Il sofà delle muse

Martin Scorsese un mito del cinema americano

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Circe
view post Posted on 15/5/2005, 20:44




Martin Scorsese

Le origini cattoliche, il senso di colpa, la speranza di redenzione caratterizzano, accompagnati da uno stupefacente virtuosismo tecnico, il cinema di questo grande cineasta.
Nasce a Flushing (Long Island-Stato di New York) il 17 novembre 1942; i suoi genitori Charles e Chaterine, entrambi operai, sono figli di immigrati siciliani arrivati negli USA intorno al 1910.
Vive e cresce a Little Italy, all’epoca quasi una zona di frontiera dove imperavano criminalità e violenza. A causa dell'asma che lo affligge e che non gli permette di praticare nessuno sport o i normali passatempi dei suoi coetanei, fin da piccolo passa gran parte del suo tempo libero insieme al padre al cinema, dove prende confidenza con i classici del cinema americano, con la Nouvelle Vague francese e con il cinema italiano d'autore. Frequenta la St. Patrick’s school e a quattordici anni entra in seminario,
ne viene espulso un anno più tardi a causa di una cotta per una ragazza. Vista la sua passione per il cinema Scorsese decide allora, d’iscriversi alla New York University perché qui tenevano anche corsi di cinematografia. In questo periodo realizza i suoi primi corti: "Che sta facendo una ragazza carina come te in questo posto" (1963) e "Non sei proprio tu, Murray?" (1964). Consegue il suo Master of Arts nel 1966 e gira un altro corto, "La grande rasatura" (1967), sconvolgente racconto di un ragazzo che si rade provocandosi tagli sanguinosi, fino a recidersi la gola. In seguito inizia le riprese del suo primo lungometraggio distribuito nelle sale nel 1969, "Chi sta bussando alla mia porta?" che ha come protagonista il giovane Harvey Keitel. Il film segna l'inizio di una lunga collaborazione con la montatrice Thelma Schoonmaker, un’ importante componente nell'evoluzione della particolare sensibilità visiva di Scorsese.
Dopo essere entrato come insegnante di ruolo di cinematografia alla New York University (fra i suoi studenti c'erano gli aspiranti registi Oliver Stone, Spike Lee e Jonathan Kaplan), Martin Scorsese distribuisce "Street scenes", un documentario su una dimostrazione studentesca del Maggio del 1970 che si opponeva all'invasione americana in Cambogia.
Si trasferisce a Hollywood lavorando come produttore di film che spaziano da "Woodstock" a "Medicine Ball Caravan" a "Elvis on tour", guadagnandosi il soprannome di "the Butcher".
Per l’American International Pictures di Roger Corman, Scorsese dirige anche il suo primo film che riceve una vasta distribuzione: l'economico “ America 1929 –Sterminateli senza pietà” del 1972, con Barbara Hershey e David Carradine.

