Il sofà delle muse

Referendum fecondazione assistita, parliamone

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verbenasapiens
view post Posted on 22/5/2005, 20:53




certo è importante ascoltare tutti e non avere la spocchia di essere nel giusto..per cui riporto questo articolo:

Irragionevole clonare e distruggere embrioni inseguendo un’ipotesi”
Intervista con lo scienziato don Roberto Colombo: chiamano le cose con nomi difficili per anestetizzare le coscienze

Milano. Due annunci quasi contemporanei. Giovedì la divulgazione del rapporto dei ricercatori dell’Università di Seul che hanno prodotto undici “linee di cellule staminali embrionali”, clonandole da cellule della pelle di undici individui adulti, da utilizzare a scopo terapeutico “personalizzato”. A poche ore di distanza, la conferma degli scienziati dell’Università di Newcastle della prima clonazione di embrione umano, sempre a scopo terapeutico, condotta in Gran Bretagna. Dagli scienziati britannici, inoltre, arrivano i complimenti ai colleghi coreani, poiché “hanno dimostrato in modo definitivo che queste tecniche possono essere usate con successo sugli esseri umani” e che “la promessa di nuove cure basate sulle tecnologie staminali sta diventando una possibilità realistica”. Notizie che hanno scatenato l’entusiasmo di chi vede avvicinarsi “l’era della produzione di tessuti e organi ‘su ordinazione’”, ma che hanno anche riacutizzato il dibattito etico sulla clonazione umana. Ieri il presidente Bush, confermando che opporrà il veto presidenziale se il Congresso passerà la legge che abolisce i limiti ai finanziamenti pubblici per la ricerca sulle staminali, ha commentato negativamente anche le notizie in arrivo dalla Corea: “Sono molto preoccupato di un mondo in cui la clonazione divenga pratica accettata”.
Roberto Colombo, biologo e sacerdote milanese, oltre che essere un ricercatore specializzato nella genetica molecolare delle malattie ereditarie – dirige il laboratorio della Università Cattolica a Milano – ha lavorato come membro della delegazione vaticana alla conferenza delle Nazioni Unite che ha preparato la dichiarazione sulla clonazione umana approvata il 18 febbraio scorso. Abbiamo raccolto le sue osservazioni. Gli esperimenti condotti in Corea del Sud e in Inghilterra servono davvero alla salute dei malati, come gran parte dei commentatori ha detto? “La questione è controversa. Oggi non possiamo dire se le cellule staminali isolate da embrioni umani e convertite in linee cellulari disponibili per la ricerca potranno servire, un giorno, per guarire una malattia. Non lo possiamo escludere in linea di principio, ma neppure affermare con quella arrogante certezza che caratterizza i fautori di queste ricerche. E’ un inganno, perché non corrisponde a verità, affermare che con le cellule degli embrioni possiamo curare le malattie. Nessuno, oggi, può dire questo onestamente. Tutto quello che si può dire è che vi è una probabilità che ciò si verifichi in futuro”. Di certo, cosa si sa? “Oggi possiamo affermare con cognizione di causa che le staminali dei tessuti dell’adulto già servono per curare alcune malattie: i trapianti di cellule midollari sono un esempio. Allora, la domanda che ognuno di noi non può non porsi è: è ragionevole generare e distruggere embrioni umani per verificare un’ipotesi scientifica, pur interessante, anziché andare a fondo di una ricerca che non richiede di manipolare e sopprimere l’essere umano, che ha già dato buoni frutti e che è molto promettente per la terapia cellulare?”.

L’eufemismo scientista
I favorevoli dicono che non si tratta di una vera e propria clonazione dell’uomo, ma solo di un innocente “trasferimento nucleare di cellule somatiche”. “Per nulla. E’ un procedimento molto simile alla tecnica che ha fatto nascere la pecora Dolly. Se questi embrioni clonati fossero stati trasferiti nell’utero di una donna, avrebbero continuato a svilupparsi fino a diventare un feto e un bambino. E invece sono stati distrutti per estrarne un certo numero di cellule staminali. Se invece di chiamare questa procedura ‘clonazione umana’, la si chiama con una espressione oscura ai non addetti ai lavori, cambia qualcosa nella realtà? No. L’effetto è uno solo: tranquillizzare i cittadini, anestetizzando le loro coscienze, affinché si convincano che nulla di cattivo viene fatto. Questa non è scienza, è scientismo biomedico: conoscere l’uomo per farne quello che si vuole. Ma è la vita che deve servire alla salute o è la salute che deve servire alla vita?”.
E la dichiarazione Onu? “Non è vincolante, ma richiama gli Stati membri ‘a proibire tutte le forme di clonazione umana in quanto sono incompatibili con la dignità umana e la protezione della vita umana’”. L’attuale legge avrebbe consentito di realizzare in Italia questi esperimenti? “No. Uno dei meriti della legge è di avere messo al bando non solo ogni forma di clonazione umana, ma anche di vietare la distruzione di embrioni umani per qualsivoglia sperimentazione. Su questi punti la legge 40 è in accordo sia con la convenzione di Oviedo, che l’Italia ha firmato, sia con la dichiarazione dell’Onu”.

da il foglio.it
 
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verbenasapiens
view post Posted on 26/5/2005, 15:05




Bebé all’asta
Belgio, affitta l’utero a una coppia poi vende il figlio a un’altra: “Mi hanno offerto di più”

Roma. Una bambina su commissione, di nome Donna, e la sua mamma in affitto che non si è accontentata dei diecimila euro pattuiti per cederla. Una legge, quella belga, che nulla dice sulla “gestation pour autrui”, gestazione per altri, e che quindi, nei fatti, non la vieta. La bambina su commissione ha tre mesi e per ora vive nel salotto dei migliori offerenti, una coppia olandese, in attesa che un giudice decida a chi appartiene. I “genitori” olandesi hanno inoltrato le pratiche per l’adozione, e probabilmente hanno pagato quindicimila euro per avere la piccola in braccio. La sua vera mamma, interrogata, nega, mentre i poliziotti stanno cercando nel computer di casa le tracce della vendita di Donna, avvenuta su Internet. Ci sono tre madri e tre padri in questa storia, ha scritto La Libre, quotidiano belga, e il Monde l’ha messa ieri in prima pagina: “Madri in affitto approfittano delle carenze della legge belga per lanciare offerte su Internet”. C’è la madre biologica, una ragazza belga, che ha cresciuto la bambina nella pancia, facendosi inseminare con lo sperma del primo compratore, Bart. C’è l’aspirante madre, Gertrui, compagna di Bart, 41 anni, che sperava di avere presto quella bambina, la sentiva già sua, aveva contrattato il prezzo in rete e adesso invoca il test del Dna perché venga dimostrato che la piccola è al cinquanta per cento del fidanzato (ormai ex, perché questa storia ha messo a dura prova i loro nervi, Bart è caduto in depressione e insomma si sono lasciati: adesso l’ultima speranza per tornare insieme è ottenere quella bambina, per cui affermano di avere già sborsato tremila euro di anticipo). C’è infine la madre-miglior-offerente, una signora olandese, che insieme al marito ha chiesto l’adozione della piccola Donna, secondo la procedura dei bebé su commissione: la madre in affitto partorisce e successivamente decide di dare il figlio in adozione, alla quale accede subito la coppia acquirente. “Non è necessario passare attraverso un servizio di adozione – ha scritto La Dernière Heure, quotidiano belga – un giudice può risolvere la faccenda”. E’ successo che la ragazza belga abbia deciso che poteva ottenere di più dal proprio pancione, perché c’è molto mercato per i bebé su commissione. Aveva ricevuto tremila euro, ne aspettava altri cinquemila, ma si era rifiutata di firmare un documento che attestasse “la transazione”. E’ allora che Bart e Gertrui cominciarono a sospettare. Al settimo mese di gravidanza la madre in affitto disse loro di aver avuto un aborto spontaneo e perduto la bambina. Che invece nacque, il 26 febbraio scorso. Intanto la ragazza navigava per la rete in cerca di compratori, entrò in contatto con una coppia di omosessuali cui offrì la bimba per diecimila euro. Loro rifiutarono, hanno dichiarato, “scioccati dal carattere venale dell’offerta”.

