Il sofà delle muse

Prodi: quando il silenzio è d'oro, sempre più imbarazzante il leader dell'unione

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Rachael
view post Posted on 19/10/2005, 13:58




Quando ho visto Prodi a Porta a Porta ho cambiato canale...é peggio di Pecorone Scanio e Rutelli messi insieme.I suoi discorso sono solo retorica e Berlusconi...come abbia potuto prendere il 74% per me é un mistero...avrei votato Scalfarotto piuttosto che Mortadella.
 
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verbenasapiens
view post Posted on 19/10/2005, 21:46




è veramente imbarazzante ecco

L’amaro teatrino del Professore

Turi Vasile

Chi è senza peccato scagli la prima pietra. Poiché non sono senza peccato mi sia consentito scagliare la prima pietra anche perché si tratta di una specie di boomerang destinato a colpire me stesso. Ho infatti un senso di colpa che grava sulla mia coscienza per essermi permesso di irridere un personaggio importante con la scusa che avendo questi scelto di essere pubblico si è automaticamente offerto come bersaglio nel bene e nel male. Ringrazio chi mi dà oggi la possibilità di fare ammenda, anche se so che il mea culpa rischia di passare inosservato, soprattutto presso il diretto interessato, alto sul suo legittimo piedistallo.
Io, dunque, non sono mai riuscito a prendere sul serio l'onorevole Romano Prodi; il suo riso pressoché perenne, la sua voce ora grave ora in falsetto, i suoi ammiccamenti, quelle mossette a indici elevati, il tono da «come ti erudisco il pupo», eccetera mi distraggono dagli argomenti da lui trattati. L'onorevole bolognese è invece un monumento che la mia pochezza non è riuscita ad apprezzare. Per lui parlano i fatti: egli ha rettamente amministrato miliardi di miliardi di vecchie lire per conto dell'Iri, è stato ministro, presidente del Consiglio italiano, presidente della Commissione europea. Una coalizione inoltre variamente assortita come l'Unione sembra fare quadrato di Villafranca intorno a lui, decisa a riportarlo a Palazzo Chigi sugli scudi vittoriosi del voto popolare.
Chi sono io, oscuro pigmeo, per osare di giudicarlo appena vedo la sua faccia ridanciana sul piccolo schermo o sulla stampa? Devo probabilmente il mio giudizio irriguardoso a una cattiva lettura. Colpa di Giovanbattista Della Porta, di cui feci conoscenza all'università con una tesi di laurea sul suo teatro, relatore l'italianista famoso e comunista eccellente Natalino Sapegno. Le commedie del napoletano, vissuto a cavallo del XVI e XVII secolo, hanno favole simili, qualcuna identica, a quelle delle tragedie di Shakespeare; ma a differenza del catastrofismo inglese, finiscono a tarallucci e vino. L'autore le definiva infatti scherzi per passatempo, essendo egli scienziato, fondatore dell'Accademia dei Lincei, progettista della camera oscura e della lanterna magica, inventore del telescopio e studioso di geometria, astrologia, psicologia e - dannazione! - fisiognomica. Fu fatale perciò che la mia curiosità giovanile mi conducesse a rovistare nei suoi trattati, principalmente in quello intitolato De Humana physiognomonia, e mi facesse appassionare a quei rilievi che precedevano di qualche secolo quelli di Lombroso. Questi, però, riteneva di poter trarre giudizi criminologici dallo studio dei tratti del viso; Della Porta si limitava esclusivamente a giudizi caratteriologici.
Da dilettante confesso di aver tentato di applicare le regole del commediografo napoletano all'immagine di Prodi. Il risultato non è stato ohimè positivo, perché la mia goffa indagine ha rilevato una fiducia superstiziosa nello spiritismo e nei gesti scaramantici e soprattutto una certa immaturità. Del resto lo stesso presidente dell'Unione ha dichiarato di essere un baby in politica, dopo però essersi definito adulto in religione L'infantilismo è peraltro generalmente diffuso dentro tutti noi: esso, sotto l'apparenza innocente e conciliante nasconde spesso una certa perversità vendicativa. Ribadisco insomma la mia colpevolezza; autodenuncio la mia indiscrezione che mi porta a spiare nella casa altrui trascurando la mia e per di più la mia idiosincrasia dovuta forse al fatto che egli primeggia in un'area politica che non è la mia.
Ciò detto mi auguro sinceramente che alle primarie l'onorevole Prodi sia confermato sovrano assoluto dell'Unione, secondo me non c'è nessuno più degno di lui. Se fosse bocciato - e non ci credo - il suo posto potrebbe forse essere preso da un altro dei candidati in corsa: l'uomo di Stato Alfonso Pecoraro Scanio
http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=22483
è stato un buon profeta...molto intuitivo.. w00t.gif