L'anno successivo il regista italo-americano torna a New York e gira "Mean Streets" (1973).
Il film segna la nascita del sodalizio artistico con Robert De’ Niro, che sarà l’interprete di altre otto pellicole di Scorsese, fra cui “Taxi driver”, “Toro Scatenato” e “Quei bravi ragazzi”, fondamentali pietre miliari del cinema statunitense.
Nel 1974 gira "Alice non abita più qui” amara riflessione, sulla rinuncia di una donna al sogno irrealizzabile di far carriera nel mondo dello spettacolo, per la sicurezza di un banale lavoro. Il risultato finale frutta un Oscar a Ellen Burstyn come migliore attrice e una nomination come migliore attrice non protagonista a Diane Ladd.
Il suo lavoro successivo è l'"Italo-americano" (1974), film che Scorsese ha sempre considerato il suo favorito. Uno sguardo-documentario all'esperienza degli immigranti italiani e alla vita nella Little Italy di New York; il film ha come primi attori i genitori del regista (include persino la ricetta segreta della salsa di pomodoro di mamma Catherine).
Ritornato a New York Scorsese comincia a lavorare al leggendario "Taxi driver” (1976) cupa storia di un tassista alienato, interpretato da un prodigioso Robert De’ Niro, che attraversa il confine tra la pazzia, l’ossessione d’amore, la disperazione esistenziale e l’eroismo etico. Acclamato fin da subito come un capolavoro, "Taxi Driver" vince la Palma d'Oro al Festival di Cannes del 1976.
In seguito il regista si distrae dal proprio universo per creare due omaggi musicali: al vecchio mondo del musical in “New York, New York” (1977) con Liza Mannelli, e alla musica della sua generazione, quella di Bon Dylan e Neil Young in “L’ultimo valzer” (1978); mentre “New York, New York” venne considerato inspiegabilmente come non riuscito, quest’ultimo provocò deliri nel mondo del festival e tra i fan della pop music. Scorsese torna, dunque ad essere in cima alla lista dei cineasti più quotati.
Nell'aprile del 1979, dopo anni di preparazione, comincia a lavorare a "Toro scatenato" (1980), un film basato sull'autobiografia del boxer Jake LaMotta, protagonista indiscusso e folgorante Robert De’ Niro. Con questo film Scorsese affronta nuovamente la tematica dell’affermazione del singolo quando è condizionato dalla mentalità chiusa dell’emigrante italiano, che non riesce ad allargare i propri orizzonti nemmeno quando si trova in un contesto completamente diverso, come quello americano.
Per la sua irripetibile performance De’ Niro vince l’Oscar come migliore attore protagonista.
A questo punto, Scorsese, grazie anche alla sua notevole perizia tecnica, è libero da qualsiasi vincolo imposto dalla macchina produttiva hollywoodiana. In questa fase il regista rinnova le sue fonti d’ispirazione andando a esplorare la capacità dei media di modellare il pensiero delle persone in “Re per una notte” (1982) sempre con De’ Niro e un inedito quanto bravo Jerry Lewis, e a descrivere le paure e le alienazioni che suscita la metropoli contemporanea in “Fuori Orario” (1985).
Nel lavoro successivo cambia totalmente registro: si cala nel mondo dei biliardi e delle scommesse e sforna “Il colore dei soldi” (1986), altro acclamato successo, foriero di notorietà per gli attori che vi parteciparono Tom Cruise e un grande Paul Newman, (che per l’occasione rispolverò un vecchio ruolo).
Ma il sogno del regista americano, accarezzato per anni, è quello di girare un film sulla vita di Gesù, nel 1983 trova un soggetto a lui congeniale: il romanzo omonimo di Nikos Kazantzakis, che in seguito adatta per lo schermo. Ne nasce lo scandaloso “L’ultima tentazione di Cristo” (1988) con Willem Dafoe, che fin dalla sua prima apparizione a Venezia viene contestato a scatola chiusa da molti gruppi religiosi. Tanta riprovazione fanatica, da parte dei cattolici è d'attribuire al fatto che il Cristo di Scorsese è ritratto nella sua natura umana, prima che in quella divina, con le paure, le pulsioni, i dubbi, i tormenti di un semplice essere umano messo davanti a un compito così arduo e doloroso.

Dopo aver collaborato con Francis Ford Coppola e Woody Allen al trittico "New York stories" (1989), Martin Scorsese inizia a lavorare al suo successivo capolavoro, "Goodfellas – Quei bravi ragazzi". Girato nel 1990, il film esamina dettagliatamente il sottobosco criminale di New York, mettendo in evidenza l’involgarimento della seconda generazione della mafia italo-americana, che conserva l’inclinazione alla violenza, ma perde ogni codice d’onore.
Joe Pesci vince un Oscar come attore non protagonista nel ruolo di un killer particolarmente imprevedibile e sanguinario.