Casi autogestiti
L’unico articolo del codice penale belga per cui questo commercio di uteri e bambini può essere sanzionato è il 417, che reprime “la tortura e il trattamento inumano e degradante”. Non c’è nient’altro, niente di niente, se non la nullità legale di qualunque contratto abbia per oggetto un essere umano e la possibilità di nominare un tutore per la bambina contesa. Non c’è nulla che vieti di affittare un utero, facendosi inseminare o facendosi impiantare un mebrione creato in laboratorio, nulla che sanzioni le offerte di bebé su Internet, e in Belgio, secondo La Dernière Heure, “alcuni centri di procreazione assistita accettano di inseminare delle madri in affitto, in casi eccezionali, … ci sono una ventina di madri in affitto assunte dai centri di fecondazione artificiale”. E moltissimi casi autogestiti. Una coppia belga che ha fallito la fecondazione assistita e sta cercando un utero da affittare ha letto questo appello in rete, in francese e in inglese: “Prezzo da discutere (a partire da 7.500 euro) e tutte le spese annesse pagate (ospedalizzazione, trattamento…). Cerchiamo persone serie e discrete”. E il numero di cellulare. Hanno telefonato, spiegato le necessità, raccontato che una parente si era offerta come “mère porteuse”, ma a loro sembrava una cosa “troppo delicata”. “Si è presentata una giovane donna residente in Francia. Lo fa per pagarsi gli studi. Il problema è che era già incinta. Ma ha preso nota dei nostri dati. Un’altra abita un po’ troppo lontano per noi. Cercheremo ancora”.

da
ilfoglio.it
 
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Rachael
view post Posted on 26/5/2005, 20:49




STAMINALI: OTTENUTE CELLULE EMBRIONALI SENZA PRODURRE EMBRIONE
ROMA - Un gruppo di ricerca americano ha annunciato la creazione di 10 linee di cellule staminali embrionali ottenute senza passare per la produzione di embrioni.

Lo riporta oggi il settimanale inglese New Scientist. L'innovativa tecnica, denominata 'stembrid', consente di clonare staminali a partire da cellule embrionali presistenti.

Per ottenere questo risultato, i ricercatori coordinati da Yuri Verlinsky del Reproductive Genetic Institute di Chicago hanno sottoposto cellule di linee embrionali gia' esistenti a una centrifugazione che consente di espellere il nucleo. Quindi si e' fusa la cellula denucleata con quella di un donatore adulto riprogrammandola e ottenendo poi le staminali embrionali denominate 'stemibride'.

Entusiasta della ricerca si e' detto il biologo molecolare Angelo Vescovi dell'istituto San Raffaele di Milano: ''se il metodo funziona abbiamo risolto definitivamente il problema etico producendo staminali embrionali senza dover creare embrioni''

ansa.it
 
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Ishtar
view post Posted on 27/5/2005, 21:07




Magari...ma soprattutto speriamo che la gente capisa che altre sono le strade..
Per ora è da leggere questo articolo
Quel buffone di talento
Watson, “Caligola della biologia” e cocco di Repubblica, del País e della bella gente che vota “sì”. Personalità testosteronica, vuole riplasmare con l’eugenetica le donne, i gay e i neri. Fare come Hitler: perché no?
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Roma. Fu a Cambridge, nel 1952, che Erwin Chargaff vide per la prima volta il giovane James Watson. Si trovò di fronte a un tipico personaggio da “Carriera di un libertino” di Hogarth, voce acuta, agitata, simile a quella di “un instancabile ottavino con alcune luccicanti pietruzze d’oro nel torbido torrente delle sue chiacchiere”. Lo impressionò l’aggressività di questo allievo che non sapeva niente di chimica, per Chargaff la più reale di tutte le scienze esatte. “In fondo sei quello che sei. Mettiti parrucche con milioni di riccioli, colloca il piede su coturni alti un braccio: tu resti pur sempre quello che sei”. Se Goethe smascherò i Faust dell’epoca, Chargaff tolse la maschera a Watson e vide un buffone di talento. Per un altro scienziato di Harvard, Edward Wilson, è “il Caligola della biologia”.
I chiodi che trattengono tutta la sua maestria tecnica cadono all’istante se scopriamo il drappo funebre appoggiato sulle vecchie spalle di questo padre del Dna. L’uomo e lo scienziato Watson, più che nella celebre scoperta di cui fu protagonista a soli ventiquattro anni, si trova nella girandola evocatoria delle tante dichiarazioni e interviste, nel ribollire costante della sua visione sul dolore, la pena, la speranza, la storia. Per quanto si slanci verso l’umanità da medicare, un sangue di piombo lo ritira sempre giù.
Si è quasi svuotata la scatola dei suoi anni. Ma di saggezza, neanche l’ombra. Una cornice vuota, senza un filo di polvere, “smaltata col nulla elegante” di Gottfried Benn. Sembra un vecchio tiranno disoccupato. La Watson Wonderland, come l’ha ribattezzata l’Indipendent, è un carnaio scoperchiato, un crematorio dove non esiste pietà. Ed è gonfio di vanità: “Il libro del Dna è più rilevante nella vita umana della Bibbia. Non l’ho mai letta, ma non penso di essermi perso molto”. Ha trasformato il Cold Spring Harbor Laboratory di Long Island nell’epicentro della biologia molecolare. Ma pensa che la sua scoperta gli abbia conferito anche il diritto di pontificare su come e chi debba nascere. “Lasciateci liberare la società dai difetti genetici”. E’ una galera che aspira a diventare ospedale. Tra i nobili arcipelaghi della scienza ce ne è uno chiamato Gulag. Per quello Watson ha biglietti di sola andata, la domanda di grazia respinta.
Da quando scoprì la doppia elica insieme a Francis Crick, nel 1953, la luce è venuta e la notte è restata. Da allora la sua intuizione è stata impressa sulle cravatte, ha ornato fogli di carta da lettera, la troviamo collocata davanti ad alcuni edifici come richiamo commerciale. Fa parte persino dell’arte manieristica. Ha scritto un affascinante resoconto della sua epopea di giovane e ambizioso ricercatore, “La doppia elica”. Che ha subito paragonato al Grande Gatsby. “Questo libro sarà letto per i prossimi cento anni. Non voglio andare fuori commercio”. Perfino il Guardian ha annusato il marcio dietro le sue parole. Il quotodiano inglese ha parlato di “Baby Superstore”. “La chiami eugenetica? E sia”, ha risposo Watson. Ne è sempre stato un paladino. “Molte persone vorrebbero assassinarmi”. Si trova a proprio agio nei panni di Lord Byron. “E’ fottuta l’idea che ci sia qualcosa di fondamentale organizzato da Dio”. La sua eugenetica è una mandorla avvelenata dentro il guscio razionalista della scienza. Condita con tanto antropocentrismo sclerotico.
Umberto Veronesi si trova in compagnia di Watson, che ha scritto che “le nostre scoperte hanno posto fine a un dibattito vecchio quanto la specie umana: la vita ha qualcosa di magico, un’essenza mistica, o è come qualunque altra reazione chimica? C’è qualcosa di divino al cuore della cellula? La doppia elica risponde alla domanda con un No definitivo”. Per questo nel 1998, in una conferenza alla Ucla, Watson disse che “è un non senso dire che siamo sacri e che non dobbiamo cambiare. L’evoluzione può essere crudele. Andremo verso un controllo della vita umana? Penso di sì”. In un documentario per la tv inglese ha invitato a modificare geneticamente il dieci per cento dei bambini che considera “stupidi”. E ha proposto una cura genetica per la stupidità. “Non dobbiamo cadere nell’assurda trappola di essere contro tutto ciò a cui Hitler era a favore”. Oltre allo screening genetico di tutti i cromosomi femminili: “Le persone dicono che sarebbe terribile se facessimo belle tutte le ragazze. Io dico che è grandioso”. Al Sunday Telegraph ha spiegato che se scoprissimo il gene dell’omosessualità, una donna dovrebbe avere il diritto di abortire se non volesse un figlio gay. “Vogliono dei nipoti”.
Durante una sessione parlamentare in Inghilterra ha chiesto: “Se gli scienziati non giocano a fare Dio, chi può farlo? Pensavamo che il nostro destino fosse nelle stelle. Oggi sappiamo che è nei nostri geni”. Per il cinquantenario del Dna, il London Times pubblicò quest’intervista: “Per quei genitori che migliorano i loro bambini, i loro figli andranno a dominare il mondo”. New York Times, 15 giugno 2003, Watson spiega perché ai bambini “geneticamente difettosi” a scuola dovrebbero insegnare separatamente. “I figli vengono lasciati indietro se continuiamo a dire che tutti hanno lo stesso potenziale di apprendimento”. Nel 1998 partecipò a un convegno con altri genetisti di fama mondiale, come Leroy Hood, che ha sviluppato il primo sequenziatore di Dna automatico, e French Anderson, primo luminare della terapia genica. Il settantenne Watson sedeva tranquillo, quasi addormentato. Si svegliò per dire che “nessuno ha davvero il coraggio di dirlo, ma se potessimo creare esseri umani migliori conoscendo il modo in cui aggiungere geni, perché non dovremmo farlo? Sono fortemente a favore del controllo genetico del destino dei nostri figli. Li faremo un pochino migliori. Chi vuole un bambino sgradevole?”. Quando Anderson espresse dubbi morali verso la ricerca sull’embrione, Watson lo interreppe per tuonare contro “i fondamentalisti di Tucsa”, Oklahoma, dove è nato Anderson. Perché pensa che “l’accettazione del miglioramento genetico sarà simile alla prevenzione delle malattie”. Ha informato gli studenti dell’Università del Wisconsin che “non dobbiamo essere inceppati dalle credenze del passato. L’evoluzione non ci dà alcun diritto”. Per lui scienza è sinonimo di “anatomia molecolare”, livida come un cadavere. Leggere un suo scritto significa vedere l’uomo spetalarsi all’infinito per unirsi a un ballo di spettri su un patibolo. “Nei prossimi venticinque anni ci saranno molte persone mentalmente malate o solo stupide. Certo, ci abbiamo messo tre miliardi e mezzo di anni per arrivare qui, ma c’è stata una gran quantità di sofferenza sulla strada. Non vogliamo fare come Hitler, ma tutti vorrebbero figli splendenti e in salute. Vogliamo smettere di avere figli che facciano piangere i genitori”. Nell’economia feroce dei destini che vorrebbe medicare, ha paragonato i genetisti ai rivenditori di auto, perché la gente “si aspetta una macchina che funzioni. Se non è così, la danno indietro. Questo mi inquieta”.

