| LA IERVOLINO AVEVA CHIESTO PIÙ TUTELA PER I CITTADINI «Violenza, giusto l’appello del sindaco» Dieci consiglieri comunali: lettera a Pisanu, servono risposte
Con una lettera aperta dieci consiglieri comunali si uniscono all’appello che il sindaco Rosa Russo Jervolino ha rivolto nei giorni scorsi al ministro degli Interni, per tutelare i cittadini napoletani nella emergenza criminalità. Con un «richiamo alla responsabilità per tutte le istituzioni», quelli a cui spetta il risanamento dei quartieri dell’area nord in particolare, i consiglieri insistono sulla necessità che il territorio sia tutelato e controllato in modo capillare, ma non militarizzato. Il documento è stato firmato dai consiglieri diessini Centanni, Maffei, Mola, Moxedano, Sarnataro; per la Margherita Bocchetti, Lupo, Palladino, Russo; per l’Udeur Funaro. «L’ennesimo episodio di grave violenza che ha coinvolto l’imprenditore toscano rimasto gravemente ferito a Casavatore, al quale va tutta la nostra solidarietà e l’augurio di pronta guarigione - si legge nella lettera - è la dimostrazione che il problema della sicurezza del territorio dell’area nord di Napoli, prescinde dagli episodi di violenza dei mesi scorsi ed impone delle immediate ed indifferibili risposte da parte delle autorità dello stato». Risposte che, dicono i consiglieri, «non possono essere certamente tradotte nella militarizzazione del territorio della città e del suo hinterland, tanto meno dell’area nord di Napoli; ma che devono in ogni caso tradursi in una maggiore e più incisiva presenza dello stato attraverso le forze di polizia e carabinieri per coordinare azioni di vera e propria intelligence per prevenire momenti delittuosi e sconfiggere il mostro della criminalità». «Napoli, come ha ben evidenziato l’amico dello stesso imprenditore aggredito, è piena di brava gente - concludono i consiglieri - la criminalità, organizzata e non, è solo una piccolissima parte dei cittadini partenopei, che va contrastata, repressa ed isolata, senza ricorrere a leggi o provvedimenti eccezionali, che non appartengono alla cultura dello stato di diritto». Nella lettera inviata mercoledì scorso, il sindaco Iervolino aveva chiesto al ministro Pisanu - all’indomani di alcune gravi intimidazioni ai danni di commercianti di Pianura - una «scorta per i testimoni antiracket» e una squadra speciale da inviare in città per contrastare il crimine. Le richieste erano state girate al prefetto Profili nel corso di un Comitato per l’ordine e la sicurezza.
IL COMMENTO L’efficienza del crimine
Il tentativo di rapina di cui è stato vittima l’imprenditore toscano, Carlo Desideri, lungo la circonvallazione esterna, all’altezza di Casavatore, conferma la gravità dell’emergenza criminalità nell’area metropolitana di Napoli. D’altronde i recenti ed allarmanti fatti di Pianura e la delicata missiva indirizzata dal sindaco al ministro dell’Interno sono, al riguardo, più che emblematici. Si è in presenza di una escalation senza precedenti negli ultimi venti-trent’anni che genera timori ed insicurezza. Tali diffusi sentimenti sono alla base di richieste di interventi straordinari, a livello legislativo, e dell’impiego dell’esercito. È un modo, certo, legittimo di affrontare il problema, determinato dall’assenza di un’organica politica in materia, che non sembra però voglia guardare in faccia alla realtà ovvero alle «colpe» di una società permissiva ed orientata verso valori futili, nonché alle insufficienze delle risposte istituzionali. Provato sul piano emotivo, il socio in affari di Desideri, Pietro Vanni, invoca addirittura l’imposizione di una taglia sui rapinatori dell’amico. Nulla di più errato. A parte le implicazioni di ordine tecnico circa l’impraticabilità di siffatta proposta, va detto che essa, ove attuata, ci farebbe arretrare non poco, sul piano della civiltà giuridica e contribuirebbe ad imbarbarire una situazione già tanto degradata. Alle emergenze occorre, invece, fornire risposte lucide, frutto di strategie differenziate di lungo, medio e breve periodo precedute da una rigorosa analisi degli eventi, di ciò che è stato fatto e di quanto si sarebbe potuto fare. Non è superfluo evidenziare che l’episodio in esame è una tragedia già vista perché non è la prima volta che lungo la circonvallazione esterna inermi automobilisti sono stati vittime di rapine e aggressioni, per giunta rimaste impunite. C’è da chiedersi, allora, come mai in un’area così a rischio non esistesse un servizio di vigilanza mobile, capace di spostarsi da un capo all’altro dell’arteria con facilità in relazione a specifiche necessità di intervento. Ancora una volta la società criminale ha dimostrato di essere più attrezzata di quella legale: è stato riferito di due moto con quattro uomini a bordo, subito dileguatesi, dopo il ferimento del Desideri, nonostante il traffico veicolare inteso... Ed a fronte di tale spregiudicata efficienza operativa è solo illusorio pretendere che taluno dei presenti intervenisse in aiuto del povero imprenditore toscano. Eppure proposte ragionevoli ed argomentate in diritto sono state avanzate; altre potrebbero seguire se si cogliesse disponibilità a voltare pagina. Certo si invoca certezza della pena. È sacrosanto. Ma intanto gli autori di fatti così gravi dovrebbero essere prima individuati.