Nel 1991 gira “Cape Fear- Il promontorio della paura” remake di un classico del 1962, il film non viene giudicato totalmente riuscito, ma è un’altra grande performance di Robert De’ Niro, nel ruolo di un sadico in cerca di vendetta, di rara efficacia.
Il successivo “L’età dell’innocenza” (1993) tratto dall’omonimo romanzo premio Pulitzer di Edith Warton, è un film tragico e delicato, che mostra le abitudini sociali condite di ipocrisie e perbenismi della New York del 1870, con un grande cast Michelle Pfeiffer nel ruolo di Madame Olenska, Daniel Day-Lewis in quello di Newland e Wynona Rider in quello della sua giovane fidanzata.
Nel 1995 Scorsese torna alla regia con "Casinò" interpretato da Sharon Stone, Robert De’ Niro e Joe Pesci, nel quale documenta la nascita e il declino delle bande criminali legate al mondo del gioco della Las Vegas anni 1970. Segue il documentario "A century of cinema - A personal journey with Martin Scorsese Through American cinema" esamina con raro acume critico e sensibilità l'evoluzione dell'arte cinematografica di Hollywood.
Nel 1997 porta a termine “Kundun” film intimista sulla giovinezza del 14° Dalai Lama, che affronta argomenti universali come l’infanzia perduta e il potere e, nello stesso anno riceve un'onorificenza a vita dall'American Film Institute.
Con “Al di là della vita” (1999) Scorsese cambia nuovamente registro, girando un film drammatico con Nicholas Cage nella parte di un guidatore di ambulanze esausto che si confronta con i propri fantasmi.
Nel 2002 gira “Gangs of New York” ennesimo capolavoro in cui il regista analizza le radici profonde che stanno alla base della costituzione di una città complessa e contraddittoria come New York e, in senso traslato, di tutta l’America.
Infine nel 2003 si dedica al documentario “The Blues: dal Mali al Mississipi” La serie inizia con il viaggio dall’Africa al Delta del Mississippi dove la musica si è sviluppata dalle grida nei campi, dalle canzoni di lavoro e dai cori in chiesa e percorre il Mississippi nei locali con juke-box, le feste in casa e gli studi di registrazione di Memphis e Chicago, infine culmina col coinvolgimento e la fusione emotiva di questo ritmo afro-americano ad opera dei musicisti e della gente di tutto il mondo.
Numerose anche le sue apparizioni davanti alla macchina da presa tra cui, oltre ai camei all'interno dei suoi stessi film, troviamo "Round midnight" di Bertrand Tavernier, "Indiziato di reato" di Irwin Winkler, "Sogni" di Akira Kurosawa, “Quiz Show” di Robert Redford, e presta la sua voce al personaggio di Sykes in Shark Tales.
Nel corso della sua lunga carriera, insieme a Woody Allen, George Lucas, Steven Spielberg, Stanley Kubrick e Sydney Pollack ha fondato la "Film Foundation", che si occupa del restauro e della salvaguardia del patrimonio filmico mondiale.
Il cinema di Scorsese è un cinema tecnicamente agguerrito, che si avvale sempre di bellissimi titoli di testa, fotografia, montaggio e soundtrack di livello superiore.
“Io amo i film. Sono la mia vita, e questo è tutto” ha detto una volta con sincero trasporto, e lo ha sempre dimostrato riversando una grande passione in ogni suo lavoro.


Filmografia

2004 – The Aviator
2003 – The Blues: dal Mali al Mississippi (documentario)
2002 – Gangs of New York
1999 – Al di là della vita
1997 – Kundun
1995 – Casinò
1995 - A century of cinema - A personal journey with Martin Scorsese Through American cinema (documentario)
1993 – L’età dell’innocenza
1991 – Cape Fear-Il promontorio della paura
1990 – Goodfellas-Quei bravi ragazzi
1989 – New York Stories
1988 – L’ultima tentazione di Cristo
1986 – Il colore dei soldi
1985 – Fuori orario
1982 – Re per una notte
1980 – Toro Scatenato
1978 – L’ultimo valzer
1977 – New York, New York
1976 – Taxi driver
1975 – Alice non abita più qui
1974 – L’italo-americano (documentario)
1973 – Mean Streets
1972 – America 1929-Sterminateli senza pietà
1970 – Street Scenes (documentario)
1969 – Chi sta bussando alla mia porta


 
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Pontormo
view post Posted on 16/5/2005, 08:28




E' un grande Scorsese, uno dei massimi registi viventi, un artista che sa coniugare arte con spettacolo.I suoi film sono sempre un grande evento e non deludono mai.
E' inoltre l'esempio vivente di come un artista maturi nel tempo una diversa visione della realtà. Fate mente locale al Giovane Scorsese, pieno di rabbia che descrive il mondo dei disadattati vittime della società, e al maturo Scorsese che racconta certo il marcio ma con lucidità ed ironia , come è accaduto in Aviator.Eppure in quanti hanno capito questo film davvero? Facile scagliarsi contro Scorsese e dire che si è venduto alle majors di Hollywood..i soliti giudizi superfixiali e aggressivi di chi non sa ragionare davvero e si nutre di pregiudizi, i soliti, peraltro
 
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verbenasapiens
view post Posted on 19/5/2005, 18:46




che dici rach riportiamo qui quello che abbiamo scritto su Scorsese in quella valle di lacrime da cipolle?
 