“Cristo era un guaritore”
“Dio non è dispiaciuto di questa scienza. Cristo era un guaritore”. E’ un provocatore nato, una vena scucita da cui escono incubi. Nell’aprile del 1998 volò a Melbourne per parlare di ricerca genetica: “Siamo per immischiarci nella natura. Siamo cattivi come Hitler?”. Sono vent’anni che fa uscite simili. Eppure nella comunità scientifica si sono alzate pochissime accuse contro Mr Watson. Eccetto l’improduttivo Chargaff. E’ come se suppliziasse nascondendo gli impiccati. La rivista Science, nel maggio 1997, pubblicò un suo intervento: “E’ arrivato il tempo di lasciarci Hitler alle spalle”. Era in Germania, e rivolto a una platea di ricercatori disse che “la vostra regolazione delle biotecnologie è controproducente. La Germania non si è mai purgata”. Vorrebbe setacciare gli embrioni di donne malate di cancro per scoprire eventuali patologie. “Se puoi farlo, che c’è di sbagliato? Un giorno i figli autistici potranno non nascere”.
Nell’aprile del 2001 ha sconvolto la comunità nera americana: “La melanina è meglio del Viagra”. Nelle sue beffarde canzonature, acre e potente rimuginio, kitsch morale del puritano che si definisce libertino, Watson ha detto che “la felicità è una ricompensa per un’azione animale. Se un cavallo corre, si sente felice”. Nel gennaio del 2004 si trovava al Salk Institute di La Jolla. In quell’occasione fece sapere che il Ventunesimo secolo avrebbe reso i figli più felici, agili e atletici. Per capire di quale felicità Watson parli si consiglia la lettura del suo libro “I geni del genio” (Garzanti), un Barnum dove volteggia come un istrione malato di testosterone. A ogni avvisaglia di critica mette le mani avanti: “Non sono un sadico”. Ma frasi come queste sono indelebili: “Ogni volta che puoi prevenire la nascita di un bambino malato è un bene per tutti. Nessuna madre vuole un figlio nano”. Manda un brivido di fiacchezza, entra nelle teste più refrattarie alla ragione e le riempie di luci morte. Vede la genetica come una masturbazione, tanto che l’ha definita “antidoto contro le autodelusioni”.
Ha ragione Leon Kass quando scrive che nel caso di Watson il male ha facce intrecciate al bene che aneliamo, cure per le malattie e sollievo dalla sofferenza. E’ uno scienziato che brandisce la sua mazza ferrata con la gentilezza sorniona del carnefice. E con quanto impeto servile molti ne invocano il suffragio, il salvacondotto. E il male si crogiola in questa barbarie della speranza. Dappertutto il suo ormone. Karl Kraus aveva capito che questo tipo di progresso “fa portamonete di pelle umana”.

da il foglio.it
 
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Ishtar
view post Posted on 28/5/2005, 07:15




