Constantinos Kavafis è uno dei più grandi poeti moderni. Era nato nel 1863 ad Alessandria d'Egitto
" in una casa della via Cherif "- come scrisse in un appunto autobiografico- . La sua famiglia era greca e quando Constantinos era un bambino si trasferì in Inghilterra. Nel '69 morì il padre e dopo alcuni anni di viaggi tra la Francia, Constantinopoli ( l'odierna Istanbul ) e la Grecia Constantinos e l'amatissima madre fecero ritorno nella vivace città egiziana. Fu così che l'adolescente si trovò a vivere in una città di mare, meta di viaggiatori ed emigranti in cerca di fortuna, un felice punto di incontro tra persone di diverse culture. In Europa, in campo poetico, dominavano i decadenti francesi, in Egitto vi era la grandissima e mirabile tradizione della poesia araba e per ragioni familiari Constantinos era vicino anche alla poesia ellenica di Omero, Saffo, Alceo, Anacreonte.
Impiegato per tutta la vita in un ufficio del ministero dei lavori pubblici d'Egitto coltivò quasi segretamente il suo amore per la poesia. In vita editò solo due raccolte, esili numericamente, nel 1904 e nel 1910. Spesso donava le sue poesie agli amici, a volte le raccoglieva in gruppi che rilegava lui stesso o le incollava su quaderni. Morì nel 1933 il giorno del suo compleanno: il 29 aprile. Un caso o un destino che è capitato ad altri, tra cui Raffaello Sanzio e Ingrid Bergman, e in cui il suo traduttore, Nelo Risi, vide quasi un simbolo. Nel '35 una casa editrice di Alessandria pubblicò la sua opera omnia: 150 liriche. In Italia dal '19 erano state pubblicate poche poesie su riviste specialistiche, aveva parlato di lui il pessimo Marinetti e tempo dopo Ungaretti, Montale, Caproni. Alcuni hanno paragonato le liriche del poeta greco a quelle dell' Antologia Palatina, una preziosa raccolta di 3700 epigrammi di poeti dal IV secolo a.C. al VI secolo d. C ( tra i molti vi è anche Platone ). I temi principali della poesia di Constantinos sono il ricordo, la nostalgia, la vita che sfugge, l'amore omosessuale, l'ironia, il disincanto, la morte, la compassione. Al centro delle sue poesie vi sono sempre uomini e donne con i loro sentimenti, i loro dilemmi, la loro umana pietà. La bellezza delle sue liriche è stupefacente, con poche, scarne parole Constantinos sa evocare tutto un mondo tumultuoso
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