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Rachael
view post Posted on 20/5/2005, 10:20




Mi sembra un'ottima idea
 
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petrus33
view post Posted on 15/10/2005, 19:23




Scorsese torna in Italia a novembre
Ritirera' laurea ad honorem del Dams e il premio Fellini
(ANSA) -B OLOGNA, 15 OTT - Martin Scorsese torna a novembre in Italia. Il 25 a Bologna per ricevere una laurea al Dams, il 26 a Rimini per il premio Fellini. Ma il regista dal 24 al 26 novembre partecipera' anche a una serie di iniziative della Cineteca del Comune e dell'universita' di Bologna e della Fondazione Fellini. Il premio Fellini che viene inaugurato con il regista sara' attribuito ogni anno a un cineasta la cui collocazione nel cinema internazionale lo possa avvicinare alla figura di Fellini
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http://www.ansa.it/main/notizie/awnplus/ci...15_1559589.html

 
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sandokan23
view post Posted on 25/10/2005, 19:47




grande Scorsese!!!!
 
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verbenasapiens
view post Posted on 12/11/2005, 21:31




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Ecco, finalmente, l’attesissimo documentario di Martin Scorsese sul giovane Bob Dylan. Concentrandosi sugli anni che vanno dall’inizio degli anni Sessanta al 1966, Scorsese offre il ritratto di un artista che è riuscito a rivoluzionare per ben due volte la musica popolare: prima inventando di fatto la canzone d’autore, poi mischiando il folk col rock. Non solo: per la prima volta, lo scostante cantautore si offre di commentare in modo organico quel periodo della sua vita.

Le testimonianze di Dylan sono la ciliegina sulla torta di un “rockumentario” imperdibile per fan e amanti della storia del rock in genere. Offrono il loro punto di vista, tra i tanti, l’amica e amante Joan Baez, il musicista Al Kooper, la fidanzata Suze Rotolo, quella che appare sulla copertina di “The Freewheelin’ Bob Dylan”. È come se episodi centrali della musica rock si materializzassero davanti ai nostri occhi: impagabile.

Fatto forse ancora più importante, “No Direction Home” offre la possibilità di visionare filmati altrimenti relegati agli archivi. E si tratta di immagini straordinarie: il festival di Newport, la marcia su Washington, la tournée inglese del ’66. Unica pecca: i filmati sono usati a mo’ di commento visivo alla narrazione e alcuni fan troveranno deludente la scelta di dar la precedenza alle parole rispetto alla musica. Ma questo non è un film-concerto, bensì il documento definitivo del periodo più creativo di un autentico genio della musica popolare
http://www.105classics.net/ristampe/recens...1-02.3121914382
qui c'è una bella recensione
http://www.maltesenarrazioni.it/wordpress/?p=50
 
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petrus33
view post Posted on 12/11/2005, 21:33




Bob Dylan,
il film di Scorsese


Tra le novità più attese del festival di Toronto il nuovo documentario sul cantautore statunitense, gli inizi della sua carriera e la svolta 'elettrica'


di Cesare Balbo


Il Festival di Toronto (in programma dall'8 al 17 Settembre) è la rassegna in cui spesso, ormai, escono i titoli che poi conquistano l'Oscar. E' accaduto l'anno scorso con "Ray" , e potrebbe di nuovo accadere quest'anno per alcuni titoli presentati in anteprima nella kermesse canadese. Si tratta del docu-film diretto da Martin Scorsese No direction home: Bob Dylan, di Oliver Twist di Roman Polanski, tratto dall'omonimo romanzo di Charles Dickens e Tideland di Terry Gilliam, che ha invece presentato a Venezia il suo 'I fratelli Grimm'.
Con 'Tideland' l'ex Monty Phyton cerca di conquistare il mercato nordamericano dopo la fredda accoglienza riservata proprio "Fratelli Grimm": si tratta dell' adattamento di un romanzo di Mitch Cullin, incentrato sulle esperienze di una bambina che va a vivere in una fattoria dopo la morte della madre e inizia a vivere delle situazioni bizzarre.

'Oliver Twist' è invece l'adattamento di un classico della letteratura ottocentesca e segna il ritorno di Roman Polanski dopo l'Oscar conquistato con "Il Pianista". Nei panni dell'orfanello di Dickens, sperduto nella fosca Londra della rivoluzione industriale, un bambino inglese di 10 anni, Barny Clark. Le scene del film sono però state girate interamente a Praga.