Rapine e scippi, è un assedio Turisti aggrediti, terrore al Vomero. Le forze dell’ordine: arresti raddoppiati
Ancora scippi (otto i casi nelle zone del centro, molti dei quali ai danni di turisti), ancora rapine a mano armata (l’ultima in un supermercato del Vomero, con clienti e dipendenti terrorizzati). Si fa sempre più stretta la morsa della microcriminalità. Ma aumenta anche la pressione delle forze dell’ordine. Secondo i dati di polizia e carabinieri, oltre 5500 persone sono state fermate a Napoli e provincia nei primi cinque mesi dell’anno. Le cifre sono state discusse anche nel corso del vertice dell’ordine pubblico, venerdì in prefettura Assalto a un supermercato al Vomero. Paura nel centro «Gs» di via Morghen, dove ieri poco dopo le 14 hanno fatto irruzione sei banditi, uno dei quali armato, riuscendo a impadronirsi di circa 2800 euro. Il «Gs» di via Morghen anche di sabato è aperto a orario continuo. Al momento del raid dunque c’erano vari clienti anche se, trattandosi di un fine settimana estivo, non si registrava l’affollamento abituale. Improvvisa l’irruzione della banda. Minacciando i dipendenti, la gang è riuscita a farsi consegnare il denaro. Poi è fuggita a bordo di tre ciclomotori con le targhe coperte da nastro adesivo. La polizia ha iniziato immediatamente le ricerche - con l’ausilio di un elicottero - ma i rapinatori s’erano già dileguati o, più probabilmente, avevano previsto un nascondiglio non lontano per le moto. Un colpo in pieno giorno, quello al supermercato di via Morghen. Evidentemente i banditi devono aver scelto un orario di cambio turno delle forze dell’ordine. La conferma arriva indirettamente dalle parole di Enzo Perrotta, presidente del Centro commerciale Vomero, sempre più preoccupato per questo «scivolamento senza freni» sul fronte della sicurezza: «Hanno agito in pieno giorno, restando impuniti nonostante fosse presente un notevole spiegamento di forze nel quartiere. In mattinata avevo visto arrivare parecchi uomini della polizia, Nibbio compresi. E un camper Ps poi sostava come da alcuni giorni nell’isola pedonale, circondato da ambulanti extracomunitari». In questo caso il controllo spetterebbe ai vigili. «Nonostante la presenza in un centinaio di metri in linea d’aria di una caserma dei carabinieri, di un commissariato e della sede dei vigili urbani», continua Perrotta, «non c’è tregua al Vomero. Non solo teppaglia, ma anche bande criminali (e non solo da sfondamento) si stanno organizzando. Ho appena incontrato i due nuovi poliziotti di quartiere», conclude, «ma purtroppo s’allungano i tempi per la videosorveglianza: tecnologie che, unite alla presenza delle forze dell’ordine, costituirebbero un argine». .E sul fronte criminalità non c’è tregua per la gente del quartiere: soltanto venerdì sera s’era registrata l’ennesima aggressione ai danni di un anziano, Vincenzo, 67 anni, rapinato del Rolex mentre rientrava a casa in via Luca Giordano da due giovani, uno dei quali non ha esitato a colpirlo con un pugno al volto per fargli mollare l’orologio. Episodio che presenta non poche analogie con quello che il 3 maggio provocò la morte dell’ingegnere Albanese. Il gravissimo episodio è avvenuto venerdì alle 21 in via Luca Giordano. Il signor Vincenzo, aggredito all’interno dello spazio condominiale, è poi stato medicato al Cardarelli per contusioni alle labbra. Era in stato di choc.
E' un bollettino di guerra..e c'è chi si permette di parlare da Il mattino.it Continua..
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