Il sofà delle muse

Mario Monicelli, un ragazzo irresistibile

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Rachael
view post Posted on 30/5/2005, 18:28






90 anni vissuti cattivissimamente
di Laura Delli Colli
18/5/2005

Il regista di I soliti ignoti, L'armata Brancaleone, Amici miei, non è ancora appagato e prepara un nuovo film. E su di lui un libro, titolo: La commedia umana. Proprio quella che ancora Monicelli incarna come un ragazzo davvero irresistibile.


Novant'anni con allegria ma soprattutto con una straordinaria dose di autoironia. Contagiosa per i 700 invitati alla festa di compleanno per Mario Monicelli, ma soprattutto per il sindaco di Roma, Walter Veltroni e l'assessore alla Cultura capitolino, Gianni Borgna, che l'hanno organizzata con consegna rituale della Lupa di bronzo, quella che Veltroni dona ai capi di Stato e ai grandi del mondo in visita a Roma.

Come sintetizzare meglio l'incontro paradossale tra il più buonista dei politici, Veltroni, e il più caustico assertore della cattiveria come valore di libertà e autonomia, appunto il novantenne terribile Mario Monicelli? A smentirsi per una volta il regista di I soliti ignoti, L'armata Brancaleone, Amici miei ha provato da sé. E a dire il vero ha tenuto a bada la ritualità della celebrazione che filtrava dalla processione dei testimoni e dei grandi amici di una vita lo ha comunque celebrato sul palcoscenico dell'Auditorium.

VIVISEZIONATO
Monicelli, "vivisezionato" alla vigilia di un nuvo film (Le rose del deserto, che girerà in Marocco) da critici e saggisti, da attori (quelli che hanno lavorato nei suoi film) e autori del cinema italiano, da sceneggiatori amici e musicisti (perfino l'Oscar Nicola Piovani) un po' strapazzati dalla sua mania di considerare la colonna sonora spesso un "rumore accessorio" alle scene girate, ha resistito ancora una volta. E dopo l'omaggio di Francesco Rosi e Fulvio Scarpelli, Michele Placido e Stefania Sandrelli, Paolo Villaggio, Monica Scattini (protagonista di Parenti serpenti) e ancora di Maurizio Nichetti e Enrico Vanzina, ha volutoche siglare a modo suo la festa: "Grazie a tutti. Dopo una serata così non mi resta che sperare nelle esequie".

A ripercorrere i suoi novant'anni, da cronista attento, il libro che gli ha dedicato Sebastiano Mondadori, La commedia umana.
Proprio quella che ancora Monicelli incarna e insegue attraversando tante generazioni cinematografiche come un ragazzo davvero irresistibile.

panorama

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verbenasapiens
view post Posted on 30/5/2005, 19:41





Sbaglio o in TV stanno per dare La Grande Guerra?Devo trovare un articolo del corsera su Monicelli..
per ora inserisco questa intervista


Monicelli: single e felice.

A 90 anni mi sento libero Festeggiamenti con ironia: «A me basta un vassoio di cannoli. Il segreto della mia carriera? Per far ridere devi essere cattivo»

Meno tre, meno due, meno uno: novanta candeline. Mario Monicelli sarà dal 15 maggio il decano, il patriarca della commedia italiana. Domani lo festeggiano a Roma con un David di Donatello speciale; sabato a Viareggio, sua città natale, Europa Cinema gli prepara «scherzi»... da amici suoi, poi di nuovo il 10 maggio grande festa romana all'Auditorium col bel libro intervista scritto dal suo pro-pro nipote Sebastiano Mondadori.

Ma l'interessato cosa ne pensa dei suoi 90 anni?
«Che vuole che faccia? Qualche telefonata e un pacchetto di cannoli più grande ».

Si sente l'età?
«No, poco. Certo non ho 40 anni e per fortuna alla mia età non si sente più l'ossessione del sesso».

Altre ossessioni?
«Nessuna. Mi sento libero. Posso dire quello che voglio, non possono farmi nulla. E posso dimenticarmi gli anniversari, non sono mai stati il mio forte; il mio ideale è sempre stato sganciarmi. Coltivo la filosofia del non rispondere alle lettere, ora è quasi un diritto».

Lei è tornato a vivere solo, pur con 3 figlie e 2 nipoti. «Sto magnificamente da single. Vivere solo mi è sempre piaciuto, almeno a intervalli. Ho imparato a farmi due uova sode e le patate lesse con l'insalata. Ma adoro andare amangiare in trattoria col giornale appoggiato alla bottiglia, mi isolo in pubblico: sarà un po' squallida, ma anche questa è felicità».

