Rabindranath Tagore ( Calcutta – 6 maggio 1861 – 1941)
Nel 1875 pubblica le sue prime poesie in una celebre rivista letteraria di Calcutta.
A vent’anni pubblica la raccolta di poesie Prabbat Sangit (Canti del mattino), seguito presto da Sandhya Sangit (Canti della sera). Naivedya, raccolta di cento sonetti. Nel 1877, mandato a Londra dal padre, frequenta l’University College. Vi resta 14 mesi, ma ritornerà in patria senza laurea. Nel 1883 sposa Mrinalini Devi. Nel 1890 un nuovo viaggio in Europa, passando per Italia, Francia e Inghilterra. Nel 1891 è nominato vice-presidente dell’ Accademia di Lettere del Bengala. Inizia ad interessarsi all’istruzione dei giovani e alla vita politica del suo paese. Nel 1901 fonda a Shanti Niketan una scuola che successivamente diventerà l’Università Internazionale Visva-bharati. Lo colpisce una serie di lutti, che lasciano una profonda traccia nella sua vita. Tra il 1909 e il 1912 scrive Gitanjali, una raccolta di poemi religiosi. Parte poi per un giro di conferenze negli Stati Uniti e da qui ancora in Inghilterra, dove incontra Ezra Pound e William Butler Yeates, i due poeti che lo fecero conoscere alla cultura occidentale. Nobel per la letteratura nel 1913.
Leggendo le sue opere possiamo percepire una religiosità di origine panteista.
Panteismo: In filosofia, il termine "panteismo", che deriva dai termini greci pan = "tutto" e theos = "dio", è riferito a tutte quelle dottrine che affermano che "tutto è Dio", o meglio che "il Tutto è Divino", identificando Divinità e Natura.
Per questo i Pagani moderni si definiscono "panteisti", vedendo il Divino in tutte le cose. Gli Dei non sono relegati in un astratto mondo ultraterreno, ma sono presenti nella Natura, il cui volto visibile non è che l’aspetto esterno degli Dei stessi. Per il pagano contemporaneo la Natura non è che teofania, manifestazione divina.
I pagani antichi non si definivano e non potevano definirsi panteisti, perché il termine è nato dopo, nell’Occidente cristiano, quando sono comparse le contrapposizioni fra pensiero cristiano e pensiero pagano. Chiedersi se i pagani antichi fossero o meno panteisti non ha alcun senso, così come non ha alcun senso chiedersi se l’antica democrazia greca fosse comunista o liberale. Non si può attribuire agli antichi dei concetti e dei linguaggi che non appartengono loro.
I pagani moderni si autodefiniscono panteisti perché devono contrapporsi al pensiero cristiano, che rifiuta l’idea dell’identificazione fra Divinità e Universo. Nel momento in cui dovessero sparire le condanne al panteismo da parte della teologia cristiana, anche i pagani moderni non avrebbero più la necessità di autodefinirsi panteisti.
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http://www.riflessioni.it/enciclopedia/tagore.htm