Il sofà delle muse

Addio Valeria....

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Rachael
view post Posted on 16/6/2005, 10:14




E’ morta Valeria Moriconi, attrice indomabile Scoperta da Eduardo e lanciata al cinema da Lattuada, fu consacrata dal sodalizio con Franco Enriquez
Marchigiana, Valeria Abbruzzetti, nata a Jesi il 13 novembre del ’31 e poi (diciassettenne) sposata Moriconi, non ha mai smesso di essere. Dolce, innamorata e, nello stesso tempo, forte con la vita, dalla quale ha avuto molto, dando moltissimo. E a Jesi era tornata per cercare di vincere quel terribile male alle ossa che ieri l’ha stroncata, nella sua casa di via Mura Orientali. Accanto a lei il compagno Vittorio Spiga. Oggi la camera ardente al Teatro Pergolesi, che lei aveva diretto. Domani nella chiesa di San Giovanni Battista, i funerali.
Di quella grande forza femminile, solenne o umile, sempre grandiosa, Valeria Moriconi aveva dato prova indimenticabile nella Medea di Euripide al Teatro greco di Siracusa nel ’96, applaudita da settemila spettatori, «comeuna cantante rock», aveva commentato con il sorriso ironico e aperto, da Eva che morde la mela, che conquistava tutti.
Anche il temibile Eduardo. E lui, nel ’57, la fa recitare accanto a sé nel De Pretore Vincenzo, dopo un rapido provino in napoletano, concluso con un «la piccirilla va ’bbene». Prima dell’incontro con De Filippo, la Moriconi ha già una discreta carriera d’attrice alle spalle: dalla compagnia studentesca passa al cinema, una volta trasferitasi a Roma con il marito, poi lasciato, Aldo Moriconi. A scoprirla sul grande schermo è Alberto Lattuada che la vuole ne Gli italiani si voltano (episodio di Amore in città) e ne La spiaggia. Recita anche in film stranieri e grazie a La meilleur part di Allegret, ha una breve, (lo rivelò lei stessa in un’intervista) intensa storia d’amore con Gérard Philipe, «una persona baciata da Dio».
Ma è il teatro che la fa sua. E tanti, diversi, sono gli autori con cui si cimenterà nella sua ricca e complessa carriera, dai classici greci a Thomas Bernhard, da Goldoni, per cui è una frizzante e seducente Mirandolina nella Locandiera, a Tennessee Williams, che segna una delle sue grandi sfide vinte: nel ’96 con la regia di Gabriele Vacis è La rosa tatuata, e alla passione di Anna Magnani, prima interprete del personaggio al cinema, Valeria aggiunge l’intelligenza.
Poche le attrici di cui segue il magistero, tra queste Lilla Brignone e Andreina Pagnani al teatro della Cometa di Roma, ma tante le donne della sua galleria, scolpite a tocchi vellutati e instancabili: vorticosa nel Girotondo di Schnitzler, dà addirittura scandalo nella Mina de L’Arialda di Testori diretta da Visconti («un dio dispotico, molto duro durante le prove e insieme dolcissimo», dirà di lui), per impersonare la quale studia vita e abitudini delle prostitute. E la commedia viene ritirata dalle scene milanesi.
Dopo i due grandi maestri che l’hanno formata, fondamentale nella sua carriera è il sodalizio artistico e di vita con il regista Franco Enriquez, conosciuto al festival internazionale del teatro di Bologna nel ’60. Nasce la Compagnia dei Quattro (con Mauri e Scaccia, cui poi si sostituirà Luzzati) e gli spettacoli sono i più svariati: c’è, irresistibile, La bisbetica domata di Shakespeare; il beffardo Edoardo II di Brecht-Marlowe, ma anche le lievi Storie del bosco viennese di von Horvath.
Di questa incredibile duttilità, ma sempre sulla linea di una femminilità incrollabile, da dea mediterranea, approfitta la televisione per chiamarla negli sceneggiati che hanno fatto epoca, nella mondana Presidentessa o nel popolare Mulino del Po parte seconda. Ed è ancora in quegli anni ’70 che affronta il Pirandello,misterioso e inquietante, di Così è se vi pare, cui seguirà a teatro il Trovarsi diretto da Patroni Griffi fino al recente Questa sera si recita a soggetto con l’amato Castri. Ma gli appuntamenti con le grandi figure femminili sono un caleidoscopio e gli anni ’80 avviano gli incontri con le madri, quella edipica di Emma B, vedova Giocasta di Savinio (ripresa fino a pochi anni fa); quella ferrea di Filumena Marturano, o l’ambigua Nemica, bilanciate dalle fatali Cleopatra e La Venexiana.
Ma Valeria Moriconi, Premio Simoni e Grand’Ufficiale della Repubblica che per il teatro è stata non solo interprete e regista ma anche direttrice di uno Stabile tra i più giovani, ad Ancona, si poteva permettere tutto, padrona e serva della scena, in quella che lei stessa definì «una lotta d’amore».
Claudia Provvedini

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Grandissima attrice....

 
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Ishtar
view post Posted on 17/6/2005, 08:42




Addio a Valeria Moriconi
regina dei palcoscenici italiani


Valeria Moriconi
JESI (ANCONA) - Si è spenta oggi nella sua casa marchigiana di Jesi, in seguito a una grave malattia, Valeria Moriconi, una delle più importanti attrici del teatro e del cinema italiani.

