Decameron? Una storia romantica
Non solo sesso nel nuovo film con Hayden Christensen, l'Anakin Skywalker del terzo episodio di Guerre Stellari.
Il ciak a Siena Hayden Christensen sul set di Decameron
SIENA - Anakin Skywalker ormai si chiama Lorenzo De Lamberti e va a cavallo, come sa fare lo sportivo Hayden Christensen di Guerre Stellari , tra boschi, antichi manieri e case coloniche della Montagnola senese. Qui, a ovest della città, dove ancora si respira un’aria medievale tra vicoli di sassi, borghi e conventi (sia pure trasformati in luoghi di agriturismo), si gira The Decameron e dalla «selva oscura» di un bosco spuntano, sotto l’occhio della cinepresa del regista inglese David Leland, fanciulle in fiore che chiacchierano della loro verginità come «del gioiello più divino»; suore con occhi ardenti pronte a svezzare alla sensualità il giardiniere Lorenzo nelle austere celle; preti furbacchioni e calessi condotti da malandrini.
Il regista spia ogni particolare: è anche l’autore del copione ed è stato Spielberg, per il quale spesso ha lavorato e scritto, a suggerire il suo nome al produttore, Dino De Laurentiis, che spiega: «Il film è una favola senza tempo, molto romantica e anche sensuale. Non ci saranno episodi e divisioni tra le novelle: le giornate del libro del Boccaccio sono diventate un corpo unico, visto e vissuto con gli occhi dei ragazzi, decisi più a vivere che a morire nella Firenze del 1346, quando l’esistenza di nobili e popolino cambiò per "la morte nera", la peste. Se sarà un film sbagliato, da trenta milioni di dollari, già venduto alla Rai in Italia, si dovrà imputarne la colpa solo a me perché lo considero "il mio baby". Controllo tutto, mia è l’idea di questo Decameron in inglese, con dialoghi non aulici, ma moderni e che nascondono tutti i problemi dei giovani, oggi come nel XIV secolo: amore, sesso, avventura, libertà, ribellione, sogni».
Martha De Laurentiis, che firma la produzione del film con il marito: «E’ un film romantico e solare, però anche allegramente trasgressivo. E’ stato pensato specialmente per i giovani; viene realizzato per tutti. Il romanticismo va a braccetto con una sensualità all’insegna dell’irriverenza del Boccaccio. In Usa potrebbero darci il visto "restricted" per qualche corpo svestito, senza capire il romanticismo del tutto. Poco importa: il nostro Decameron sarà divertente come un American Pie, ma ben più colto, e, come nel più romantico Titanic o in Giulietta e Romeo , racconterà slanci giovanili. Però destinati a un ironico lieto fine, come sempre suggeriva nella sua miniera di umori e caratteri l’immenso novelliere».
Mentre i De Laurentiis parlano, Lorenzo-Christensen si gode la giornata al sole, di camoscio vestito, appisolato su un muretto, sino a che non arriva un calesse con la bella Pampinea-Mischa Barton. «Il mio Lorenzo - confessa - è il ruolo più romantico e innamorato della vita e dell’amore che io abbia mai interpretato. No, non avevo mai letto il Decameron, ma, dopo lo slancio con il quale ho firmato il contratto, in seguito alla lettura della sceneggiatura e al desiderio di voler interpretare un film vitale, diverso dai toni minacciosi e dark dell’ultimo Guerre Stellari, sono diventato un autentico adepto del "mago" Boccaccio. Ogni giorno mi scopro goloso delle vostre bellezze, di questa vita varia e ingenuamente canagliesca regalatami dal libro, dal film».
Il ventiquattrenne Christensen, che ancora doveva nascere quando negli anni Settanta esplose in Italia l’era dei film epigoni di quello pasoliniano tratto dal Boccaccio, tutti all’insegna di uno sberleffo alla morale pubblica d’allora, non sa che De Laurentiis si è persino fatto mandare una riscrittura di Aldo Busi, in italiano moderno, del Decameron. Spiega il produttore: «L’ho fatto perché era troppo complesso il passaggio dalla lingua del Boccaccio all’inglese del copione e io, contro ogni difficoltà, non volevo rinunciare al mio amato progetto. Sì, dopo il successo dell’opera di Pasolini, anch’io produssi un film di Bruno Corbucci all’insegna della "decameronite", che aveva svegliato persino Cinecittà dalla pigrizia con storie che, dietro l’alibi letterario, svestivano piccanti pruriti. Ora sono ben diverse le premesse, la massima cura impiegata nel film, che rivela tutto il romantico coraggio dei giovani, anche molto sexy.
«Sarà un film percorso - continua De Laurentiis -, spero, dall’autentica innocenza dei giovani cuori, da ideali, desideri. Persino nell’esplosione della bellezza delle fanciulle, prede fors’anche condiscendenti dei briganti in una divertente sequenza. Il cast ha tonalità e generazioni tra le più diverse. Accanto ai giovani attori, ecco Tim Roth-Gerbino una sorta di furbo Don Rodrigo, il gallese Matthew Rhys-il conte Dzerzhinsky, la badessa Anna Galiena».
Racconta ancora Hayden-Lorenzo: «La Badessa mi porta nella sua camera, si toglie il velo, ha i capelli lunghi, tutti pensavano che avesse la testa rasata». Anna svela: «Gli dico che il desiderio è sempre con me e non riescono a farlo scemare la preghiera, la penitenza o la confessione. Quando mi spoglio, però, Lorenzo si addormenta: gli sfioro la pelle con le labbra e una mia lacrima gli bagna il petto».
Mischa Barton in una scena del Decameron (Arch. Corsera)
Il regista-scrittore, che ama autori come Kurt Vonnegut e Philip Roth e ha diretto video musicali con Bob Dylan e George Harrison, dichiara che a Boccaccio continuano ad attingere i massimi scrittori, dopo che Shakespeare e Geoffrey Chaucer lo avevano saccheggiato. Ma ecco arrivare Pampinea, la bionda Mischa del serial The O.C ., nel film è lei l’oggetto del desiderio per eccellenza dei maschi. Ride: «Ho abbandonato le spiagge californiane di Orange County e la mia Marissa Cooper per innamorarmi del bel Lorenzo. I suoi compari e nemici suonano con il liuto per me le loro serenate e io devo sposare un grasso e anziano conte russo, ma quel mio bacio dato a Lorenzo, quando nascosta nel convento ero travestita da suora, mi ha rubato il cuore e...».
La sorveglia, severa, la mamma, che le aggiusta le spalline dell’abito da provocante educanda disegnato, come tutti i costumi del film, da Roberto Cavalli, talmente convinto della validità del film da esserne diventato co-produttore. Mischa racconta: «Mi confessa Lorenzo: "Mi sono innamorato per un bacio. Solo un bacio", svelandomi che non può amarmi per quell’attimo appassionato, che gli avevo dato proprio io, Pampinea, a sua insaputa. Che gioia essere in questo film: noi ragazzi lo viviamo come un viaggio dell’innocenza, del romanticismo e dell’idealismo ancora verdi verso la passione, la fantasia più festosa, al di là dei matrimoni combinati per interesse, dello spettro della peste. E anche al di là dell’angoscia di oggi».
Giovanna Cavalli
26 maggio 2005
da corriere.it