 
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Rachael
view post Posted on 20/10/2005, 20:33




Il Professore, il cilindro e il coniglio
Romano Prodi non aveva ancora spento l’entusiasmo per il grande successo delle primarie e già il “perfido” Bruno Vespa lo richiamava alla realtà quotidiana della politica e dei suoi contenuti. Alle domande sul programma e sui crescenti costi dell’energia, il leader dell’Unione, ispirato, con gli occhi sbarrati e ostentando un solare compiaciuto sorriso, ha emesso la sentenza: la grande idea è il risparmio energetico. Spontaneamente la mente mi è andata allo spot di Bonolis e Laurenti con il Mago Merlino e l’invenzione de “a patata lessa”. Prodi, non potendo neppure pronunciare la parola nucleare, pena la scomunica dei Verdi, dei disobbedienti e della variegata compagnia no-global; non potendosi avventurare sulla strada dell’idrogeno o di altre rivoluzionarie ipotesi per non impaurire l’Enel e le grandi aziende monopolistiche dell’energia, se ne è uscito con la soluzione “nastri isolanti e stucchi alle finestre”. E voilà, il gioco è fatto: la serietà e l’affidabilità del programma di governo dell’Ulivo sono salvi.
Guglielmo Castagnetti-L’opinione.it
E questo signore ha preso 3.000.000 di voti più o meno, povera Italia siamo messi proprio male
huh.gif
 
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Ishtar
view post Posted on 21/10/2005, 09:41




Barzelletta su Prodi

Signor parroco, mi vorrei confessare".
"Certo figliolo, qual'è il tuo nome?"
"Romano Prodi, padre"
"Ah! Ex Presidente del Consiglio. Ascolta figliolo, mi pare proprio che il tuo caso richieda una competenza superiore, credo sia meglio che tu ti rechi dal Vescovo".
Cosi Prodi si presenta dal Vescovo chiedendogli se lo poteva confessare.
"Certo figliolo, come ti chiami?" "Romano Prodi"
"EX Presidente del Consiglio? No caro mio, non ti posso confessare perché il tuo è un caso difficile, è meglio che tu vada in Vaticano".
Prodi va dal Papa
"Sua Santità , voglio confessarmi"
"Caro figlio mio, come ti chiami?"
"Romano Prodi".
"ahi, ahi, ahi, figliolo, il tuo caso è molto difficile anche per me. Guarda, qui, sul lato del Vaticano, c'è una piccola cappella. Al suo interno troverai una croce, il Signore ti potrà ascoltare".
Prodi, giunto nella cappella, si rivolge alla croce:
"Signore, voglio confessarmi"
"Certo figlio mio,come ti chiami?"
"Romano Prodi"
"Ma chi? Ex Presidente del Consiglio? Ex Presidente dell'IRI? Ex Presidente della Comunità Europea? L'amico dei comunisti?
Quello che ha creato la tassa una Tantum sui conti correnti di tutti ricchi e poveri(8x1000)?
quello che ha creato la tassa di lusso una tantum sulle moto dei poveri e dei ricchi(700.000 lire)?
quello che ci spremuti per entrare nell'Euro (da 60.000 lire a testa)?
quello che a fatto una voragine nei conti dell'IRI e che ovviamente ha insabbiato?
quello che ha permesso alla Cina di invadere i mercati europei di materie prime a basso costo senza controllo....?
"Ehm... sono sempre io, Signore"
"Figlio mio, non hai bisogno di confessare, tu devi solamente ringraziare!" "Ringraziare? E chi?" -"I Romani, per avermi inchiodato qui, altrimenti scendevo e ti facevo un culo cosi"!!!!!!!