Il Comitato per il sì sta diffondendo da
giorni dei volantini e dei testi su siti internet
(www.comitatoreferendum.it) e i suoi
esponenti sono tutti presi dal recitare il festival
dell’inganno. Esaminerò quelle che
loro chiamano le “quattro buone ragioni
per votare sì ai referendum sulla fecondazione
assistita” e ne dimostrerò l’infondatezza
e il carattere ingannevole.
1) Dicono “vota sì per tutelare la salute
delle donne, eliminando il limite dei tre
embrioni e l’obbligo di trasferirli tutti contemporaneamente
nell’utero, anche se malati
o incapaci di svilupparsi, con la conseguenza
che si espone la donna all’aborto o
a parti plurigemellari, rischiosi per lei e
per i nascituri”.
Se desiderassi tutelare la salute della
donna, farei innanzitutto un’azione preventiva
a tutela della fertilità e poi metterei in
campo tutte le risorse della microchirurgia
e della farmacologia per curare realmente
la sterilità maschile o femminile e l’infertilità.
Se desiderassi davvero la salute della
donna, non la sottoporrei alle tecniche di
fecondazione assistita le quali per se stesse
sono pericolose e nocive alla sua salute: basti
pensare ai numerosi studi condotti su
donne che hanno praticato la fecondazione
artificiale e che hanno subito la rottura delle
tube, dell’utero, o la sindrome da iperstimolazione
ovarica.
Inoltre, se desiderassi evitare le gravidanze
plurime, il mezzo tecnicamente più
sicuro, anche se eticamente inaccettabile,
sarebbe quello di produrre solo un embrione
e trasferirlo nell’utero: nel centro
medico La Sala di Reggio Emilia in questo
modo sono aumentate le gravidanze da fecondazione
in vitro.
2) Dicono ancora “vota sì per aiutare coloro
che sono affetti da patologie ereditarie
gravi, come la talassemia o la fibrosi cistica,
oppure malattie infettive, ad avere bambini
sani consentendo la diagnosi preimpianto”.
Ma questo “aiutare” chi è affetto da malattie
geneticamente trasmissibili ad avere
figli sani significa selezionare i suoi figli allo
stadio embrionale. Ad esempio gli embrioni
talassemici sarebbero buttati e quelli
non talassemici sarebbero trasferiti in
utero. Ma che medicina è questa che uccide
il malato? Da almeno 20 anni è possibile
curare il feto umano affetto da talassemia
con il trapianto di midollo osseo. Questo
è il vero aiuto che posso dare alle coppie
talassemiche.
3) Dicono “vota sì per cancellare la norma
che equipara i diritti del concepito a
quelli della madre e del padre. Nessuna
legge al mondo prevede che l’embrione sia
riconosciuto come persona giuridica”.
L’embrione umano, contrariamente alle
opinioni di alcuni pseudo-scienziati, è un
organismo vivente della specie umana, è la
prima fase dell’esistenza di ognuno di noi.
E’ la biologia dello sviluppo che ci offre
questa evidenza. La scienza non si basa sulle
opinioni di uno o due scienziati, non si
fonda su argomenti di autorità, come l’ipse
dixit dei discepoli di Pitagora, ma si fonda
su migliaia e migliaia di studi sperimentali
condotti nei migliori centri di ricerca e convalidati
dalla comunità scientifica internazionale.
Inoltre, è falso dire che “Nessuna legge
al mondo prevede che l’embrione sia riconosciuto
come persona giuridica”. Basti
leggere la Risoluzione del Parlamento Europeo
A2-327/1988 “Anche lo zigote [embrione
unicellulare] deve essere protetto e
non deve essere indiscriminatamente usato
per esperimenti”; la Convenzione Europea
di Biomedicina del 1996: “L’embrione e
il feto umano vanno trattati nel rispetto della
dignità umana”.
Certamente l’embrione umano non ha gli
stessi diritti del padre e della madre: è evidente
che non ha i diritti politici, ma ha sicuramente
quel diritto che è alla base di
tutti gli altri, cioè il diritto alla vita, che nel
suo caso si concretizza nel diritto a nascere.
Poiché si trova in una condizione di particolare
debolezza, il suo diritto alla vita merita
una speciale tutela. Infatti, il diritto è
nato storicamente e ha senso per difendere
e promuovere gli interessi di chi vive in una
situazione di debolezza e non per difendere
i diritti del più forte, il quale impone la
sua volontà con la violenza e il sopruso.
3) Dicono “vota sì per consentire la ricerca
scientifica sulle cellule staminali di
origine embrionale. Da queste ricerche dipende
gran parte del futuro della biomedicina
e la possibilità di trovare cure per malattie
oggi molto diffuse, come il Parkinson,
l’Alzheimer, il diabete, i tumori. Da esse
può derivare una speranza per milioni di
persone. Perché impedirlo, lasciando che
gli embrioni attualmente congelati e non
utilizzati deperiscano, quando potrebbero
essere utili per la ricerca per scoprire nuove
cure? Non è questo un modo più giusto
di valorizzare la dignità umana che riconosciamo
all’embrione destinandolo a un’azione
di solidarietà con chi soffre?”.
Anche in questo caso sono le evidenze
scientifiche convalidate a livello internazionale
che ci vengono incontro. Da anni si
sa che le staminali prelevate da viventi allo
stadio embrionale provocano crisi di rigetto
e forme tumorali nei pazienti che le
ricevono (Vogel, in “Science” 2000, p. 1418).
Inoltre, oltre che nocivo, è anche inutile
usare per la ricerca gli embrioni umani che
sono attualmente congelati perché esistono
da anni delle banche di staminali embrionali
secondarie, il cui uso non comporta
nessun problema etico, perché non implica
la soppressione di nessun embrione.
Faccio notare come la terza citazione
ammetta implicitamente la dignità umana
dell’embrione umano e come affermi uno
strano concetto di solidarietà: l’uomo allo
stadio embrionale sarebbe destinato ad
un’azione di solidarietà con chi soffre. Ma
perché un’azione possa dirsi solidale è necessario
che chi la compie paghi di persona
e non che faccia pagare ad altri. Ora nel caso
proposto sono dei biologi o dei ginecologi
che destinerebbero alla ricerca dei propri
simili allo stadio embrionale, senza che
questi ultimi possano dire nulla.
4) Dicono “vota sì per consentire la fecondazione
eterologa e permettere, anche
alle coppie con problemi gravi di sterilità,
di avere figli”.
E’ una formulazione accattivante: sembrerebbe
che la legge sia proprio cattiva
perché vieta di avere figli a chi li desidera
e vieta un atto di generosità come la donazione
di gameti.
Ma nessuno ha diritto ad avere un figlio
per il semplice motivo che i diritti si esercitano
solo sulle cose e mai sui propri simili,
altrimenti li riduciamo a cose o a schiavi
dei nostri desideri.
Una coppia può avere il nobilissimo desiderio
di avere un figlio, ma questo desiderio
non potrà mai trasformarsi in un diritto
al figlio.
La legge, vietando la fecondazione eterologa,
vuole tutelare il bambino perché abbia
un padre e una madre che, biologicamente
ed effettivamente siano identificabili.
Difende il diritto del minore di sapere
chi sono i genitori che lo hanno generato.
Quindi, gli slogan usati dal comitato per
il sì si reggono su due gambe. La prima è
l’infondatezza medico-scientifica: sembra
che non conoscano la letteratura scientifica
più recente su questa complessa materia.
La seconda è l’inganno fraudolento dietro
il quale – e non c’è bisogno della zingara
per indovinarlo – ci sono gli ingenti interessi
economici dei laboratori che praticano
la fecondazione extracorporea ( il costo
di un ciclo di fecondazione oscilla dai 5000
euro ai 10.000 euro). Sono gambe traballanti.
Speriamo che non reggano più.
Io non andrò a votare per questi tre motivi:
1) l’onere della prova spetta a chi ha
promosso i referendum. Sarà lui a dover dimostrare
che il 51 per cento degli italiani è
contrario alla legge vigente; 2) se anche andassi
a votare no, farei il gioco dei sì: ammettiamo
che su 100 italiani 51 vadano a votare,
e che questi 51 si dividano in 31 sì e 20
no; allora i 20 no avrebbero aiutato il sì,
perché se fossero stati a casa il referendum
non sarebbe passato; 3) non voglio peggiorare
la legge attuale.
Giorgio M. Carbone
Professore di Bioetica a Bologna presso la
Facoltà di Teologia dell’Emilia Romagna

articolo

tanto per ascoltare tutti..e non mettere la testa sotto la sabbia..e per votare in scienza e coscienza.. un embrione non è una cosa da usare e gettare o no?
 
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Ishtar
view post Posted on 28/5/2005, 07:26




Alternative (27 maggio 2005)

Staminali, primi risultati per produrle senza nuovi embrioni

Enrico Negrotti

Un gruppo di ricerca americano ha annunciato la creazione di 10 linee di cellule staminali embrionali ottenute a partire da cellule embrionali preesistenti, ma senza passare per la produzione di nuovi embrioni. Lo riporta il settimanale inglese «New Scientist». «Le attuali tecniche di clonazione diventerebbero superate – commenta Angelo Vescovi, condirettore dell’Istituto Cellule staminali del San Raffaele di Milano – e si supererebbe il problema etico». Anche se tra i ricercatori si sta aprendo una contesa tra metodi più o meno efficaci per ottenere il risultato di avere sempre nuove cellule staminali embrionali senza produrre embrioni. Per ottenere questo risultato, i ricercatori coordinati da Yuri Verlinsky del «Reproductive Genetic Institute» di Chicago hanno sottoposto cellule di linee embrionali già esistenti a una centrifugazione che consente di espellere il nucleo.

Quindi si è fusa la cellula denucleata con quella di un donatore adulto riprogrammandola e ottenendo poi le staminali embrionali denominate «stemibride». Guarda con favore alla ricerca Angelo Vescovi: «Se il metodo funziona, abbiamo risolto definitivamente il problema etico producendo staminali embrionali senza dover creare embrioni». Il metodo di Verlinsky si avvale di cellule embrionali umane il cui nucleo viene espulso tramite un metodo di centrifugazione. Il team avrebbe fatto aderire le cellule a una superficie in modo da agitarle fino a quando il nucleo non viene forzato a uscire. I ricercatori hanno, a quel punto, preso cellule umane adulte fondendole con la staminale denucleata.

