicamente maschile, ma resiste poco. Abbandonato il negozio, trova un impiego come commessa ai grandi magazzini "PUB" di Stoccolma dove, è proprio il caso di dirlo, il Destino era in agguato. Nell'estate del '22, infatti, il regista E. Petschler entra nel reparto di modisteria per acquistare cappelli per il suo prossimo film. E' la stessa Greta a servirlo. Grazie ai modi gentili e disponibili della Garbo, i due entrano subito in sintonia e diventando amici. Inutile dire che da subito la Garbo chiede di poter partecipare in qualunque modo ad uno dei film del regista, ricevendone un assenso inaspettato. Domanda così alla direzione dei "PUB" un anticipo di ferie che le viene però negato; decide allora di licenziarsi, pur di seguire il suo sogno. Certo, gli inizi non sono entusiasmanti. Dopo una serie di fotografie pubblicitarie, la sua prima apparizione cinematografica la vede in una modesta parte di "bellezza al bagno" nel film "Peter il vagabondo", passando praticamente inosservata. Ma la Garbo non si
arrende. Si presenta invece all'Accademia Regia di Norvegia con la speranza di passare il difficile test di ingresso che permette di studiare gratis tre anni drammaturgia e recitazione.

Il provino riesce, entra nell'Accademia e dopo il primo semestre è scelta per un provino con Mauritz Stiller il più geniale e famoso regista svedese del momento. Notevolmente eccentrico e trasgressivo, Stiller sarà il maestro e il mentore, il vero e proprio pigmalione che lancerà la Garbo, esercitando una
profonda influenza e un'altrettando profonda presa emotiva su di lei. La spiegazione risiede anche nella differenza di età, quasi vent'anni. La giovane attrice ha infatti poco più di diciotto anni, mentre Stiller ha superato la quarantina... Fra l'altro, risale a questo periodo il cambiamento di nome dell'attrice che, sotto la spinta sempre di Stiller, abbandona il difficile cognome Lovisa Gustafsson per diventare definitivamente Greta Garbo.

Con il nuovo pseudonimo si presenta a Stoccolma per la prima assoluta di "La Saga di Gosta Berlin", pièce tratta dal romanzo di Selma Lagendorf,
rappresentazione che riscuote un buon apprezzamento da parte del pubblico ma non altrettanto dalla critica. Il solito, vulcanico, Stiller però non si arrende. Decide di farne una prima rappresentazione anche a Berlino dove raccoglie finalmente un consenso unanime. A Berlino Greta è apprezzata da Pabst che si accinge a girare "La via senza gioia". Il celebre cineasta le offre una parte, che rappresenta il definitivo salto di qualità: il film diventerà uno dei classici da
antologia del cinema e proietta, di fatto, la Garbo verso Hollywood. Una volta sbarcata in America, però, si metterà in moto un meccanismo perverso, alimentato soprattutto dai primi film, che tenderà ad etichettarla come "femme fatale" e ad inquadrare la sua personalità in schemi troppo rigidi. Da parte sua, l'attrice chiedeva a gran voce ai produttori di essere svincolata da quell'immagine riduttiva, chiedendo ad esempio ruoli da eroina positiva, incontrando rigide e sarcastiche opposizioni da parte dei tyccon hollywoodiani. Essi erano convinti che l'immagine da "brava ragazza" non si addicesse alla Garbo, ma soprattutto non si addicesse al botteghino (un'eroina positiva, stando alle loro opinioni, non avrebbe attirato il pubblico).

Dal 1927 al 1937, dunque, la Garbo interpreta una ventina di film in cui rappresenta una seduttrice destinata a una fine tragica: spia russa, doppiogiochista e assassina in "La donna misteriosa", aristocratica, viziata ammaliatrice che finisce per uccidersi in "Destino", donna irresistible e moglie infedele in "Orchidea selvaggia", o "Il Bacio". Ancora, prostituta in "Anne Cristie" ed etèra di lusso in "Cortigiana" e "Camille" (in cui interpreta il celebre e fatale personaggio di Margherita Gauthier). Finisce suicida in "Anna Karenina", fucilata come pericolosa spia e traditrice in "Mata Hari". Sono ruoli di seduttrice fatale, misteriosa, altera e irraggiungibile, e contribuiscono in modo determinante a creare il mito della
"Divina".

