Il sofà delle muse

E parliamo di terrorismo allora, ragionando, non scrivengo ottusangolate

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salvatores
view post Posted on 25/7/2005, 20:21 by: salvatores




L'Islam tradito dagli estremisti(ilgiorno)
Mandato da Il Legno Storto Lunedì, 25 luglio 2005, 06:29.
di Edward Luttwak

Non ci sono legami organizzativi fra gli attacchi di Londra, il massacro di Sharm El Sheikh e quelli quotidiani in Iraq. Da tempo Al Qaeda non è operativa. Da quando, per la precisione, i suoi campi di addestramento, i depositi di armi, la struttura di comando sono stati distrutti in Afganistan. Di Al Qaeda rimangono qualche capo in qualche caverna e il nome, naturalmente, come simbolo di terrore.
Ma un legame c’è. Ed è religioso, culturale. Chi si uccide pur di uccidere, lo fa per fede. Smentisce il mito per il quale tutte le religioni sono ugualmente buone. In verità non sono nemmeno tutte ugualmente cattive.

Per quanto riguarda l’Islam, la minaccia viene da tre movimenti che tendono a soffocare quelli più tradizionali e meno radicali:
1) gli estremisti sciiti, che governano l’Iran e finanziano l’Hezbollah in Libano.
2) i salafisti sunniti del Gia algerino, della defunta Al Qaeda, di Hamas, dei terroristi iracheni. I salafisti considerano gli sciiti apostati e dunque meritevoli di morte.
3) il movimento Deobandi, il più estremista (i talebani erano Deobandi), con diecimila scuole. E’ il più influente e pericoloso, perché radicato nelle popolosissime regioni musulmane di Pakistan e India.
All’ideologia Deobandi si ispiravano i kamikaze di Londra. Ecco perché rigettavano la politica estera inglese per motivi religiosi e non politici.

L’Islam tradizionale insegna a rispettare la legge del luogo in cui vivi. Per il Deobandi invece un buon musulmano deve piegarsi sempre e solo alla religione. E’ suo dovere e sacro diritto andare in ogni Paese per proteggere i musulmani locali dagli infedeli e dagli apostati sciiti.
Persino i presunti moderati capi dell’Islam britannico, convocati da Blair per condannare il terrorismo, si sono rivelato seguaci del Deobandi quando hanno criticato la politica governativa in Afganistan e Iraq. E non hanno nemmeno accennato alla guerra santa in Afganistan, Yemen, Israele cui hanno partecipato molti musulmani con passaporto britannico.
Non ci sono dubbi che sino al 7 luglio, giorno degli attentati, Londra ha seguito una politica di calcolata inazione. Un esempio: solo ora si è decisa a dare la caccia a Haroon Rashid Aswat di cui gli americani avevano chiesto l’arresto un anno fa. E’ ritenuto il pianificatore degli attentati. Viveva libero e tranquillo senza controlli.

Ma oggi l’inazione non è più tollerabile.
Tornando all’Egitto, Mubarak ha certo combattuto il terrorismo per decenni, ma non è riuscito ad arginare la predicazione fondamentalistica. E anche se pochi fondamentalisti sono poi diventati terroristi, quei pochi sono stati sufficienti a seminare la morte fra gli stranieri e a danneggiare l’industria turistica.
L’Egitto e i Paesi arabi moderati debbono essere più energici. L’Islam radicale minaccia la loro stessa esistenza.
Ma anche l’occidente deve essere più energico: contro gli Stati soprattutto che appoggiano il terrorismo (l’Iran) e contro quelli, come Arabia Saudita e Emirati Arabi Riuniti, che riciclano il denaro ad esso destinato.

da legnostorto.it
 
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23 replies since 14/7/2005, 07:18   129 views
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