Così facendo le cellule «stemibride» sono state riprogrammate con il nuovo nucleo che contiene il Dna del donatore diventando così nuove cellule embrionali. Yuri Verlinsky non ha voluto fornire tutti i dettagli sulla tecnica presentata a Londra la scorsa settimana e che, ha precisato, si appresta a brevettare. E proprio questo obiettivo spiega le inevitabili rivalità scientifiche che si intravedono dietro l’annuncio. Infatti lo scienziato austrialiano Alan Trounson della Monash University, che lo scorso anno aveva proposto una tecnica simile alla «stemibrid», ha avanzato dubbi sul fatto che le cellule neoprodotte possano contenere materiale genetico diverso da quello del donatore adulto. La nuova tecnica realizzata negli Stati Uniti è una sorta di «clonazione senza clonazione». Altri tentativi di questo tipo sono in corso da poco più di un anno.

«Da un anno e mezzo predico questa possibilità per le cellule di far ritornare allo stato di totipotenza, in pratica ritornare cellule embrionali – dice Vescovi – si tratta di un metodo che risolve il problema etico alla radice. Credo sia una scoperta sensazionale, se confermata, che di certo renderebbe obsolete tutte le altre, compresa la coreana» di cui si è ampiamente parlato di recente. Certamente si spiega anche la grossa rivalità in atto tra ricercatori: «Trounson e Verlinsky stanno cercando di ottenere lo stesso risultato per vie diverse. Chi arriva primo potrebbe avere enormi vantaggi in termini di brevetti. Con la conseguenza di rendere inutili quelli attualmente esistenti sulle cellule staminali embrionali. E di rendere obsoleta e superata l’attuale forma di clonazione». Quella che viene rivendicata come progresso ineludibile dai referendari.
articolo




 
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Maximus05
view post Posted on 31/5/2005, 07:32




Scienziati: un’opinione di troppo

Etica ed eterologa

di Ernesto Galli della Loggia

Tra le cose che deciderà il prossimo referendum del 12-13 giugno ci sono anche lo spazio e il ruolo che la scienza deve o non deve aspirare a occupare nella società italiana, nel suo discorso pubblico. Anzi non la scienza, per essere precisi, ma gli scienziati. I quali in questi giorni di spazio ne occupano parecchio, essendo contesi dai fautori tanto del no che del sì e non esitando a schierarsi con gli uni o con gli altri. A guardar bene, però, questa mobilitazione pubblica degli scienziati non è così limpida e coerente come vorrebbe sembrare, e come sarebbe opportuno che fosse: in particolare nel campo degli scienziati pro-referendum, di gran lunga il più affollato e pronto a scendere in campo.
Colpisce ad esempio che parlando nella loro qualità di scienziati, invitati a esprimersi proprio per questo, nessuno degli addetti ai lavori si rifiuti di estendere il suo sì anche al quesito sulla fecondazione eterologa. Ma che cosa c’entra, mi chiedo, un tale quesito con la scienza? Ben poco.
Qui, infatti, non si tratta di stabilire nulla che abbia un particolare contenuto scientifico (fatto salvo forse accertare qualità e quantità dello stress ormonale a cui è sottoposto il corpo femminile nel caso di cessione o ricezione di ovociti). Si tratta invece di decidere in primo luogo se sia eticamente e socialmente positivo che vi siano esseri umani tenuti all’oscuro della propria genitorialità naturale, che si verifichi un inevitabile commercio di liquido seminale e di ovociti con relativo, altrettanto inevitabile, accertamento delle loro caratteristiche, e infine che anche coppie di omosessuali possano generare figli.
Tutte questioni, come si vede, che con la scienza propriamente intesa non hanno un grande rapporto. Eppure, ripeto, in tutti questi mesi non mi è capitato di leggere di un solo scienziato che non si sia sentito in dovere di estendere la sua competenza di addetto ai lavori anche a questioni del genere. È come se all’epoca del referendum sul costo del lavoro gli economisti interpellati in proposito si fossero messi a dire la loro sulla accettabilità etica o meno del sistema capitalistico.
Non voglio dire che allora questa disinvoltura esternatoria, chiamiamola così, getti una luce ambigua su tutto l’insieme delle indicazioni che ci giungono dagli uomini di scienza. Voglio semplicemente osservare che nella cultura della nostra società è così forte la fiducia riposta negli «esperti», nel sapere scientifico- tecnico, che ne nasce una pressione sociale tale da mettere a rischio la soglia di vigilanza critica degli stessi esperti, degli stessi scienziati. I quali, alla fine, si sentono inevitabilmente investiti di una sorta di funzione oracolare a 360 gradi.
Bisognerebbe invece ricordare che in una democrazia la funzione degli esperti è quella di aiutare a chiarire le questioni di loro competenza, non già di decidere per conto delle maggioranze. Soprattutto se—come in questo caso—si tratta di questioni che hanno un evidentissimo contenuto morale. Uncontenuto morale indipendente da ogni aspetto religioso perché qui è questione di dove fissare — nella sfera cruciale del modo di concepire e di nascere e del rapporto tra genitori e figli—il limite tra ciò che è compatibile con la libertà e la dignità umane e ciò che non lo è. Attribuire in tal genere di questioni uno spazio esorbitante all’opinione degli scienziati, degli «esperti», significa semplicemente oscurare il cuore del dilemma: e dunque contribuire a una deresponsabilizzazione etico-politica dei cittadini dalla quale la democrazia non ha nulla da guadagnare.
31 maggio 2005

corriere.it

Sempre molto puntuale Della Loggia a cogliere certe contradizioni..io più prosaicamente direi con detto milanese storpiato
"Onfalè fa el to mestiè"..ma c'è la mania di fare i tuttologi adesso, certi anche di avere ragione..

Edited by Maximus05 - 31/5/2005, 08:39
 
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Maximus05
view post Posted on 31/5/2005, 07:40




La salute della donna.

La "salute della donna" è una questione seria e un argomento importante, quantomeno per la sua immediata visibilità e concretezza. Penso tuttavia che sia diventato uno strumento per scopi non direttamente collegati al bene della donna, ma utilizzato per toccare le corde del cuore e per far passare in silenzio altri concetti.
Nella fecondazione artificiale la salute della donna è messa alla prova da subito.
La prima tappa è il cosiddetto "azzeramento". Perché l’ovaio produca molti ovuli contemporaneamente, prima bisogna bloccarlo (azzerarlo) altrimenti ne produce uno solo al mese (un mese un’ovaia, un mese l’altra). Per fare questo si inietta alla donna dal 1° al 15° giorno del ciclo un analogo dell’ormone GnRH-A che addormenta le ovaie. Poi dal 16° al 25° giorno si sovraccarica la donna dell’ormone Follicolo Stimolante (FSH), che stimola talmente le ovaie da farle produrre 15,20, 30, 40 follicoli in soli dieci giorni. Proprio qui c’è il pericolo per la salute della donna, perché ogni follicolo mentre produce un ovulo produce anche gli estrogeni. A causa di questi estrogeni abbondanti oltre ogni ragionevole limite fisiologico, la donna si gonfia per ritenzione idrica e corre anche il gravissimo rischio di trombosi venose causate proprio dagli estrogeni patologicamente elevati. La gravità della situazione è dovuta inoltre al fatto che non si riesce a prevedere quanti follicoli saranno prodotti e quanto elevati saranno questi estrogeni, perché ogni donna è diversa. Quindi la situazione può sfuggire di mano al medico, e una super-ovulazione può trasformarsi pericolosamente in iper-stimolazione, la quale, se non porta ad esiti fatali, comunque causa alla donna pesantissime conseguenze. Se poi la donna rimane incinta, oltre all’enorme quantità di estrogeni presenti, la gravidanza stessa produrrà ormoni che peseranno ulteriormente sulla sua salute. Infatti, i primi tre mesi di una gravidanza ottenuta dopo un’iperstimolazione sono a rischio.
E’ molto meglio sottoporre la donna ad una "blanda" superovulazione per ottenere 10, 15 follicoli, che proporle un’iper-stimolazione in un colpo solo per ottenere quanti più ovuli possibili. Molti di questi ovuli prodotti in poco tempo saranno inadatti ad essere fecondati, o daranno embrioni di "scarsa qualità". (Questa definizione del povero embrione è semplicemente urtante e disumana).
Un’ovaia blandamente stimolata non si ingrossa esageratamente, mentre un’ovaia iperstimolata può arrivare alle dimensioni di un melone (!) e sfuggire ad ogni controllo.
Veramente a tutti i costi!.
E noi, che diciamo no alla fecondazione artificiale, saremmo quelli che non hanno a cuore la salute vera della donna?