Ma il titolo forse più atteso, anche per i cinque anni di lavorazione, è No direction home: Bob Dylan di Martin Scorsese, sequel naturale di un altro film su Dylan del regista, 'The Last Waltz' ( 1978), che documentava il concerto di addio della Band, il gruppo con cui Dylan fece la svolta "elettrica" abbandonando le sonorità unplugged della musica folk.

Nelle tre ore e mezzo della sua nuova puntata dell'omaggio a Dylan, 'No direction home', Scorsese ripercorre solo la prima parte della carriera di Dylan, quella compresa tra il 1961 e il 1966, includendo materiale musicale inedito. Si tratta di spezzoni dei due concerti tenuti alle edizioni 1963 e 1964 del Festival Folk di Newport e soprattutto delle immagini della tournée inglese di Dylan del biennio '65-66 (già in parte oggetto dei documentari di Pennebaker, 'Don't look back' e 'Eat the Document').
E sono proprio queste scene il clou di 'No direction home: Bob Dylan': vi si vede infatti un giovane Dylan suonare, nel 1996, al Free Trade Hall di Manchester con il suo nuovo gruppo "The Band", e 'rockeggiare' con una versione di "Like a Rolling Stone" in forte contrasto con la sua precedente immagine di folk-singer, erede di musicale di Woody Guthrie e Pete Seeger.
Da sempre grande ammiratore di Dylan, Scorsese ha preferito evitare di avere a che fare direttamente con Dylan durante la realizzazione, in modo da poter dare al documentario un taglio poco celebrativo, da documento storico. Continua in questo modo la passione tra la musica e il regista, già operatore ed aiuto regista in "Woodstock" del 1970 e più recentemente, nel 2003, produttore di sette documentari sulla storia del blues.

http://www.espressonline.it/eol/free/jsp/d...Content=1103637
bellissimo...Scorsese ha un rapporto privilegiato con la bella musica
 
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*PalladeAthena
view post Posted on 21/11/2005, 20:00




Martin Scorsese inaugura Officinema e, a Bologna, riceverà la laurea Honoris causa in cinema, televisione e produzione multimedile
Ecco il link
Mrtin a Officinema

Bologna, al via 'Officinema'
Rassegna di cinema indipendente sara' inaugurata da Scorsese
(ANSA) - BOLOGNA, 21 NOV - Apre giovedi' 'Officinema', la rassegna dedicata al cinema indipendente e alle nuove esperienze nel mondo di corti, medio e lungometraggi. A inaugurare il Festival Martin Scorsese che presentera' in anteprima nazionale il suo documentario su Bob Dylan 'No direction home'. Cinque saranno le sezioni del Festival, e 27 le pellicole, arrivate da 17 scuole, che parteciperanno alla 'Mostra delle scuole europee di cinema'. 40 invece tra corti e fiction i contendenti del premio 'Visioni Italiane'.
© Ansa
http://spettacoli.tiscali.it/feed/news/200...21_1896500.html
Credo che sia una gran bella idea wink.gif
 
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salvatores
view post Posted on 27/11/2005, 20:17




Martin Scorsese donerà una copia del proprio archivio alla Cineteca di Bologna. La notizia si è avuta dopo un incontro che il regista statunitense (che a Bologna ha anche presentato il proprio documentario No direction home: Bob Dylan), ha avuto con il direttore della Cineteca Gian Luca Farinelli e con il collega Ermanno Olmi, che nel capoluogo emiliano ha la scuola laboratorio Ipotesi cinema. Scorsese farà arrivare a Bologna il proprio ricco materiale che la Cineteca, già curatrice del Progetto Chaplin, catologherà e digitalizzerà per poi restituirlo all'autore di Taxi driver. D'altronde in questi giorni il rapporto di Martin Scorsese con l'Italia ha ricevuto importanti e significativi riconoscimenti. Il regista Martin Scorsese all'Università di Bologna ha ricevuto la laurea ad honorem in cinema, tv e produzione multimediale. Duplice la motivazione del riconoscimento accademico: da un lato la produzione cinematografica, dall'altro l'attività documentaristica che ha sottolineato il valore artistico del cinema. Al momento di ricevere la laurea, Scorsese ha fatto un lungo appassionato omaggio ai grandi maestri del cinema italiano. La sua «lectio magistralis», lunga circa 30 minuti, ha affrontato l'importanza di registi come Rossellini, Pasolini, Olmi e Rosi
http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=45937
veramente un grande smile.gif
 
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9 replies since 15/5/2005, 20:44   168 views
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