Il sofà delle muse

Tonino, il “grano” e le grane... per Veltroni

« Older   Newer »
  Share  
Rachael
view post Posted on 3/3/2008, 17:17




È solo un parente, forse neppure serpente. Di certo non è povero e non porta solo voti ma anche qualche problema. Si parla dell’Italia dei Valori di Antonio Di Pietro che il 27 febbraio sarà protagonista in tribunale e in Parlamento. Sempre per lo stesso motivo: i rimborsi elettorali, e il loro uso. Il tribunale
Certo, è ancora tutto da provare e il 27 febbraio, al tribunale di Roma, il gip Carla Santese dovrà solo decidere se approfondire le indagini, archiviare l’inchiesta o rinviare a giudizio gli indagati. Ipotesi di reato: falso in atti pubblici, appropriazione indebita e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. La notizia che nel fascicolo 4620/07 c’è il nome di Antonio Di Pietro, ministro delle Infrastrutture, rischia di abbattersi sulla campagna elettorale del Partito democratico. Con Di Pietro è indagata Silvana Mura, deputata e tesoriere dell’Italia dei valori.
Il partito di Tonino correrà con il suo simbolo, il gabbiano, ma comunque non farà piacere a membri del Pd, già molto perplessi sull’alleanza con l’ex pm e zittiti da Veltroni perché “Di Pietro porta voti”, scoprire che i magistrati si stanno interessando proprio ai rimborsi elettorali (22 milioni e mezzo di euro) che, grazie al volo di quel gabbiano, l’Idv ha ottenuto.
Come già ricostruito da Panorama nei numeri scorsi, i parlamentari Di Pietro e Mura sono l’anima dell’Italia dei valori fin dalla fondazione, il 26 novembre 2000, nello studio del notaio Bruno Cesarini di Roma. Giuridicamente si tratta di un’associazione non riconosciuta, senza fini di lucro, che per statuto “intende contribuire a contrastare abusi e ogni tipo di reato contro la pubblica amministrazione”.
Per farne parte ci vuole però un atto notarile e l’espressa accettazione del presidente. Un movimento ermetico al punto che dal 26 novembre 2000 a oggi i soci non hanno mai superato l’esorbitante numero di… tre. Chi sono? Il presidente è sempre lui: Di Pietro, Silvana Mura, un’ex commerciante di accessori e abbigliamento che nelle interviste si racconta “amica di famiglia” di Tonino. L’unico incarico mobile è quello del segretario: inizialmente era Mario Di Domenico, amico e avvocato personale di Di Pietro. Poi qualcosa è andato storto, Di Domenico nel 2003 si è dimesso (”Dopo aver constatato irregolarità notevoli nella gestione economica” come ha fatto mettere a verbale davanti al magistrato) e da collaboratore di Di Pietro è diventato collaboratore della giustizia, da per Tonino a contro Tonino.
A fare da segretario, il 26 luglio 2004, è così arrivata Susanna Mazzoleni, moglie di Di Pietro e madre dei suoi figli Anna e Antonio. All’Idv si fa tutto in famiglia. Di Pietro, il presidente, nomina il tesoriere. Silvana Mura, l’amica di famiglia, in qualità di tesoriere prepara i bilanci. Di Pietro li approva. L’ultima parola spetta all’assemblea dei soci, ossia a Tonino, a Mura e a Mazzoleni.
E il partito?
Il partito si chiama sempre Italia dei valori, ha lo stesso presidente dell’associazione, Antonio Di Pietro, e lo stesso tesoriere, Silvana Mura; ma giuridicamente è una cosa ben diversa dall’associazione Idv che prende i soldi. Un essere giuridico a due teste. Al partito infatti può iscriversi chiunque ma in base allo statuto diventa un semplice “aderente”. A decidere su linea politica, candidature, alleanze, e soprattutto sui bilanci, è solo ed esclusivamente il presidente, Di Pietro.
Un presidente con poteri assoluti, tanto che nello scorso ottobre Giuseppe Tarantola, presidente della prima sezione del tribunale civile di Milano, ne era rimasto stupefatto: lo statuto “consente al fondatore di approvare i rendiconti preventivi e consuntivi per milioni di euro” senza praticamente alcun controllo. “Una società personale” l’ha definita Marco Pannella dai microfoni di Radio radicale. Il marchio è fondamentale, proprietà di Di Pietro, grazie a quel simbolo, dal 2001 a oggi all’associazione Idv, coi suoi tre soci, sono stati attribuiti 22 milioni e mezzo di euro. I giudici decideranno, se mai si arriverà al processo, se c’è stata truffa o appropriazione indebita.
Il Parlamento
Quei 22 milioni di euro stanno diventando perfino un problema di diritto parlamentare internazionale. Nel “cucuzzaro” ci sono anche i 5 milioni di euro che da anni vengono rivendicati da Achille Occhetto, Giulietto Chiesa ed Elio Veltri, gli esponenti del Cantiereche nel 2004 avevano fatto lista comune con l’Idv per le europee. Di Pietro, forte del possesso del simbolo, non ha mai riconosciuto loro alcun diritto al rimborso elettorale. Così, il 27 febbraio, anche l’Ufficio di presidenza della Camera aprirà un dossier su Di Pietro: il 21 gennaio a Montecitorio è arrivata, firmata dal pool dei legali di Occhetto e soci, una diffida ufficiale al Parlamento italiano a procedere a ulteriori versamenti all’Idv. C’è perfino il rischio che, per la prima volta nella storia della Repubblica, venga recapitato a Montecitorio un decreto ingiuntivo. Paradosso: a illustrare la vicenda ai colleghi dell’ufficio di presidenza sarà un alleato elettorale di Di Pietro, Pierluigi Castagnetti, vicepresidente della Cameraed esponente del Pd.
E sempre al malcapitato Castagnetti toccherà annunciare che la Corte europea dei diritti, sulla vicenda Occhetto-Di Pietro-Camera dei deputati, ha aperto un procedimento per “violazione dei diritti politici fondamentali”. Di Pietro porterà anche voti, come sostengono i sondaggi di Veltroni. Ma con il grano spesso arrivano anche le grane.
Da Panorama
Eh, bravo Tonino.. il grande moralizzatore della politica italiana si ritrova di nuovo sotto inchiesta con accuse pesantissime che vanno dal falso in atti pubblici alla truffa aggravata di contributi erogati dallo stato alle formazioni politiche, mica bubbole. Se si pensa poi a cosa deve la sua fortuna politica....
Inoltre Franco Romano, ex responsabile della Calabria, che lo ha praticamente accusato di essersi annesso tutte le clientele una volta appannaggio dell’Udeur, ha anche parlato dell'ultimo arrivato all'Idv l’avvocato Armando Veneto, legale di mafiosi e esponenti della ‘ndrangheta, che nel 1979 aveva tenuto l’orazione funebre del boss Girolamo Piromalli e che per questo è anche citato negli atti della commissione antimafia.
Insomma, c'è di che rimanere basiti.
E il sig. Di Pietro, poi, getta la croce, su Berlusconi...quando sembra, che di "cadaveri" nell'armadio, ne ha benpiù del Cav:
Rach
 
Top
0 replies since 3/3/2008, 17:17   118 views
  Share