Edited by Ishtar - 21/10/2005, 10:42
 
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verbenasapiens
view post Posted on 25/10/2005, 14:55




«Un calendario di ritiro dall'Iraq. La Chiesa? Importante ma decido io» Prodi: se non vinco io l'Italia è finita Intervista alla stampa internazionale: «Berlusconi farà una campagna senza precedenti e spenderà 250 milioni di euro»

ROMA - Gli chiedono se, vista la situazione dei conti pubblici italiani, davvero conviene al centrosinistra provare a vincere le prossime elezioni. Risponde senza esitazione: «Sì, è meglio che vinca io, altrimenti l’Italia è finita». Lo incalzano sulla potenza di fuoco economica di Berlusconi. E lui, che da mesi va in giro dicendo che «la campagna elettorale del Cavaliere sarà senza precedenti in Europa quanto a dispendio di denaro», snocciola per la prima volta cifre, facendo capire di aver fatto i conti in tasca al suo avversario: «Da ciò che risulta, e che non è stato mai smentito, Berlusconi è pronto a spendere di tasca propria un minimo di 250 milioni di euro per iniziative a favore di Forza Italia».
INTERVISTA A 5 - Incassata l’intera posta alle primarie, Romano Prodi gioca ora la sua partita fuori dall’Italia. Ieri, nel suo ufficio romano di piazza Santi Apostoli, c’erano i corrispondenti italiani di cinque testate straniere: The Guardian (Inghilterra), El Mundo (Spagna), Frankfurter Allemaigne Zeitung (Germania), Le Monde (Francia), Ta Nea (Grecia). Tutt’altro che casuale la scelta del momento: l’intervista era stata chiesta tempo fa, ma il leader dell’Unione l’ha concessa solo ieri, non prima di aver trascorso gli ultimi sei giorni tra la City di Londra e la Catalogna di Zapatero. Chiara la strategia: rafforzata la sua leadership in Italia e ottenuto il Listone alla Camera, il Professore ritiene sia giunto il momento di far sentire la sua voce anche nelle principali capitali europee.
SFIDA - È un Prodi in forma elettorale quello che emerge dall’intervista. «L’ho trovato cambiato: sicuro di sé e preciso» ha commentato il corrispondente del Guardian, John Hooper. Un Prodi consapevole di partire in pole position, ma preoccupato per la forza economica del Cavaliere. Ricordati «i 2.300 milioni incassati da Berlusconi dalla vendita parziale di Mediaset», il Professore ha quantificato in «un milione di euro» la somma che il premier dirotterà «nei collegi marginali», dove l’esito elettorale è più incerto. Poi le tv, altro fantasma prodiano: «Nelle elezioni del ’96, il numero dei voti da me ottenuti è stato inversamente proporzionale al numero delle ore passate in tv». E ha aggiunto: «Nella fascia di donne tra i 35 e i 45 anni, ho un vantaggio dell’11% tra quelle che lavorano fuori rispetto alle casalinghe: ciò dipende dal potere delle tv». Ribadito che in caso di vittoria scatterà «un immediato calendario di ritiro dall’Iraq», Prodi ha infine riconosciuto «l’importanza del ruolo della Chiesa», rivendicando però il diritto «a prendere le decisioni che si devono prendere».
Francesco Alberti

http://www.corriere.it/Primo_Piano/Politic.../25/prodi.shtml
Che fissazione questa dei soldi del cacvalioere che comprano la vittoria( ammesso e non concesso).Solita dichiarazione meschina fatta apposta per caricare gli invidiosi di tutte le tendenze politiche..Solita perla di Mortadella peraltro dato che , ammesso e non concesso, Berlusconi usa soldi suoi..Zì prete ha ha detto ,velenosamente , che sono soldi fatti con la vendita di Mediaset? Pensi ai soldi che ha fatto perdere con la svendita di CIRIO e della SME..MA CHE AUTOGOALLLLLLLLLLLLLL
e giacchè ci siamo perchè il nostro presidente del consiglio in pectore, non spiega chiaramente come intende salvare l'Italia? Affidandola alle mani caritatevoli di Bertinotti e soci?E con quale programma?Scommetto tassando i soliti fessi e facendo di nuovo inalberare la spesa pubblica, si sa che ci sono, poi, tanti amici, figli, mogli, amanti da piazzare...e taccio dei lientes e dei portaborse...Ammazza che salvagente..
 
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Rachael
view post Posted on 25/10/2005, 18:09




Pufffffffffff che cianfrone invece di pensare ai soldi del Berlusca,pensi al programma di Bertinotti e ai danni che può causare.
 