Ad ogni modo, la creazione della sua leggenda si è creata anche grazie ad alcuni atteggiamenti tenuti dall'attrice stessa ed assecondati, se non alimentati, dal mèntore Stiller. Il set, ad esempio, era estremamente protetto, inaccessibile per chiunque (co la scusa di difendersi da voyerismi e pettegolezzi), tranne che per l'operatore e gli attori che dovevano partecipare alla scena. Stiller arrivò al punto di recintare il set con una tenda scura... Queste misure di protezione saranno poi sempre mantenute e pretese dalla Garbo. I registi, poi, in genere preferivano lavorare davanti alla macchina da presa e non dietro, ma la Garbo esigeva che stessero ben nascosti dietro la cinepresa. Nei luoghi di ripresa non erano ammessi neppure grandi nomi dell'epoca o i capi della produzione. Inoltre, appena si accorgeva che qualche estraneo la guardava smetteva di recitare e si rifugiava nel camerino. Di certo non sopportava lo "Star System", a cui non si piegò mai. Detestava la pubblicità, odiava le interviste e non sopportava la vita mondana. In altre parole, seppe proteggere con caparbietà la sua vita privata fino alla fine. Proprio la sua riservatezza, quel qualcosa di misterioso che la circondava e la sua bellezza senza tempo, fecero nascere la leggenda Garbo.

Il 6 ottobre 1927 al Winter Garden Theatre a New York il cinema, che fino a quel momento era stato muto, introduce il sonoro. Il film che si proietta quella sera è "Il cantante di jazz". I soliti profeti di sventura profetizzano che il sonoro non durerà, e tantomeno la Garbo. In efffetti, dopo l'avvento del sonoro la Garbo interpreterà ancora sette film muti, perché il direttore della Metro era un conservatore ostile all'introduzione delle nuove tecnologie, e quindi ostile anche al sonoro. La "Divina", però, si ostinò lo stesso a studiare l'inglese e a migliorare il suo accento, nonchè ad arricchire il suo vocabolario. Eccola infine comparire in "Anna Cristie" (da un dramma di O'Neill), del '29, il suo primo film sonoro ; si racconta che quando nella famosa scena, Greta/Anna entra nello squallido bar del porto, stanca e sorreggendo una sgangherata valigia, pronuncia storica frase "...Jimmy, un whisky con ginger-ale a parte. E non fare l'avaro, baby...", tutti trattennero il respiro, compresi elettricisti e macchinisti. Tale era l'alone di mistero che ammantava la "Divina".

Nel 1939 il regista Lubitsch cercando di valorizzarla maggiormente sul piano artistico, le affidò il ruolo della protagonista in "Ninotchka", un bellissimo film in cui, fra l'altro, l'attrice per la prima volta ride sullo schermo (la pellicola fu infatti lanciata con scritte a caretteri cubitali sui cartelloni in cui si prometteva "La Garbo ride"). Scoppiata la guerra, però, l'insuccesso di "Non tradirmi con me", di Cukor (1941) l'indusse nel 1941, a soli 36 anni ad abbandonare per sempre il cinema, in cui è tuttora ricordata come il prototipo leggendario della diva e come un eccezionale fenomeno di costume.

Vissuta sino a quel momento nel più assoluto riserbo e nella più totale distanza dal mondo, Greta Garbo morì a New York, il 15 aprile del 1990, all'età di 85 anni.

Da segnalare il memorabile saggio che il semiologo Roland Barthes ha dedicato al volto di Greta Garbo, contenuto nella sua silloge di scritti "Miti d'oggi", una delle prime e più acute ricognizioni di quello che si cela dietro simboli, i miti e feticci costruiti da e per i media (e non solo).


I Film di Greta Garbo

Gosta Berlin Saga.(La saga di Gosta Berlin) 1924, muto. Regia di Mauritz Stiller
Die Freudlose gasse (La via senza gioia) 1925, muto. Regia di G. Wilhelm Pabst
The Torrent (Il torrente) 1926, muto. Regia di Monta Bell
The Temptress (La tentatrice) 1920, muto. Regia di Fred Niblo
Flesh and the Devil (La carne e il diavolo) 1927, muto. Regia di Clarence Brown
Love (Anna Karenina) 1927, muto. Regia di Edmund Goulding
The Divine Woman (La Divina) 1928, muto. Regia di Victor Siostrom (perduto)
The Mysterious Lady (La donna misteriosa) 1928, muto. Regia di Fred Niblo
A Woman of Affairs (Destino) 1929, muto. Regia di Clarence Brown
Wild Orchids (Orchidea selvaggia) 1929, muto. Regia di Sidney Franklin
The Single Standard (Donna che ama) 1929, muto. Regia di Jonh S. Robertson
The Kiss (Il bacio) 1929, muto. Regia di Jacques Feyder
Anna Christie 1930, parlato. Regia di Clarence Brown; Versione in tedesco, Regia di J. Feyder Romance (Romanzo) 1930, parlato. Regia di Clarence Brown
Inspiration (La modella) 1931, parlato. Regia di Clarence Brown
Susan Lenox, her Fall and Rise (Cortigiana) 1931, parlato. Regia di Robert Z. Leonard
Mata Hari 1932, parlato. Regia di George Fitzmaurice
Grand Hotel 1932, parlato. Regia di Edmund Goulding
As You Desire Me (Come tu mi vuoi) 1932, parlato. Regia di George Fitzmaurice
Queen Cristina (La Regina Cristina) 1933, parlato. Regia di Rouben Mamoulian
The Painted Veil (il velo dipinto) 1934, parlato. Regia di Richard Boleslawski
Anna Karenina 1935, parlato. Regia di Clarence Brown
Camille (Margherita Gauthier) 1937, parlato. Regia di George Cukor
Conquest (Maria Waleska) 1937, parlato. Regia di Clarence Brown
Ninotchka 1939, parlato. Regia di Ernest Lubitsch
Two Faced Woman (Non tradirmi con me) 1941, parlato. Regia di George Cukor

Bellissima..una vera diva..