Gabriele Soliani

da legnostorto

Queste cose la gente le sa o no?
 
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Rachael
view post Posted on 2/6/2005, 10:28




Una bella testimonianza di chi ha la voglia e il coraggio di vivere


Storia di Carmelo Porcu


L’onorevole disabile che rivivrebbe tutta la sua vita così com’è
Affetto da tetraparesi spastica, ha scelto il “partito più handicappato in assoluto”, ha iniziato la carriera nell’Msi

Il maestro della scuola elementare di Orune portava i suoi alunni in aperta campagna e li faceva giocare a calcio. Così, in pantaloncini di velluto e scarponi corazzati da pastore, i piccoli indemoniati potevano sfogare sul pallone la loro furia e tornare in classe con un po’ di attenzione da dedicare alla lezione. Quella volta, però, poco prima di cominciare a sollevare tutt’intorno il consueto polverone, i ragazzini di Orune dovettero fermarsi per considerare un problema inedito, quel loro nuovo compagno tutto storto e un po’ deboluccio che il maestro aveva buttato in mezzo alla mischia: “E a Carmelo cosa gli facciamo fare? Dove lo mettiamo Carmelo?”. Carmelo stava in piedi per miracolo, scomposto com’era, e se si provava anche solo di parlare il suo corpicino gracile si agitava tutto, convulsamente. Figurarsi se riusciva a calciare diritto un pallone. Ma quelli erano gli anni Sessanta, gli anni in cui il Mago Helenio Herrera faceva faville con l’Inter di Moratti (Angelo), e a qualcuno dei bambini di Orune venne subito l’idea: Carmelo doveva fare l’allenatore. Doveva fare Herrera, Carmelo.
“Ecco come ho potuto addirittura giocare a calcio, io: facevo l’allenatore, e organizzavo contemporaneamente l’una e l’altra squadra”. Oggi, 2005, il Mago Herrera della Barbagia non fa più l’allenatore, è un deputato del Parlamento della repubblica. Come sempre, quando parla, il suo corpo freme incontrollato, perché la tetraparesi spastica che lo affligge è irreversibile, ma con quel fisico deformato l’onorevole Carmelo Porcu ora ha imparato a convivere. E a scherzare: “Io sono un sardo della Barbagia, nel mio Dna c’è scritto che avrei dovuto fare il bandito o il sequestratore. Perciò, visto che mi manca la forza fisica, ho scelto di intraprendere la carriera politica”. La carriera politica Carmelo Porcu ha scelto di cominciarla nell’Msi. Scelta paradossale per uno che i nazisti probabilemente avrebbero infilato vivo in un forno crematorio. “Ma io che potevo fare? Da handicappato ho scelto il partito più handicappato in assoluto”. E gli è andata di lusso, visto che oggi Porcu è coordinatore regionale di Alleanza nazionale per la Sardegna: “In effetti in politica mi sono trovato bene, e posso garantire che da handicappato a Montecitorio non ho mai sofferto la solitudine”. L’onorevole ride volentieri del suo corpo traballante, ma il caso Carmelo Porcu farebbe rabbrividire tutti gli illustri dottori referendari alla Umberto Veronesi, i quali vanno dicendo che la legge 40 condanna i disabili alla vita, e alla vita da disabile.
Ed è proprio per questo che oggi l’onorevole Porcu al suo brutto corpo è affezionato più che mai, e ha deciso di raccontarne la storia drammatica – “ma in punta di piedi, con discrezione, perché mi dà fastidio mettere in piazza queste cose” – “per difendere la legge 40, perché mi sto rendendo conto che tutto il grande progresso culturale e di costume che abbiamo compiuto in tanti anni riguardo al problema della disabilità viene ora rimesso in discussione. Si dice che i disabili non devono venire più al mondo, e nessuno fa una piega, nemmeno le sinistre, che si stracciavano le vesti quando la società ignorante di qualche decennio fa si azzardava solo a trattare uno spastico come me da disabile anche mentale. Oggi invece perfino loro si permettono il lusso di predicare una felicità che può essere definita a priori”.
Per Carmelo Porcu il Mondo Nuovo verso cui il nostro secolo precipita, è per certi versi un tuffo all’indietro “negli anni Cinquanta-Sessanta, quando l’avere in casa un figlio disabile era considerato disdicevole, una sorta di marchio d’infamia, una punizione del destino, una colpa da lavare”. Cinquant’anni di battaglie e conquiste sociali spazzati via in un istante: “All’epoca in cui mia mamma mi portava in braccio, da piccolino, la gente che ci incontrava si commuoveva. ‘Oh poverino, questo bambino!’, le dicevano. Qualche volta anche esagerando, in maniera pietistica, ma comunque sempre esprimendo solidarietà. Adesso, al contrario, le donne come mia mamma (che sono delle donne-coraggio, donne che faticano in maniera sovrumana per portare avanti la vita dei loro figli disabili, che amano i loro figli e più sono disabili e più li amano) invece di sentirsi amate, ammirate o comunque di sentire la solidarietà degli altri, si sentono quasi rimproverate: ‘Perché hai messo questo figlio al mondo? Non c’hai pensato? Ti è sfuggita la situazione di mano?’. Io allora mi chiedo: perché non facciamo loro coraggio, piuttosto di scoraggarle a fare nascere quelli come me? E poi qual è la giuria? C’è chi accampa la pretesa assurda di poter dire a un altro uomo: ‘Tu non sarai felice.

il foglio

 
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Ishtar
view post Posted on 2/6/2005, 16:11




Primo quesito: perché No (o Astensione)

Per non produrre embrioni
che poi verranno uccisi
Le terapie non devono violare l’etica del rispetto della specie: senza queste regole si rischia il ritorno all’anarchia
In generale sul referendum la mia posizione è l’astensione, soprattutto perché da una situazione di anarchia più totale era fondamentale avere una legge che regolasse il settore. Il valore intrinseco di questa normativa è proprio quello, dopo anni di dibattiti, di dare regole chiare.

Ora si può anche pensare di migliorarla, ma non è con i quattro quesiti referendari abrogativi che si raggiungerà questo obiettivo. Non è possibile migliorare il vuoto. Se passassero i referendum, si conserverebbe la struttura della legge svuotandola di ogni contenuto. Salvare la forma per non salvare la sostanza. Abrogare passaggi chiave della legge vuol dire ritornare all’assenza di regole, a situazioni drammatiche di un settore in cui molti professionisti seri si sono, purtroppo, visti affiancare da personaggi di dubbia esperienza mossi da sete di denaro. Difficile sostenere che, in assenza di regole, in un tale Far West, fosse tutelata la salute delle donne è davvero difficile. Le regole ora ci sono.

Per quanto riguarda il primo quesito, in particolare, è assurdo collegarlo alla libertà di ricerca. Dare regole all’attività di ricerca non vuol dire violarla. In Italia la ricerca è minata da ben altri mali: il nepotismo, l’assenza di meritocrazia, la burocrazia, un’atavica e drammatica mancanza di fondi. Tutti mali che non si risolvono certo con la possibilità di studiare gli embrioni congelati.

Votare sì al primo quesito referendario non cambierebbe nulla. È intelligente come slogan, ma insostenibile da difendere per chi la ricerca la vive in prima persona, consapevole che deve essere sempre condotta nel rispetto dell’etica della specie. Non si può e non si deve, per delle supposte terapie (che non esistono), creare la vita per poi distruggerla.

Sto parlando delle cellule staminali di embrione umano: non è assolutamente necessario utilizzarle per fare esperimenti, prima si possono fare per esempio su cellule di scimmia. Poi vi è la strada, annunciata pochi giorni fa, degli ibridi creati grazie a un metodo messo a punto a Chicago: si «creano» linee staminali embrionali da cellule adulte senza bisogno di produrre embrioni. Se il metodo funzionasse, sarebbe risolto definitivamente il problema etico.