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verbenasapiens
view post Posted on 25/10/2005, 18:37




e guarda sta chicca..
Sul rispetto della legalità manca l'opinione di Prodi(panorama)

Sul rispetto della legalità, a Bologna e non solo, manca ancora un'opinione, decisiva però: quella del Professore

Sergio Cofferati, sindaco ulivista di Bologna ed ex segretario generale della Cgil, ha fissato lo showdown per mercoledì 2 novembre. Quel giorno i partiti che lo sostengono, soprattutto Rifondazione e la sinistra radicale, dovranno dire se condividono o meno le misure da lui decise contro «l’illegalità urbana». Ovvero, gli sgomberi di campi nomadi clandestini, l’allontanamento di finti mendicanti e lavavetri dal centro storico, il giro di vite sui racket che trafficano in prostituzione e droga.
Contro Cofferati si è scagliato Liberazione, il giornale di Rc: «Prima faceva guerra alla Confindustria, ora ai lavavetri» titola. Gli intellettuali e la Caritas sono in imbarazzo: «Dove vuol portare Bologna? Vuol fare lo sceriffo quasi fossimo in America?». Il direttore di MicroMega, Paolo Flores d’Arcais, punto di riferimento dei girotondini, lo definisce «un potente prepotente».
La maggioranza dei ds, quelli che fanno capo a Piero Fassino e Massimo D’Alema appoggiano invece la svolta legalitaria di Sergio. Così la Chiesa ufficiale, la curia. La Margherita è invece contraria, in nome della solidarietà e dei legami particolari stabiliti sul territorio con le parrocchie. Il centrodestra, in particolare Forza Italia e An, si è viceversa detto pronto a correre in aiuto del sindaco se venissero meno i voti dei consiglieri verdi e rifondaroli.

TEST BOLOGNESE
Lui, Cofferati, almeno per ora ira dritto. Sa che questa faccenda dell’ordine pubblico e degli immigrati non è solo bolognese, ma nazionale, anche se a Bologna è già costata la testa a due predecessori: il ds Vitali, che si era fatto promotore di una linea di solidarismo e di porte aperte (ora ha cambiato idea), e soprattutto a Guazzaloca, il primo a strappare il comune alla sinistra, che però sulla questione non era riuscito ad andare fino in fondo.
Forse Cofferati, e con lui la segreteria diessina, ha capito anche che Bologna può costituire un test per le future eventuali capacità di governo della sinistra nazionale. Userà la mano ferma contro l’illegalità, o si farà invischiare dalle eterne polemiche e dibattiti in salsa solidarista dei centri sociali, delle parrocchie, dei salotti? E in termini più ampi, quanto rimarrà prigioniera delle proprie contraddizioni e dell’ala sinistra dell’Unione, da Rifondazione ai verdi?

E PRODI TACE
Su Bologna manca ancora un’opinione, decisiva però: quella di Romano Prodi. Il Professore, benché di Reggio Emilia, a Bologna vive e lavora da decenni. Conosce la città come pochi. Ma finora non ha detto una parola. Il suo imbarazzo, se di tale si tratta, può essere comprensibile. Però - tra uno Zapatero e l’altro, tra un Celentano e l’altro - sarebbe più utile, in attesa delle Politiche del prossimo aprile, sapere se l’aspirante premier sulla legalità urbana sta con Cofferati o con Pecoraro Scanio.

StARA' PESANDO CON IL BILANCINO COSA DIRE...
 
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Rachael
view post Posted on 1/11/2005, 14:57




Da Prodi incentivo a colpire truppe»
Duro attacco di Berlusconi: «Gravi le sue parole sull'Iraq».
Il professore aveva chiamato i nostri soldati «occupanti»
«Grave, molto grave, inaccettabile e pericoloso». Silvio Berlusconi non fa sconti a Romano Prodi che venerdì, spiegando il no compatto dell'Unione alla missione Antica Babilonia, aveva apertamente detto quello che pensa sull'Iraq. E cioè che se e quando siederà a Palazzo Chigi «resteremo per costruire, ma non da occupanti». Proprio quel riferimento alle truppe italiane, definite appunto di occupazione, ha scatenato la reazione del premier. «Quelle frasi sembrano addirittura un incentivo a colpire i nostri - attacca Berlusconi - Se il Paese che le manda le definisce truppe di occupazione è come dire ai guerriglieri: siamo lì ad occuparvi e quindi avete tutte le ragioni ad attaccarci».

L'affondo è di quelli destinati a lasciare il segno, con l'effetto di gustare il clima bipartisan faticosamente creato sul pacchetto sicurezza al varo del Parlamento. Ma Berlusconi non si dà pace. «È evidente che Prodi non vuole solo annullare le leggi varate da questo Parlamento, ma intende anche venir meno agli impegni internazionali rompendo la solidarietà occidentale».

