Il Comitato per il sì sta diffondendo da
giorni dei volantini e dei testi su siti internet
(www.comitatoreferendum.it) e i suoi
esponenti sono tutti presi dal recitare il festival
dell’inganno. Esaminerò quelle che
loro chiamano le “quattro buone ragioni
per votare sì ai referendum sulla fecondazione
assistita” e ne dimostrerò l’infondatezza
e il carattere ingannevole.
1) Dicono “vota sì per tutelare la salute
delle donne, eliminando il limite dei tre
embrioni e l’obbligo di trasferirli tutti contemporaneamente
nell’utero, anche se malati
o incapaci di svilupparsi, con la conseguenza
che si espone la donna all’aborto o
a parti plurigemellari, rischiosi per lei e
per i nascituri”.
Se desiderassi tutelare la salute della
donna, farei innanzitutto un’azione preventiva
a tutela della fertilità e poi metterei in
campo tutte le risorse della microchirurgia
e della farmacologia per curare realmente
la sterilità maschile o femminile e l’infertilità.
Se desiderassi davvero la salute della
donna, non la sottoporrei alle tecniche di
fecondazione assistita le quali per se stesse
sono pericolose e nocive alla sua salute: basti
pensare ai numerosi studi condotti su
donne che hanno praticato la fecondazione
artificiale e che hanno subito la rottura delle
tube, dell’utero, o la sindrome da iperstimolazione
ovarica.
Inoltre, se desiderassi evitare le gravidanze
plurime, il mezzo tecnicamente più
sicuro, anche se eticamente inaccettabile,
sarebbe quello di produrre solo un embrione
e trasferirlo nell’utero: nel centro
medico La Sala di Reggio Emilia in questo
modo sono aumentate le gravidanze da fecondazione
in vitro.
2) Dicono ancora “vota sì per aiutare coloro
che sono affetti da patologie ereditarie
gravi, come la talassemia o la fibrosi cistica,
oppure malattie infettive, ad avere bambini
sani consentendo la diagnosi preimpianto”.
Ma questo “aiutare” chi è affetto da malattie
geneticamente trasmissibili ad avere
figli sani significa selezionare i suoi figli allo
stadio embrionale. Ad esempio gli embrioni
talassemici sarebbero buttati e quelli
non talassemici sarebbero trasferiti in
utero. Ma che medicina è questa che uccide
il malato? Da almeno 20 anni è possibile
curare il feto umano affetto da talassemia
con il trapianto di midollo osseo. Questo
è il vero aiuto che posso dare alle coppie
talassemiche.
3) Dicono “vota sì per cancellare la norma
che equipara i diritti del concepito a
quelli della madre e del padre. Nessuna
legge al mondo prevede che l’embrione sia
riconosciuto come persona giuridica”.
L’embrione umano, contrariamente alle
opinioni di alcuni pseudo-scienziati, è un
organismo vivente della specie umana, è la
prima fase dell’esistenza di ognuno di noi.
E’ la biologia dello sviluppo che ci offre
questa evidenza. La scienza non si basa sulle
opinioni di uno o due scienziati, non si
fonda su argomenti di autorità, come l’ipse
dixit dei discepoli di Pitagora, ma si fonda
su migliaia e migliaia di studi sperimentali
condotti nei migliori centri di ricerca e convalidati
dalla comunità scientifica internazionale.
Inoltre, è falso dire che “Nessuna legge
al mondo prevede che l’embrione sia riconosciuto
come persona giuridica”. Basti
leggere la Risoluzione del Parlamento Europeo
A2-327/1988 “Anche lo zigote [embrione
unicellulare] deve essere protetto e
non deve essere indiscriminatamente usato
per esperimenti”; la Convenzione Europea
di Biomedicina del 1996: “L’embrione e
il feto umano vanno trattati nel rispetto della
dignità umana”.
Certamente l’embrione umano non ha gli
stessi diritti del padre e della madre: è evidente
che non ha i diritti politici, ma ha sicuramente
quel diritto che è alla base di
tutti gli altri, cioè il diritto alla vita, che nel
suo caso si concretizza nel diritto a nascere.
Poiché si trova in una condizione di particolare
debolezza, il suo diritto alla vita merita
una speciale tutela. Infatti, il diritto è
nato storicamente e ha senso per difendere
e promuovere gli interessi di chi vive in una
situazione di debolezza e non per difendere
i diritti del più forte, il quale impone la
sua volontà con la violenza e il sopruso.