Infine, lasciando invariata la legge 40, basterebbe una minima variazione alle norme per avere cellule staminali embrionali sufficienti per ogni tipo di ricerca. Questo, però, ad una condizione imprescindibile: che il divieto di produrre embrioni soprannumerari venga mantenuto. A quel punto infatti, anche solo con l’1 per cento degli embrioni umani già congelati e morti poiché non più capaci di attecchire, si potrebbero creare oltre tremila linee cellulari staminali embrionali umane. Più che sufficienti a coprire le necessità di tutti per centinaia di anni a venire. Ma se la norma venisse abrogata dal referendum, sarebbe possibile produrre embrioni umani, addirittura clonarli, per poi ucciderli ed estrarne le cellule. Lo trovo inaccettabile.

Noi possiamo puntare sulle staminali adulte e su quelle del cordone ombelicale, dove ormai abbiamo un’esperienza riconosciuta a livello internazionale, lavorare sulle staminali embrionali di scimmia, prendere in esame il possibile uso degli embrioni sovrannumerari fatto salvo il non produrne mai più, sviluppare la tecnica degli ibridi descritta prima... e guardare ai fatti concreti. Presto, per esempio, dovrebbero partire le prime sperimentazioni cliniche per curare con cellule staminali cerebrali persone colpite da malattie neurodegenerative. Gli studi partiranno negli Stati Uniti, in Inghilterra e forse anche da noi.

Siamo pronti. La ricerca va avanti. Dipende dagli uomini e dalle strategie, non certo dalla legge 40.
Angelo Vescovi
Condirettore dell’Istituto di ricerca sulle cellule staminali del San Raffaele di Milano
DA corriere.it
 
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verbenasapiens
view post Posted on 2/6/2005, 16:20






Questo, invece, il parere di Veronesi..lo stesso che ha detto di mangiare OGM perchè non fanno assolutamente male..

Per curare malati gravi
con gli embrioni congelati
Una missione terapeutica reale: guarire patologie come Parkinson, Alzheimer e diabete giovanile
Ho chiaramente espresso il mio sì ai quattro quesiti referendari in più di un’occasione e non è una scelta solo da scienziato; è anche come cittadino che considero inumana e ingiusta la legge varata dal nostro Parlamento, con l’intento, a parole, di favorire la procreazione delle coppie infertili. In realtà ne è scaturita una serie di divieti unica nel mondo occidentale, che penalizzano le coppie, le donne, i medici, i ricercatori, gli embrioni. Sì, anche quegli embrioni che i legislatori hanno posto al centro della loro attenzione riconoscendo loro più diritti che al feto (dopo l’impianto si può abortire). Ed è proprio nel primo quesito che balza evidente la contraddizione sugli embrioni.

La legge 40 vieta la soppressione di embrioni durante la fecondazione assistita (articolo 14 comma 1), ma paradossalmente nello stesso articolo afferma la possibilità della loro soppressione in un tempo successivo, quando l’embrione si è sviluppato nell’utero materno (il riferimento è la legge 194). Ma soprattutto la legge non indica quale deve essere la sorte degli oltre 30.000 embrioni che si trovano tuttora nel nostro Paese in stato di crioconservazione, ossia «congelati». La legge contempla, inoltre, che anche in futuro sarà consentita la crioconservazione di embrioni per casi particolari (articolo 14, comma 3), ma anche per questi non dà indicazioni sul loro futuro nel caso in cui non siano trasferiti in utero. Poiché l’abbandono di embrioni nelle celle frigorifere induce inesorabilmente alla loro morte, il silenzio della legge al riguardo equivale ad accettare questa soluzione in palese contraddizione con i principi ispiratori della legge stessa che sono proprio di tutela degli embrioni. Infatti, non specificando la legge quale deve essere l’atteggiamento concreto nei riguardi degli embrioni crioconservati e non essendo consentito il loro uso a fini terapeutici, implicitamente intende che debbano rimanere nella condizione di congelamento e quindi destinati a morire.

L’alternativa che viceversa il mondo scientifico propone va proprio in senso opposto in quanto evita la morte degli embrioni che vengono trasferiti, sotto forma di cellule staminali, vive e vitali, in pazienti gravemente ammalati che grandemente si gioverebbero di queste cure. Stiamo quindi di fronte al paradosso di una legge che, così come è formulata, conduce ad una vera e propria «strage» di embrioni, mentre l’alternativa più razionale di farli vivere in una nobilissima missione terapeutica non viene concessa.

Teniamo presente che uno dei settori più promettenti della ricerca biologica e medica riguarda proprio le staminali di origine embrionale, cellule molto versatili, si chiamano totipotenti, con la caratteristica davvero unica di potersi trasformare in qualunque altro tipo di cellula: in questo modo potrebbero rappresentare la soluzione ideale per quelle malattie degenerative come il morbo di Parkinson o l’Alzheimer andando a rimpiazzare le cellule danneggiate. È un filone di ricerca fondamentale: perché ignorarlo con tanta determinazione? Senza considerare il diabete giovanile: le sperimentazioni sugli animali sono terminate con successo, ora bisognerebbe applicare la terapia con cellule staminali all’uomo. Una missione terapeutica reale, e non futuribile come dicono astensionisti e fautori del no, di salvare delle vite, guarire malati, curare patologie al momento incurabili. E da subito, perché una volta avuto l’assenso nell’utilizzarli partirebbero subito studi clinici, su pazienti, con le staminali di questi embrioni, altrimenti destinati — per legge — a finire nel lavandino. Io credo quindi che questa parte della legge vada abrogata e vada riscritta in maniera giuridicamente coerente e umanamente difendibile.
Umberto Veronesi
direttore scientifico dell'Istituto europeo di oncologia
da corriere.it
 
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verbenasapiens
view post Posted on 2/6/2005, 21:11






Molto interessante questo articolo che riporto..anche condivisibile a leggerlo con attenzione..
Divagazioni sui quesiti del 12 giugno
Mandato da Emilio Palazzi Giovedì, 02 June 2005, 21:31.
Sul referendum del 12 giugno abbiamo letto tante disquisizioni, anche dotte, ma non per questo condivisibili, da rendere forse preferibile qualche divagazione sull'argomento.
E' stato sostenuto che l'embrione-persona è la negazione dell'uomo e, all'opposto, che è un essere umano sin dalla fecondazione. Vi è chi lo ha chiamato ricciolo di materia e chi l'ha paragonato ad una muffa per esperimenti in laboratorio. Altri si sono posti il quesito di quando riceva l'anima, che lo trasformerebbe in essere umano. Per me l'essenza del problema non è di capire se l'embrione abbia l'anima, ma cos'è avvenuto miliardi d'anni prima, quando è sorta la vita sulla Terra. La curiosità fondamentale dell'uomo dovrebbe essere quella di capire come e perché atomi, che definiamo particelle prive di vita, vengano uniti da legami a seguito di casi naturali e formino molecole definite, le quali a loro volta possono aggregarsi secondo modelli sino a costituire materia vivente, che si scinde, riproduce e dà inizio ad altre forme viventi, che più non dipendono dalla matrice dalla quale si separano.

Questo è il nucleo del quesito primario al quale va data risposta, com'è possibile che materia inerte, assuma per capacità intrinseca forme complesse, giunga a muoversi, sviluppi un metabolismo e le sue conseguenze, col tempo evolva in animali, primati, ominidi, esseri umani i cui cervelli producono idee e immaginano esista l'anima immortale? Questi cervelli, pur non avendo sviluppato la capacità di concepire il tempo che non finisce mai, sono giunti ad immaginare anche l'esistenza di un Essere superiore, infinito, perfetto, puro spirito, che è sempre esistito e mai cesserà di esistere. La materia divenuta cervello dell'uomo è giunta a persuadere altri esseri umani ad accettare le religioni con convincimento da sfidare la morte, questa sconosciuta, della quale sappiamo solo che farà tornare il corpo, cervello compreso, in forma minerale, senza vita. Polvere che temporaneamente diviene vita e torna polvere. In linea di principio, accetto la teoria dell'evoluzione, pur se mi sembra tuttora imperfetta anche nella forma sintetica di Dobzhansky, e mi chiedo, secondo l'ipotesi di chi crede all'esistenza dell'anima, quando avremmo cominciato ad esserne dotati: quando abbiamo cominciato a camminare eretti? Quando abbiamo sviluppato il linguaggio? Fino a qualche secolo fa vi era, in Europa, chi sosteneva che le donne non hanno l'anima e mi chiedo se Lucy l'avesse, tre e più milioni di anni fa.