Il presidente del Consiglio guarda ancora alla volontà del leader dell'Unione di ritirare il contingente italiano leggendovi il proposito di annullare «tutto il lavoro che abbiamo fatto noi per essere considerati sulla scena internazionale non più come la solita Italietta di sempre. Tutto questo lavoro, sarebbe assolutamente tolto di mezzo». Ma la dichiarazione di Prodi, soprattutto, è «una dichiarazione contraria al vero, contraria alla missione che svolgiamo per conto dell'Onu, contraria a ciò che fanno i nostri militari sul territorio». «Ed è - ribadisce Berlusconi - assolutamente pericolosa perché incentiva a colpirci». «Ma i nostri militari - conclude - sono amati dalla popolazione per le operazioni di sostegno e non solo per quelle di ordine pubblico».

Breve cenno anche al caso del governatore Fazio, finito nella bufera per le intercettazioni telefoniche. «Nessuno ha mai avuto, ha o avrà l'intenzione di fare processi a chicchessia - spiega Berlusconi - tanto meno al governatore della Banca d'Italia».

FINI: «ESPONE IL PAESE AL TERRORISMO» - Anche Gianfranco Fini ha attaccato Prodi: «Chiamando forze di occupazione i nostri militari in Iraq Romano Prodi espone il nostro Paese a rischio che un pazzo criminale o un gruppo terroristico in qualche modo collegato al al Qaida possa considerare doveroso colpire l’Italia e non soltanto le truppe in Iraq», ha detto il ministro degli Esteri intervenendo a Rieti alla chiusura della festa del Secolo d’Italia. «Autorevoli esponenti come Romano Prodi - ha proseguito Fini - usano nei confronti dei nostri soldati gli stessi termini usati dai terroristi iracheni che definiscono occupanti i soldati della forza multinazionali. Mi auguro che Prodi si corregga, che forse ha usato senza accorgersene quella parola. E comunque condivido lo sdegno del presidente Berlusconi perché forse Prodi non si è reso conto della gravità di ciò che ha detto».

E quando mai si rende conto delle bestialità che dice? E poi sfottono Berlusconi...povera sinistra, ha di che vergognarsi.
 
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verbenasapiens
view post Posted on 1/11/2005, 22:20




Prodi: Usa si augurino vittoria Unione

«Se gli Stati Uniti vogliono un alleato affidabile e leale devono sperare che alle prossime elezioni vinca il centrosinistra»

ROMA - «Se gli Stati Uniti vogliono un alleato e un amico affidabile, che manifesti sempre con chiarezza e lealtà il suo accordo come il disaccordo, devono augurarsi che le prossime elezioni politiche diano all'Italia un serio governo di centrosinistra, saldo nelle sue convinzioni e leale nella sua coerenza». Lo ha afferma Romano Prodi, leader dell'Unione, commentando le ultime dichiarazioni del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi sulla guerra in Iraq e sulla politica dell'Amministrazione degli Stati Uniti, dopo l'incontro alla Casa Bianca con il presidente americano George W. Bush.
01 novembre 2005

http://www.corriere.it/Primo_Piano/Politic.../31/prodi.shtml
Questa è l'ultima in ordine di tempo delle chicche proferite, bofonchiando fa zio Prete Prodi prima della messa serale credo.
Già perchè l'UDEUR di Mastella ha detto che con i radicali non vuol averci nulla da spartire
Il partito di Mastella non ha gradito gli interventi radicali e per questo ha posto al Professore il suo ultimatum: nella coalizione o ci stanno loro o ci stiamo noi.
«Riteniamo necessario - dice Mauro Fabris, portavoce dei Popolari Udeur - che Prodi al più presto definisca in un vertice dell'Unione la questione dei radicali che ogni giorno diventa sempre più devastante per il centro-sinistra per quanto riguarda la sua credibilità nei confronti dell'elettorato». «Come riportano le cronache del congresso radicale aggiunge Fabris - non c'è solo la questione di un anticlericalismo ammuffito, che i radicali vorrebbero contro ogni buon senso, entrasse nel programma dell'Unione proponendo la revisione del Concordato, ma ora siamo ai diktat sulla politica estera e alle pretese di posti nel governo».
«Giorno dopo giorno - afferma - i radicali appaiono dunque effettivamente quel "cavallo di Troia" che, noi avevamo per tempo individuato, mandato per far perdere le elezioni al centro-sinistra. Saremo noiosi ma ripetiamo ancora una volta che sui valori della vita, sul rispetto del ruolo della Chiesa nel nostro Paese, sulla droga come sull'eutanasia e tante altre questioni noi non tratteremo con i radicali: o noi o loro nell'Unione».
Infine un invito ai socialisti dello Sdi che con Pannella si apprestano a fare un'alleanza. «Sarebbe ora - dice Fabris - che Borselli recuperasse un pò di quell'equilibrio, nell'interesse della coalizione, che sembra aver ultimamente smarrito».
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Politic.../01/udeur.shtml
insomma è una coalizione coesa ed affidabile e con obiettivi grandi e comuni, quella si appresterebbe a governare l'Italia e del resto se lo dice zio Prodi, qualcuno fornito di grande Fede magari ci crede...A questo punto meglio l'INFEDELE... tongue.gif
 
