Il sofà delle muse

Cinema e letteratura: un legame indissolubile

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Rachael
view post Posted on 3/3/2008, 17:20




Cinema, letteratura: teatro d’ombre, simulacri di fronte ai quali l’uomo di cultura non può nulla… Se non conoscerne il funzionamento. Gilles Thérien, “Revue des sciences humaines”

Così questa scrittura reca un senso sottilee dona agli occhi più concentrazione. Ibn At-Tubi


Non si tratta unicamente di fotogrammi e parole, di voce ed immagine, di racconto scritto e mostrato, si tratta di due linguaggi diversi, ma complementari, che al
lettore o allo spettatore, sembrano "semplici macchine” per raccontare storie,
Cinema e letteratura.
Ne parlo perché sta per uscire un film tratto da uno dei libri che più mi hanno emozionato e commosso ultimamente, “Il cacciatore di Aquiloni” di Khaled Hosseini.
Il libro racconta la storia di due bambini afgani Hassan e Amir di etnia ed estrazione sociale diverse, il primo hazara, il secondo pashtun e di come si snoderanno le loro vite, dopo che una terribile violenza li vede protagonisti: lo stupro di Hassan, a cui Amir assiste senza intervenire. Questa è la chiave di tutto il romanzo, che diventa metafora per narrare le tragedie di quella terra straziata, da guerre fratricide, invasioni e regimi dusumani.
Lo stesso Hosseini considera il suo libro una potente metafora: “Hassan lo stuprato rappresenta l’Afghanistan; Amir che guarda e non interviene, la comunità internazionale, che è sempre rimasta alla finestra mentre il mio paese veniva brutalizzato da un regime dopo l’altro”.
Un libro, quindi pieno di pathos e significati profondi , che coinvolge in modo straordinario il lettore.
Cinema e letteratura, pur essendo due arti distinte, hanno un rapporto di osmosi, di compenetrazione e a volte di contrapposizione, non fosse altro, perché la maggior parte dell’opera cinematografica s’ispira o è tratta dall’opera letteraria. Le connessioni e le contaminazioni e gli esempi sono innumerevoli nella storia del cinema e si potrebbe andare avanti all’infinto a parlarne.
Il legame fra le due arti è così stretto che spesso non si può fare a meno di fare confronti.


A chiunque è capitato di vedere film brutti tratti da romanzi bellissimi e viceversa, scoprire bellissimi libri attraverso capolavori cinematografici.

Recentemente mi è successo con “La ragazza con l’orecchino di perla” film mediocre sulla “genesi” dell’omonima opera di Jan Veermer, che mi ha fatto scoprire il libro, un piccolo “gioiello” di Maurice Chevalier.


Altre volte l’immagine rende più della parola scritta, perché oltre a riprodurne perfettamente lo spirito, si veste del “contatto visivo”, regalandoci quei capolavori che hanno fatto la storia del cinema.
Dal film più amato “Via col vento” tratto dall’omonimo romanzo di M. Mitchell, sontuoso melodramma in costume e capodopera del grande cinema hollywoodiano, ormai scomparso, a “Il grande sonno” di Howard Hawks, tratto anche questo dall’omonimo romanzo di Raimond Chandler, dove, al di là della trasposizione cinematografica un po’ smorzata dalla censura di quegli anni, Humphrey Bogart ci regala un Philippe Marlow che è meglio di quello uscito dalla penna di Chandler.


Da “Ombre Rosse” (dal racconto Stage to Lordsburg di Ernest Haycox) capostipite del western classico, diretto da John Ford a “La donna che visse due volte” (Vertigo) di Alfred Hitchcock (dal romanzo “Entre les morts” di Pierre Boileau) ossessione di un grande regista che già dagli splendidi titoli di testa trasporta lo spettatore in una parabola noir di straordinario impatto visivo.
I grandi capolavori nati dal “matrimonio” fra cinema e letteratura sono talmente numerosi che lascio a voi il piacere di ricordarne ancora ( altrimenti fareste notte a leggere questo post…)



Io mi limito a segnalare alcuni dei mie libri/film preferiti in ordine sparso, come mi vengono in mente: “Eva contro Eva” (Mankievich/The Wisdom of Eve-Mary Orr) per le battute perfide e l’humor sarcastico e lo scontro immortale di Bette Davis e Anne Baxter.
“Gli uomini preferiscono le bionde”(Howard Hawks/Anita Loos) ironica e travolgente commedia e secondo me un’irresistibile Marylin.
“ Shining ( Stanley Kubrick/Sthephen King), prima impietosa metafora sulla crisi della famiglia contemporanea in chiave horror. Magistrale.
Blade Runner (Ridley Scott/Philip K.Dick) la fantascienza sposa il poliziesco e ci regala una delle più angoscianti e realistiche visioni di un possibile futuro oltre ad una delle più famose frasi del cinema. “ Io ne o visto cose…).
E qui mi fermo…
Rach
 
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