Il sofà delle muse

E parliamo di terrorismo allora, ragionando, non scrivengo ottusangolate

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verbenasapiens
view post Posted on 12/8/2005, 18:59 by: verbenasapiens




Così Londra ha svegliato Parigi, Berlino e Roma nella lotta al terrorismo
Misure restrittive, espulsioni, procedure legislative accelerate. L’Europa non è la stessa del dopo Atocha (grazie a Blair)

Londra. A cinque settimane dagli attacchi di Londra, l’onda di ritorno dell’azione antiterrorismo dei grandi governi d’Europa inizia a chiudersi, fredda e fragorosa, sulle teste degli individui sospettati di incitare all’odio e alle stragi islamiste. Il 7 luglio è stata la “wake up call” non soltanto della della Gran Bretagna, ma anche di Francia, Germania e Italia. Non è stato immediato, il risveglio, all’inizio ha vinto lo stordimento e forse un pizzico di rassegnazione, ma alla fine è arrivato. E’ accaduto quello che non era successo dopo l’11 marzo, il giorno della strage di Madrid, che pure era stata più violenta e il primo uno squarcio nella convinzione europea che il terrorismo fosse un problema degli americani. Ora si lavora sodo, per avere livelli di sicurezza più alti – anche se i tempi di realizzazione saranno diversi da paese a paese – e per spazzare via quella zona grigia di ambiguità in cui si annidano i terroristi.
Tony Blair è la guida del risveglio. Ieri Scotland Yard ha arrestato dieci stranieri che, secondo l’Home Office, mettono a repentaglio la sicurezza nazionale. Non hanno materialmente commesso alcun reato, ma saranno espulsi perché la loro presenza non è più tollerabile sul suolo britannico, o meglio, per usare le parole della legge, “perché non contribuisce al bene pubblico”. “Le circostanze della nostra sicurezza sono cambiate – ha detto il ministro dell’Interno, Charles Clarke – Ed è di vitale importanza che noi agiamo contro chi rappresenta una minaccia”. Tra i dieci c’è anche “l’ambasciatore spirituale di Osama bin Laden in Europa”, Abu Qatada, condannato all’ergastolo da un tribunale giordano e mentore di Mohamed Atta, il capo dei dirottatori dell’11 settembre 2001. L’Human Rights Act del 1998 proibisce la consegna di una persona a un paese in cui c’è il rischio che sia torturata o uccisa, ma Londra, dopo gli attentati, ha intrapreso una serie di rapidi accordi bilaterali con paesi mediorientali e nordafricani come Libano, Giordania e Algeria, impegnandoli a non sottoporre i rimpatriati a maltrattamenti o torture. Nonostante le proteste degli attivisti per i diritti umani, il viceministro dell’Interno, Hazel Blears, ha fatto sapere che gli accordi – come il protocollo d’intesa con la Giordania firmato due giorni fa – prevedono “un meccanismo indipendente” che controllerà il trattamento di ogni deportato. In Libano, intanto, le forze di sicurezza hanno arrestato Omar Bakri. Il predicatore aveva trovato riparo a Beirut da pochi giorni, dopo essere diventato in Gran Bretagna il volto del nemico che approfitta delle libertà civili per fare impunemente opera di propaganda del jihad. Secondo il suo portavoce in Inghilterra, Anjem Choudray, però le autorità libanesi lo avrebbero già liberato: “E’ stata solo una chiacchierata informale”, ha detto.

Sarkozy, Schily e Pisanu sulla scia di Tony
A Parigi il risveglio è guidato da Nicolas Sarkozy, il ministro dell’Interno e il più blairiano dei francesi. La Francia – che conta circa 5 milioni di musulmani – ha annunciato misure restrittive nei confronti degli estremisti, tra cui la stretta sorveglianza, l’eventuale espulsione e la perdita della cittadinanza francese. Sarkozy ha già annunciato che entro la fine di agosto saranno messi alla porta dieci islamisti “per le parole di odio contro il nostro paese”: uno è già stato rispedito in Algeria. Ieri è stata istituita la nuova polizia di frontiera, che conterà trecento funzionari e lotterà contro l’immigrazione clandestina, canale di potenziali minacce terroristiche.
Berlino è rimasta un po’ indietro – è impegnata nella campagna elettorale – ma tenta di allinearsi alla nuova tendenza europea. Il ministro dell’Interno tedesco, Otto Schily, ha ribadito la necessità della carcerazione preventiva per motivi di sicurezza, perché “non si può stare a guardare il pericolo senza agire”. Nel mirino ci sono gli islamisti che, in possesso della cittadinanza tedesca, non possono essere espulsi, ma anche quelli contro i quali non si può aprire un procedimento per mancanza di prove. “E’ un’evidente insensatezza”, secondo Schily, che l’antiterrorismo tedesco possa attivarsi solo dopo un attacco e non prima.
In Italia abbiamo il “pacchetto Pisanu”, iniziativa del ministro dell’Interno. Approvato a tempo di record alla fine di luglio, prevede tra le altre cose il prolungamento del fermo per identificazione da 12 a 24 ore, il prelievo forzoso della saliva per l’esame del Dna e la facoltà, anche per noi, di espellere con modi spicci gli stranieri ritenuti pericolosi.

da il foglio.it

Ho ascoltato Blair in originale sulla CNN mentre ero a Praga : freddo, determinato,convincente, capace di esprimersi in un inglese scandito e chiarissimo..Più passa il tempo più mi convinco che è un vero animale politico, nel senso piu' alto del termine e, inoltre, l'unico leader che veramente esiste in Europa perchè ha grande carisma che gli deriva dalla credibilità, alla faccia degli attacchi beceri a cui è sottoposto dai soliti che agiscono sempre e solo pro domo propria smile.gif e che pongono in evidenza ogni giorno che passa in misura pià lampante la loro idiota pochezza
 
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23 replies since 14/7/2005, 07:18   129 views
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