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Rachael
view post Posted on 2/11/2005, 11:17




Il fatto:
.Sabato 29 ottobre, Palermo, Hotel Astoria, ore 16. Prodi è lì per celebrare i cento anni di Giuseppe Alessi, primo presidente della Regione Siciliana. Dario Miceli di Rai Sicilia è lì con la sua troupe, come un suo collega di Sky. Secondo la prassi, spiegano i suoi colleghi del comitato di redazione, Miceli dovrà fare a Prodi alcune domande sui temi di politica interna, che poi saranno girate da Rai Sicilia ai telegiornali nazionali, e alcune domande sulle questioni più prettamente siciliane, da usare per il servizio d'apertura dei notiziari regionali. Business as usual, insomma. O almeno così pare. I due si incrociano, si sorridono, comincia l'intervista. Dietro, anche le telecamere di Sky. La prima domanda di Miceli, sul risultato delle elezioni primarie in Sicilia, è una manna dal cielo per Prodi, che risponde felice. Alla seconda domanda, però, il faccione rotondo si contrae in una smorfia di nervosismo. Miceli lo ha interpellato sulla questione di cui più si parla in Sicilia in questi giorni, vale a dire i due miliardi di euro che il governo centrale, al termine di un lungo contenzioso, si è appena impegnato a dare alla Sicilia.
«Lei cosa ne dice?» è la domanda rivolta da Miceli a Prodi.
«Non conosco bene la vicenda», bofonchia il leader dell'Unione.
«Eppure il centrodestra sostiene che si tratta di una vittoria storica, una cosa che la Sicilia si aspettava da molti anni», incalza il giornalista.
Prodi, sempre più nervoso: «No, guardi, se dobbiamo fare domande su temi regionali specifici, sui quali io non ho alcuna conoscenza, l'intervista non si fa».
Il giornalista passa così all'argomento successivo: «Parliamo di devolution...».
A quel punto gli piombano addosso i due uomini della scorta. Uno l'afferra per il braccio destro, quello col microfono, e lo allontana dalla bocca del Professore. L'altro gli si para davanti, fa muro col suo corpo. Prima stavano alle spalle del candidato premier dell'Ulivo, si erano avvicinati all'inviato lentamente. I testimoni non sanno dire se sono intervenuti spontaneamente o su cenno di qualcuno dello staff di Prodi. A questo punto il giornalista denuncia «l'aggressione », un body guard risponde: «Lei è pazzo!». Ma quando realizza che la scena è ripresa da ben due telecamere, fa qualche passo indietro.
A quel punto interviene il Professore: «È che lei non mi può porre queste domande tipicamente siciliane, regionali», dice rivolgendosi a Miceli. «Avevamo concordato delle cose diverse... ». Ma accordi, fanno sapere dalla redazione di Miceli, proprio non ce n'erano. Dunque Prodi si volta e comincia a parlare con la troupe di Sky, ignorando il giornalista della Rai. Miceli aspetta pazientemente, poi ritorna alla carica. Due domande su temi di scottante attualità: la legge elettorale e la revisione del concordato. Nessun quesito addomesticato, semplice lavoro da cronista. Ma Prodi tace, non risponde. Lo guarda, ascolta in silenzio e, alla terza domanda, volta le spalle e se ne va. La scena dura quasi due minuti, ma sulla tv di Stato non va in onda. Nessuno dello staff di Prodi, ovviamente, ha pensato di chiedere scusa. Per la cronaca, nel caso qualcuno pensasse che Miceli stesse agendo sotto "imbeccata" di qualche potente del centrodestra, può essere utile sapere che in passato incidenti analoghi lo stesso giornalista li aveva avuti con il presidente della Regione Sicilia, l'Udc Totò Cuffaro, e con il forzista Gianfranco Micciché. Il coordinamento dei comitati di redazione dei Tg regionali della Rai, assieme al sindacato Usigrai, ha condannato «la politica» che, ancora una volta, «si è dimostrata insofferente nei confronti dei giornalisti che non si limitano a reggere il microfono davanti ai leader dei vari partiti ma, per tenere la schiena dritta secondo l'invito del presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, decidono di porre domande non concordate».
Le conclusioni:
a) Prodi, il quale anche di recente ha ribadito che «la politica del governo per il Mezzogiorno è inesistente », non è al corrente di quale sia la stessa politica del governo per il Mezzogiorno, tanto da rifiutarsi, in palese imbarazzo, di rispondere a domande sull'argomento;
b) lo stesso Prodi, che ha appena accusato Silvio Berlusconi di voler «imporre una nuova stretta autoritaria nell'informazione», è riuscito a sottrarsi alle domande di Miceli grazie alle sue guardie del corpo, intervenute per "convincere" il giornalista che non era il caso di insistere;
c) il Professore è abituato ad accordarsi prima sulle domande che gli vengono poste. Quando si dice la libertà di informazione.
Libero-Carioti e Russo