Valeria Abbruzzetti, questo il suo vero cognome, era nata nel 1931 a Jesi, dove di recente aveva deciso di tornare. Aveva debuttato sul grande schermo con Alberto Lattuada e nel 1957 Eduardo De Filippo le aveva affidato la parte della protagonista in 'De Pretore Vincenzo'.

Nella sua lunga carriera la Moriconi ha girato 25 pellicole (con Visconti, Mattoli, Besson, Bolognini, il suo regista preferito) e interpretato decine di ruoli teatrali, dai classici greci a Shakespeare, da Goldoni al teatro contemporaneo. Decisivo il suo lungo sodalizio con il regista, e suo compagno di vita per molti anni, Franco Enriquez, scomparso nel 1980.

Lo scorso inverno l'attrice avrebbe dovuto portare in tournée 'Gli spettri' di Ibsen, ma per motivi di salute aveva dovuto rinunciare. Era Grande ufficiale della Repubblica e aveva vinto la Grolla d'Oro per il film di Valerio Zurlini 'Le soldatesse'.

Malgrado i riconoscimenti ottenuti con il cinema, il debutto sul palcoscenico con De Filippo le fece capire che il suo posto era in teatro. Fu però agli inizi degli anni '60 l'incontro con Franco Enriquez a promuoverla prima attrice della Compagnia dei Quattro, a fianco di Scaccia, Mauri e Luzzati. Una formazione che ebbe successo, tanto da lasciare un bel ricordo, in cui ebbe modo di distinguersi, tra l'altro, come interprete de "Il rinoceronte" di Ionesco, Edoardo II di Brecht-Marlowe, "Le dame di chez Maxim" di Feydeau.

Da allora, le nostre scene hanno avuto nella Moriconi un'attrice che non ha più tradito la sua passione per il teatro, e che soprattutto non ha mai mollato, disponibile per esperienze ardue. Una prova dietro l'altra, senza interruzione di stagione in stagione in prima linea, e senza soggiacere ai vezzi del divismo, nobile e fervida in ogni occasione. Trionfo nella prima edizione de "L'anima buona di Sezuan" di Brecht diretta da Benno Besson, successivamente va negli Stati Uniti per recitare in inglese "La Venexiana" di Anonimo, diretta da Maurizio Scaparro, i maggiori registi di casa nostra se la contendono: Aldo Trionfo per "Tutto è bene quel che finisce bene" di Shakespeare, Massimo Castri per "La vita che ti diedi" di Pirandello, Giancarlo Cobelli per "Le Trachinie" di Sofocle, Egisto Marcucci per "Emma B. vedova Giocasta" di Savinio.

In scena tutte le volte con verità e con tutta se stessa, con la testa, ma anche come si diceva una volta, con la pancia. Consacrata da uno dei maggiori premi teatrali, il Simoni, la critica non ebbe esitazioni nel definirla interprete che "sa restituire al testo e ai testi la sincerità degli amori e dei dolori esempio di grande duttilità nello spaziare dal repertorio classico a quello contemporaneo, con spessori ora ironici e brillanti, ora impulsivi e fortemente drammatici".

Lunga la sfilza dei riconoscimenti ottenuti: i premi Ubu, le Maschere d'Oro, il Duse, la nomina da parte del presidente Scalfaro a Grande Ufficiale della Repubblica. Per qualche tempo, è stata anche direttrice dello Stabile delle Marche. Enorme il suo desiderio di fare cose nuove, guardare al teatro come un continente da scoprire nella sua molteplicità (ha recitato tra l'altro anche nella commedia musicale), dimostrando così di non avere paura, di saper passare dai classici greci (nel teatro antico di Siracusa alcune delle sue prestazioni migliori) ad Ibsen (memorabile in Hedda Gabler), per approdare fino ad un autore moderno e sofisticato come l'Edward Albee di "Un equilibrio delicato", lavoro in cui esprimeva alla perfezione il senso della deriva e del disincanto del nostro tempo.

Tutto questo l'ha portata a non tirarsi mai indietro, anche quando si è trattato di riproporre, due anni fa, "La Nemica" di Dario Nicodemi, recitata con straordinaria bravura nel raffigurare il dramma di una madre. Nella lunga serie dei suoi incontri artistici non e mancata la televisione. Facendosi conoscere a un pubblico vasto nell'edizioni per il piccolo schermo di "Pigmalione", "Resurrezione", "Bisbetica Domata", "Santa Giovanna", "La presidentessa", "Il mulino del Po". Un magma imponente di figure femminili affrontato ogni volta con sensibilità e mezzi moderni.

repubblica.it

Grende attrice e grande donna..Da giovane un tipo alla francese, che certamente non passava inosservata, con l'età si è man man trasformata in una grande attrice tragica..
L'ho vista qualche giorno fa nel film Miseria e Nobiltà in cui con Carlo Croccolo, bellezza mia.., faceva dei duetti molti divertenti..lei era la contessina Del Pero.. deliziosa..ma umile e e con tempi giusti
Ha vissuta una vera vita, con gioie e dolori ma mai mettendo tutto in piazza..
Grande Valeria..un altro piccolo pezzo di un mondo che non esiste piu' se ne 'è andato
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1 replies since 16/6/2005, 10:14   244 views
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