"Il mio 11 settembre
senza politica
LOS ANGELES - Dopo United 93 arriverà ad agosto sugli schermi americani il secondo grande film sugli eventi legati all'11 settembre 2001: "World Trade Center", diretto da Oliver Stone, che sarà presentato fuori concorso a Venezia il primo settembre. Il film è la storia della miracolosa sopravvivenza di due agenti della polizia di Porth Authority di New York, il sergente John McLoughlin, interpretato da Nicolas Cage, e Will Jimeno (Michael Pena), che accorsero alle Twin Towers in fiamme per aiutare nelle operazioni di evacuazione. Ignari della tragica realtà di un attacco terrorista, si trovarono all'interno dell'edificio al momento del crollo rimanendo intrappolati sotto le macerie per un'intera giornata.
Nel corso di 24 ore il film segue la loro tragica situazione schiacciati in un piccolo cubicolo al buio (dove Cage e Pena hanno passato due mesi di riprese), entrambi feriti, al di la di quello che può essere considerato il limite della sopravvivenza, mentre le loro famiglie aspettano con angoscia sempre crescente notizie sulla loro vita (le mogli sono interpretate da Maria Bello e Maggie Gyllenhall). Allo stesso tempo il film segue lo sforzo titanico da parte di un marine e una squadra di soccorritori che cercano i due tra le macerie e riescono a tirarli fuori vivi (venti persone in tutto sopravvissero al crollo dei due grattacieli, in cui perirono circa 2.800 persone).
Scritto da Andrea Berloff sulla base di una minuziosa ricostruzione degli eventi reali e della descrizione del calvario fornita dagli stessi McLoughlin e Jimeno, il film si conclude sei mesi dopo il crollo delle torri, quando durante una festosa cerimonia a New York John e Will ringraziano per l'aiuto loro prestato da colleghi, medici e gente comune, molti dei quali appaiono come comparse nei loro stessi panni.
"Due grattacieli, due uomini, due anime sepolte sotto quelle immani macerie per 24 ore, convinte che lì sarebbero rimaste per sempre", dice Oliver Stone a Los Angeles presentando per la prima volta il film a un piccolo gruppo di giornalisti. "E' così che ho affrontato la storia, onestamente: è la lotta di sopravvivenza di due uomini giusti e del rapporto che si stabilisce fra loro, che a malapena si conoscevano prima. E li tratto con grande rispetto".
Non era dunque importante per lei affrontare il tema del terrorismo in questo film..
"Niente affatto, ho letto il copione e ho sentito subito che era una buona storia per me. In fondo non ho sempre fatto solo film politici! Ho fatto film di football, film finanziari, storie d'amore, scoperte spirituali, biografie. Non so perché in America pensano che io sia uno che fa solo film politici, che vivo di teorie di cospirazione, che sono duro, fraudolento, bugiardo! In questo film non si può parlare di politica perché questi due uomini non si preoccupavano di politica, non sapevano nemmeno ci fosse stato un attacco terrorista pur avendolo pensato, perché John aveva vissuto l'attacco della bomba del 1993 alle torri. L'eroe di John era il generale Franks, quello che era andato a Baghdad, l'eroe di Bush. Non sono motivati politicamente come me, hanno un diverso punto di vista. La politica non c'entra, qui è sopravvivenza. World Trade Center è un film sulla lotta per la vita, tanto quanto il mio film precedente, Alexander, era una meditazione sulla morte".
Quali erano dunque le domande che si era posto con questo film?
"Questi sono due uomini sepolti sotto quelle torri per la maggior parte del tempo, ma hanno rapporti con le loro famiglie e fra loro due, e quei rapporti li tengono vivi. Mi sono domandato: cosa fa sopravvivere un uomo in queste circostanze? Nell'arco di poche ore questi uomini vengono spinti più volte oltre il confine della morte, e sono coraggiosi. Il film è anche la storia del marine e degli uomini che li salvano. E' un "memorial" per loro, per gli uomini che sono morti nelle torri gemelle l'11 settembre, per il Port Authority, e per tanti altri che forse lo apprezzeranno. Quello che è successo a questi due uomini in quel buco nella loro ora più tragica mi interessava. E' una storia di una discesa al centro della terra, schiacciati sotto un milione di tonnellate di cemento; è Prometeo, sono i Titani, sepolti, sopravvivono, escono dall'Hedes. E non saranno mai più gli stessi".
Non ha dunque fatto questo film come modo per analizzare l'11 settembre...
"L'11 settembre è stato usato e mitizzato sia da Bush che dagli arabi. Io non so che significa, ci vorranno anni a capirlo, anche perché abbiamo speso solo un milione di dollari per le indagini e non sappiamo esattamente che cosa sia successo".
Sempre più circolano ipotesi di cospirazione: il mistero dell'aereo del Pentagono, il crollo delle torri...
"Non lo so. Quello che so è che le conseguenze sono ancora più disastrose, il danno continua. La "banda" di Bush, crede nell'Apocalisse cristiana, nell'avvento di Cristo con lampi e tuoni e fuoco. Bush crede che sia il Signore a parlargli, quindi non crede ci siano conseguenze alle sue azioni!".
Quali sono i film che le piace vedere?
"Quelli che mi portavano a vedere mia madre e mio padre, quelli che ti fanno voler guardare l'immagine successiva, che ti incollano allo schermo. C'è gente che va al cinema e vuole odiare un film prima di entrarci: a me non interessa se un film sia serio o no, finché la persona che lo ha fatto ci crede e tu sei disposto ad entrarci, è un viaggio meraviglioso. Il cinema è ancora una buona cosa, basta che il pubblico non si faccia guidare troppo dal marketing".
http://www.repubblica.it/2006/07/sezioni/s...-stone-wtc.html