Chissà perché la cosa non mi stupisce minimamente, è un dato di fatto che la sinistra è compiacente con i giornalisti allieati e NON esita a censurare CHI critica il loro operato. Questa la chiamano “libertà d’informazione” ed era molto in voga nell’ex-URSS.
 
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Rachael
view post Posted on 6/11/2005, 13:28





Romano Prodi, commentando gli scontri nelle banlieue di Parigi, azzarda una fosca previsione: «Abbiamo le peggiori periferie d'Europa. Non crediamo di essere così diversi da Parigi, è solo questione di tempo». E ancora: «Le nostre periferie sono una tragedia umana e se non facciamo interventi, avremo tante Parigi». Sociologi e urbanisti accusano però la sinistra dello scempio delle periferie.
Come se ciò non bastasse:
le periferie italiane fanno schifo? Beh, Prodi dovrebbe parlarne col suo esercito di sindaci, presidenti di Provincia, governatori di Regione. È stato proprio Piero Fassino, il leader della Quercia, a rivendicare soltanto qualche settimana i grandi numeri dell'Ulivo nelle amministrazioni locali, quelle cui compete il compito di rendere più vivibili le periferie delle città. E i numeri sono numeri. Il centrosinistra governa da maggio 16 Regioni su 20. Diciotto delle venti grandi città, quelle presumibilmente dove i problemi delle periferie sono più gravi, sono amministrate dall'Ulivo: da Napoli a Genova passando per Torino. E le Provincie? « Dopo le Amministrative 2004 il 70% sono nostre » , dice Fassino.
E se lo dice lui
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verbenasapiens
view post Posted on 6/11/2005, 15:46




esatto...venghino siori venghino a vedere la periferia di Napoli..chessò la famigerata 167 di secondigliano...Cosa Egr Dott Prof Gran Uff(à) Prodi?Dice che è colpa di Berluscone?Davvero?E mi dica : chi governa in modo straordinario la regione Campania da tempo immemore?Berluscone pe caso? wacko.gif
Certo che con Prodi e Maradona lo facciamo un bel due di coppe che nel tresette con il morto vale come il 2 di picche

Edited by verbenasapiens - 6/11/2005, 15:46
 
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Ishtar
view post Posted on 7/11/2005, 08:42