E non la riconoscono? «A volte sì, allora chiedo uno sconto- notorietà». Memorie particolari?
«Ricordo volentieri quando, giovane studente a Milano, fondai una rivista d'avanguardia con Sereni, Cantoni, Lattuada, Freda e Paci; si lavorava nella cantina di Mondadori. Si intitolava "Camminare", verbo all'infinito e slogan mussoliniano, ma noi facevamo ovviamente la fronda contro il fascismo che da populista era finito piccolo borghese. Ricordi belli, chiacchierate infinite notturne nella nebbia della vera metropoli, aspettando la neve e il bando per spalarla».

E poi a Roma...
«Era più provinciale, meno europea, anche se conteneva il governo e il Vaticano. Prendevo la corriera all'alba per Cinecittà ».

Sempre voluto far cinema?
«Sempre. Avevo 5 anni vedevo i film muti, Tom Mix, le comiche, ridevo e sentivo di voler entrare in quel mondo che era popolare ma pochi ne tentavano la scalata, non c'era gran concorrenza».

E a casa?
«Mio padre era un grande giornalista, aveva qualche dubbio ma mi lasciava fare, si chiedeva se il cinema era arte».

Lei ha sempre detto di no.
«Difatti. E' un'arte compromessa con l'industria, è artigianato. Oggi che sono scomparsi i produttori infatti il nostro cinema è praticamente morto».

Negli anni 50 girò un film con Scotti «cavaliere». «Sì, ma era solo un prototipo, la parodia del milanesismo e del bauscia. Il rischio inizia quando un tipo così vuole l'Italia da governare».

Ha girato oltre 50 film,molti successi: ne scelga uno. «L'Armata Brancaleone, perché ribaltò l'idea scolastica del Medioevo cavalleresco e io ne andavo orgoglioso. Nelle scuole gli studenti erano con me, i professori contro. Io vedevo il Medioevo come un periodo selvaggio, ignorante, in cui rompemmo le scatole con le Crociate all' Islam».

E ora il film dal romanzo di Tobino sulla guerra d'Africa. «Speriamo si faccia, gli attori ci sono, il budget è in dubbio. Anche qui c’è la storia di un gruppo di giovani che si imbarcano in qualcosa di più grande di loro ».

Le cito dei nomi a lei cari: Sordi...
«Era religioso, provvisto di vera spiritualità, gentile e in letizia nel senso profondo e cattolico del termine».

Totò...
«Un proletario affettuoso e sensibile, veniva dalla vera miseria dei quartieri spagnoli di Napoli».

Gassman...
«Era colto e un po' fissato col mito di Kean. Beveva molto, era un tipo forte e atletico, ma molto fragile dentro. Accettò di farsi cambiare i connotati e con I soliti ignoti divenne comico. Era genovese, come Germi».

E Germi?
«Ci volevamo bene ma perché due volte ci eravamo proprio menati. Alla fine mi affidò il suo Amici miei».

Mastroianni?
«Grande e solidissimo».

Monica Vitti?
«Era divertente nella vita, per questo le offrii La ragazza con la pistola, lei aveva iniziato da brillante a teatro. La frequentavo con Antonioni e a cena faceva le imitazioni».

E Antonioni?
«Un amico grande, io lo ammiro molto, l'ho sempre difeso: ciascuno invidia quello che non è capace di fare, sono quelli i film che vado a vedere».

E lei?
«Dicono che sul set sono duro, io penso di no».

Come autore?
«Sono cattivo. Chi fa commedia non può rinunciare al cinismo, guardi Swift, Campanile. Veniamo tutti dalla covata della commedia dell'arte e, ancora prima, da Plauto: il vero umorista è quello che non ha paura di affondare il bisturi, deve essere spietato con le cose che ha vissuto. La commedia italiana è sempre stata anche una tragedia».

Adesso la commedia è finita... «Temporaneamente.Masi rifarà, morte e miseria producono pietà».

Progetti?
«Il film in Africa, che si girerà credo in Marocco. Alla mia età non voglio lavorare tanto per fare qualcosa, voglio scegliere e dire qualcosa che non ho ancora detto ».

Cosa le fa paura oggi?
«La ferocia di un certo liberismo. Se sei sul mercato bene, altrimenti ti arrangi ».
Maurizio Porro
28 aprile 2005

da corriere.it
 
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Rachael
view post Posted on 30/5/2005, 20:17




Bella intervista...e Monicelli ha un cervello di prim'ordine, complimenti.
 
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verbenasapiens
view post Posted on 31/5/2005, 08:04






Per chi non loconosce bene, in questo link si parla delle sue opere..
la commedia di Monicelli
Poi magari parliamo di ogni singolo film..Ce ne sono molti non banali nè scontati nè, soprattuttp, pallosi..
E poi qui ricordo una frase di Monicelli diretta a Moretti che mi fa ancora morire dal ridere.. sul tipo spostati e fammi vedere un film..
Grande davvero e senza peli sulla lingua , eppure è un uiomo di sinistra..ma tanto intelligente ed autoironico da capire che le cose cretine sono tali, chiunque le faccia o le dica:woot:
 
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3 replies since 30/5/2005, 18:28   136 views
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