Al prossimo referendum siamo chiamati a dare un'opinione su quesiti che vertono su fatti e problemi di frontiera, al limite delle capacità di comprendere e decidere e possiamo solo illuderci estrapolando il futuro dal pochissimo che sappiamo. Noi ragioniamo sulla base della nostra preparazione culturale, trasmessaci dalla famiglia d'origine, dalle scuole frequentate, dall'ambiente nel quale abbiamo vissuto, dall'attività che svolgiamo, capace di condizionare gli individui e di produrre le deformazioni professionali. Di fronte al referendum appaiono chiare varie posizioni. Chi ha una mentalità scientifica, se ritiene che la scienza non commetta errori potrebbe votare quattro SI, ma anche SI in risposta ad alcune domande e NO ad altre, se ricorda che la scienza ha attraversato la fase in cui era alchimia e cercava la pietra filosofale e di conseguenza ammette che sia disciplina in divenire e possa in futuro negare quanto oggi ritiene vero. Chi vive di giurisprudenza e interpreta la vita in base ai codici terrà conto della liceità giuridica, dell'opinione che il voto in un referendum abrogativo non sia obbligatorio, di non avere il dovere civico di votare. Esistono infine le categorie di chi ammette che i quesiti siano superiori alle proprie capacità di discernimento e giudizio e di chi se ne infischia e considera inutile il voto anche alle elezioni politiche. In Italia abbondano gli amanti del capello spaccato in quattro e si è giunti persino ad inventare il falso astensionismo per criticarlo. Marco Cavallotti nell'articolo di ieri, La guerra ai laici, sostiene che il problema non è quando cominci la vita, ma quando compaia l'anima, dimostrando di essere un laico che crede alla sua esistenza. A me sembra che dopo l'invenzione dell'anima, che non condivido, e dopo la diffusione della religione cristiana e della sua variante cattolica, la più poetica e profonda di tutte e che rispetto senza aderirvi, chi crede all'esistenza di uno spirito immortale dentro di noi debba necessariamente divenire credente, per aiutare la sua anima a godere dell'eterna beatitudine. Altrimenti quando il contenitore mortale sarà tornato minerale, che fine farà il suo spirito eterno, che per un attimo nel tempo infinito ha avuto bisogno di un corpo vivente?

Per concludere queste divagazioni, convinto di possedere e seguire una qualche morale laica, nel senso di cercare con la ragione, fatalmente limitata, di distinguere quanto è oggetto di fede da quanto è dimostrabile razionalmente, preciso che non andrò a votare al referendum. Ritengo che nessun uomo dovrebbe sopprimere qualunque vita, pur cosciente di vivere nel conflitto che nasce dalla necessità di nutrirci di altri animali per soddisfare il bisogno materiale di atomi divenuti corpo vivente e dai principi morali inventati dagli atomi organizzati come cervello umano, giunti al concetto che l'uomo non deve uccidere. Sono certo che la scienza, che pur mi affascina, non possa prescindere da principi etici, che condizionano la vita dell'umanitå. La scienza che non si autocontrolla e presume di poter risolvere tutti i problemi è presuntuosa, boriosa, arrogante, mentre la preferirei riflessiva, prudente, misurata. No, per la prima volta non andrò a votare.

Emilio Palazzi

da legnostorto
 
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Ishtar
view post Posted on 3/6/2005, 06:54




Oggi sul corsera c'è un gran bel articolo di fondo della Fallaci che dice , sempre conil suo stile arrembante e non ipocrita, il suo pensiero sui referendum, uso ed abuso dell'embrione etc..
Scommetto che gli ottusangoli di ogni numero, genere e grado ne approfitteranno per trattarla ancora da ottusa e violenta invasata..mentre dovrebbero soffermarsi su quello che lei, una grande donna, afferma.
Ah il processo farsa contro di lei è stato fissato il 12 giugno..anche qui..ne vedremo delle belle o delle brutte.
Spero che quanto prima l'articolo di fondo del Corsera a sua firma compaia in rete..
E' , al solito, un pezzo di grande coraggio di una persona talmente laica , non asservita a nessuno, liberale , ma non liberticida, e va assolutamente letto e commentato..magari anche da chi è acriticamente per il sì e si beve le chiacchere di chi punta solo a far soldi..E questo lo dice pure il VATE Grillo..che c'è una fabbrica degli embrioni solo per profitto..
 
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Rachael
view post Posted on 3/6/2005, 13:58




Referendum, Rutelli accusa gli alleati «Mi astengo, il Sì fa un macello e produce una legge inaccettabile. Averli promossi contrasta con il programma dell'Ulivo»

ROMA - Un'astensione prevista e pronosticata. Ma l'annuncio del leader della Margherita, Francesco Rutelli, a proposito dei referendum sulla fecondazione assistita va oltre il tema della consultazione e della scelta di coscienza. Insomma, non sarà come quando Fini ha «spiazzato» buona parte della maggioranza annunciando i suoi tre Sì. Perché Rutelli, nell'annunciare la decisione di astenersi, inserisce le proprie motivazioni in quadro complessivo di critica agli alleati, che hanno sostenuto i referendum. E quindi crea un motivo in più di tensione nella difficile situazione del centrosinistra.



Francesco Rutelli (Ansa)
LA MOTIVAZIONE - «Io mi asterrò - spiega Rutelli - perchè è il modo politico più efficace per rigettare i quesiti. È la risposta giusta perchè chi vota no involontariamente aiuta chi vuole il sì e imbalsama la legislazione attuale delegittimando la possibilità di modificare la legge» .
Una posizione che si sovrappone a quella del fronte cattolico e della Cei. Con una motivazione tuttavia diversa: «Il non raggiungimento del quorum - spiega Rutelli - lascia la strada aperta a un miglioramento della legge, mentre il Sì farebbe un macello, producendo una legge inaccettabile. Questa legge non è perfetta, va migliorata. Ma per migliorarla è indispensabile verificarla e affinarla».
Secondo Rutelli «l'estrema complessità del tema forza i promotori dei quesiti a delle semplificazioni sbagliate. Sciabolate e accettate, necessarie per arrivare a coinvolgere il grande pubblico, sono la negazione della complessità della materia e quindi l'astensione rappresenta un radicale rifiuto di questa impostazione. In secondo luogo, l'astensione è il modo politico più efficace per rigettare questa contesa. Chi vota No, involontariamente aiuta la battaglia del Sì». E a chi critica la scelta dell'astensione il presidente della margherita replica con decisione: «Tutti coloro che definiscono in modo aggressivo la scelta dell'astensione, in passato, almeno una volta, si sono politicamente astenuti su altri quesiti. È singolare che oggi chi in passato ha promosso l'astensione attiva, definisca furbesca, miserabile e ipocrita l'azione per l'astensione attiva su questi 4 referendum».

LE FORZATURE - Ma Rutelli apre anche il fronte del rapporto con gli alleati e del programma dell'Ulivo. Aver promosso i referendum sulla fecondazione, sostiene, «contrasta con il programma dell’Ulivo di questa legislatura». E aggiunge: «Ci sono state chiare forzature ed errori che gli alleati della Fed hanno compiuto nel promuovere, in quanto partiti, questo referendum». La critica riguarda soprattutto l’atteggiamento di Ds, Sdi e Repubblicani europei «innanzi tutto per non avere informato gli alleati delle loro iniziative promotrici e poi per i contenuti delle loro iniziative» che, in alcune occasioni, sono arrivate «a sostenere il referendum interamente abrogativo» che, secondo il leader della Margherita, avrebbe portato «ad approdi imbarazzanti».
Corriere.it

Interessante posizione quella di Rutelli.

 
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verbenasapiens
view post Posted on 3/6/2005, 14:11




Speriamo sincera..cmq fa bene a dissociarsi da nani e ballerine..e amebe..
 
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95 replies since 15/5/2005, 12:42   522 views
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