3) Dicono “vota sì per consentire la ricerca
scientifica sulle cellule staminali di
origine embrionale. Da queste ricerche dipende
gran parte del futuro della biomedicina
e la possibilità di trovare cure per malattie
oggi molto diffuse, come il Parkinson,
l’Alzheimer, il diabete, i tumori. Da esse
può derivare una speranza per milioni di
persone. Perché impedirlo, lasciando che
gli embrioni attualmente congelati e non
utilizzati deperiscano, quando potrebbero
essere utili per la ricerca per scoprire nuove
cure? Non è questo un modo più giusto
di valorizzare la dignità umana che riconosciamo
all’embrione destinandolo a un’azione
di solidarietà con chi soffre?”.
Anche in questo caso sono le evidenze
scientifiche convalidate a livello internazionale
che ci vengono incontro. Da anni si
sa che le staminali prelevate da viventi allo
stadio embrionale provocano crisi di rigetto
e forme tumorali nei pazienti che le
ricevono (Vogel, in “Science” 2000, p. 1418).
Inoltre, oltre che nocivo, è anche inutile
usare per la ricerca gli embrioni umani che
sono attualmente congelati perché esistono
da anni delle banche di staminali embrionali
secondarie, il cui uso non comporta
nessun problema etico, perché non implica
la soppressione di nessun embrione.
Faccio notare come la terza citazione
ammetta implicitamente la dignità umana
dell’embrione umano e come affermi uno
strano concetto di solidarietà: l’uomo allo
stadio embrionale sarebbe destinato ad
un’azione di solidarietà con chi soffre. Ma
perché un’azione possa dirsi solidale è necessario
che chi la compie paghi di persona
e non che faccia pagare ad altri. Ora nel caso
proposto sono dei biologi o dei ginecologi
che destinerebbero alla ricerca dei propri
simili allo stadio embrionale, senza che
questi ultimi possano dire nulla.
4) Dicono “vota sì per consentire la fecondazione
eterologa e permettere, anche
alle coppie con problemi gravi di sterilità,
di avere figli”.
E’ una formulazione accattivante: sembrerebbe
che la legge sia proprio cattiva
perché vieta di avere figli a chi li desidera
e vieta un atto di generosità come la donazione
di gameti.
Ma nessuno ha diritto ad avere un figlio
per il semplice motivo che i diritti si esercitano
solo sulle cose e mai sui propri simili,
altrimenti li riduciamo a cose o a schiavi
dei nostri desideri.
Una coppia può avere il nobilissimo desiderio
di avere un figlio, ma questo desiderio
non potrà mai trasformarsi in un diritto
al figlio.
La legge, vietando la fecondazione eterologa,
vuole tutelare il bambino perché abbia
un padre e una madre che, biologicamente
ed effettivamente siano identificabili.
Difende il diritto del minore di sapere
chi sono i genitori che lo hanno generato.
Quindi, gli slogan usati dal comitato per
il sì si reggono su due gambe. La prima è
l’infondatezza medico-scientifica: sembra
che non conoscano la letteratura scientifica
più recente su questa complessa materia.
La seconda è l’inganno fraudolento dietro
il quale – e non c’è bisogno della zingara
per indovinarlo – ci sono gli ingenti interessi
economici dei laboratori che praticano
la fecondazione extracorporea ( il costo
di un ciclo di fecondazione oscilla dai 5000
euro ai 10.000 euro). Sono gambe traballanti.
Speriamo che non reggano più.
Io non andrò a votare per questi tre motivi:
1) l’onere della prova spetta a chi ha
promosso i referendum. Sarà lui a dover dimostrare
che il 51 per cento degli italiani è
contrario alla legge vigente; 2) se anche andassi
a votare no, farei il gioco dei sì: ammettiamo
che su 100 italiani 51 vadano a votare,
e che questi 51 si dividano in 31 sì e 20
no; allora i 20 no avrebbero aiutato il sì,
perché se fossero stati a casa il referendum
non sarebbe passato; 3) non voglio peggiorare
la legge attuale.
Giorgio M. Carbone
Professore di Bioetica a Bologna presso la
Facoltà di Teologia dell’Emilia Romagna
articolotanto per ascoltare tutti..e non mettere la testa sotto la sabbia..e per votare in scienza e coscienza.. un embrione non è una cosa da usare e gettare o no?