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Rachael
view post Posted on 26/6/2005, 20:47




Veramente divina
 
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salvatores
view post Posted on 7/7/2005, 21:04




Davvero stpenda e anche di grande classe..
 
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antoine doinel
view post Posted on 11/9/2005, 19:26




In questi giorni si festeggia il centenario della nascita dell'attrice

L'amore lesbico nelle lettere di Greta Garbo

In un libro pubblicato in Svezia è ripreso il carteggio della «divina» con la sua amica-amante Mimi Pollak


STOCCOLMA - Quando lasciò lo star-system di Hollywood divenne celebre per la frase «Let me be alone» (lasciatemi stare sola). Ma in realtà Greta Garbo, soprannominata «la divina» o «The Face», il volto di Holliwood, s'isolò anche perché non poteva vivere con la sua amante Mimi Pollak, compagna all'Accademia d'arte drammatica di Stoccolma nei primi anni Venti.
CARTEGGIO - Lettere private tra le due donne sono state rese pubbliche in Svezia per festeggiare il centenario della nascita dell'attrice che negli anni '30 fu il volto più noto di Hollywood. Inoltre due mostre e un nuovo libro sulla vita della Garbo sono stati pubblicati in Svezia e rivelano che prima di partire per gli Usa, la futura attrice era ossessionata da sè stessa, depressa e aveva vergogna di suo padre che aveva un mestiere modesto (lavava i bagni). La Garbo, una volta in America avrebbe realizzato 27 film tra cui autentici capolavori come Anna Karenina, Mata Hari e Ninotchka prima di trascorrere una vita da reclusa per 50 anni. Queste lettere aprono una nuova e tragica luce sulla tormentata vita dell'attrice.
LIBRO - La Garbo mantenne una corrispondenza lunga 60 anni con l'amica PollaK e queste lettere sono state pubblicate nel nuovo libro di Tin Andersen Axell che s'intitola Bloody Beloved Kid (Cara bambina sanguinante). Il titolo del libro riprende le prime parole che la Garbo scrisse in una lettera del 1924 alla Pollak nella quale poi affermava : «La tua lettera ha prodotto una tempesta di passione in me». Anche il nome d'arte dell'attrice, Garbo, secondo quanto dice il libro, sarebbe stato inventato dalla Pollak, mentre l'attrice chiamava confidenzialmente l'amica Mimosa.
OSSESSIONE - L'attrice visse con ossessione l'amicizia con la Pollak che si sarebbe sposata nel 1928.

La divina in una scena di «Grand Hotel» di George Cukor (Grazia Neri)
La Garbo quando seppe del matrimonio scrisse: «Sogno un giorno di vederti e di scoprire che tu pensi ancora alla tua vecchia amante. Ti amo, piccola mimosa». Due anni dopo, quando la Pollak annunciò alla Garbo di essere incinta, la Garbo le scrisse: «Non possiamo fare nulla contro la nostra natura, come Dio l'ha creata. Ma ho sempre pensato che tu e io siamo una sola cosa ». Più tardi in un telegramma per gli auguri della nascita del figlio della Pollak, la Garbo scrive ironicamente «Incredibilmente orgogliosa di essere un padre».
MATRIMONIO - Due uomini almeno, Lars Saxon, editore svedese e John Gilber, star del cinema americano, avevano chiesto la mano della Garbo. Ma in una lettera scriveva a Saxon: «Rimarrò probabilmente sola per tutta la vita. 'Moglie' è una brutta parola».

LETTERE - Lo scambio di lettere tra la Garbo e la Pollak rende esplicito l'amore della prima per l'amica, anche se il carteggio lamenta l'assenza delle risposte della Pollak. Secondo alcuni studiosi della vita della Garbo, l'attrice avrebbe avuto relazioni lesbiche già dalla prima adolescenza . Il «Postal Museum» ha scovato una lettera che la quattordicenne Greta scrisse ad un'amica, Eva Blomgren e secondo la signora Anstrom, l'organizzatrice di una delle mostra a Stoccolma, la lettera «sembra essere stata scritta dopo un litigio tra amanti»
11 settembre 2005

http://www.corriere.it/Primo_Piano/Spettac.../11/garbo.shtml

Riporto questo articolo perchè veramente interessante smile.gif
 
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Maximus05
view post Posted on 18/9/2005, 08:45




Mah..non importa il privato di una attrice, quello che conta è se è stata una grande attrice o no..e la Garbo lo è stata..ricca di fascino e classe oltretutto
 
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4 replies since 26/6/2005, 20:36   158 views
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