La Margherita cadrà ostaggio dei Ds - di Redazione -


Giuseppe Gargani *

È opportuno occuparci del partito democratico che l'Ulivo si appresta a varare attraverso una lista unica per le prossime elezioni politiche.
Sin dal 1996 l'on. Prodi aveva in animo di distruggere quel che restava del partito popolare che lo infastidiva come gli dava fastidio la classe dirigente residua quella, per intenderci, che lo aveva coccolato e lo aveva indicato per ruoli istituzionali molto sostanziosi.
Non riuscì nelle elezioni del '96 a fare la «lista unica» perché resistemmo, e il merito maggiore come ho riconosciuto più volte, va all'on. Bianco che dirigeva il partito. Prodi si accontentò di inserire il suo nome nel logo del partito e le elezioni si svolsero in suo nome.
Iniziò da allora il riferimento personale che piano piano tolse valore e snaturò il partito, e per queste ragioni si sciolse e si tramutò in un «fiore» per cambiare natura e valori.
La Margherita nonostante fosse guidata da un radicale, certamente non «popolare», ha resistito all'invadenza e allo sfrenato personalismo di Prodi, ma poi ha ceduto e alle elezioni del 2004 è stata costretta ad aderire alla «lista unica» rinunziando alla identità tanto sbandierata e per di più senza particolari vantaggi elettorali.
Dopo le elezioni la resistenza però è continuata e nel maggio scorso in maniera solenne e definitiva con grandi proclami la Margherita ha finalmente deciso di scegliere per la sua autonomia per non confondersi in un indistinto e qualunquistico partito unico.
La scelta sembrava coraggiosa, ma era solo tattica e strumentale, comunque non vera; perché è bastato un voto dato per finta o per gioco sia pure ben organizzato, che quella scelta in una notte è stata sconfessata e archiviata nonostante la modifica del sistema elettorale in senso proporzionale, per quanto anomala, scoraggiasse questa ammucchiata, e rendesse forte la scelta della lista, dell'identità, dei valori.
Ma come è potuto avvenire che la prepotenza di una sola persona abbia oscurato una posizione che pur sempre era stata adottata da un partito! La verità è che Prodi da solo ha destrutturato il partito e ha posto le premesse per una «cosa» personale, anche se definita democratica!
Anzi, come è stato ripetuto da più parti si vuol fare un partito «fondato su una estrema personalizzazione» che però lascia dietro di sé equivoci vistosi.
Si è chiesto, come una sorta di alibi, ai Ds di abbandonare il socialismo, il riferimento europeo al socialismo, ma essi che non si rendono conto che la socialdemocrazia è in crisi profonda, non hanno alcuna intenzione di abbandonarlo; e dunque gli eredi della Dc e del Ppi si apprestano a «diventare ostaggio della sinistra» che se priva dell'anima è pur sempre attiva e capace di cooptare.
Lo ha detto esplicitamente Max Gallo, anche se in verità non c'era bisogno di uno storico come lui per capire una verità elementare: si preferisce da parte della Margherita essere ostaggio della sinistra e aderire ad una confusa unità non caratterizzata politicamente per un mediocre calcolo elettorale.
Orbene se le cosiddette «primarie» debbono sollecitare una riflessione essa non può portare all'annullamento della specificità di un partito, ma a valutare la conseguenza più grave che può derivarne che è appunto il populismo: si utilizza il popolo, lo si strumentalizza mentre la democrazia partecipativa è altra cosa.
L'euforia delle primarie non può interessare chi ha maturato per lungo tempo le ragioni della democrazia, ed invece si invocano le primarie, ma al tempo stesso le si vogliono addomesticate e per finta, come sta per avvenire anche in Sicilia. D'altra parte sono gli stessi attuali perversi sistemi elettorali nazionali, regionali, provinciali e comunali che alimentano tante leadership minori e offuscano la rappresentanza complessiva degli eletti. Le minoranze in tutti gli organismi istituzionali non esistono più perché non possono esistere per via dei poteri assoluti e assorbenti che non hanno le maggioranze nel loro complesso, come pur sarebbe logico ma soltanto i vertici delle amministrazioni senza controlli e senza collegialità.
Tutto questo ha un riflesso non solo nei rapporti politici, ma anche nei rapporti sociali all'interno della comunità ed è il dato di immoralità dilagante.
La politica personalista e la fine della rappresentanza hanno distrutto la politica. Dunque una consistente posizione di centro che pur aveva riferimento nella Margherita viene tradita e messa da parte.
Chi viene da tradizioni degasperiane e morotee come può osannare ai pasticci delle primarie e aderire acriticamente, per il semplice capriccio di un capo, ad un partito che ha il solo fondamento nel socialismo e che se lo rinnegasse avrebbe come riferimento il niente?!
Il mio è un invito ai vecchi popolari democratici, a quelli che hanno valori alternativi a quelli della sinistra, a ribellarsi, a ritrovare la via della mediazione e della solidarietà sociale.
*responsabile giustizia Forza Italia
http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=41229
Ovvio che è un giudizio di parte, ma Rutelli non credo si fidi di zio prete Prodi..e non credo sia disposto ad intonare: adoramus te et benedicimus tibi, quia redemisti mundum..anche perchè come redimerà l'Italia Prodi?Ah saperlo, saperlo.. tongue.gif

 
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65 replies since 3/9/2005, 13:28   483 views
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