Il sofà delle muse

E parliamo di terrorismo allora, ragionando, non scrivengo ottusangolate

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Pontormo
view post Posted on 16/7/2005, 07:23 by: Pontormo







L'emiro: «La colpa è anche di noi arabi» (sole 24 ore)

Intervista / Il leader del Qatar e padrone di al-Jazeera

• da Il Sole 24 Ore del 13 luglio 2005, pag. 7

di Ugo Tramballi

«Le città occidentali non sono più sicure e non è questo che dice il Corano: accettando le nostre responsabilità, dobbiamo trovare insieme a voi occidentali una via d'uscita». La preoccupazione di Hamad Bin Khalifa al-Thani è sincera. Ci sono state tante vittime e il terrorismo può colpire il suo piccolo Paese. Ma quelle bombe a Londra sono anche un attentato al modello di democrazia araba e al rifiuto dello scontro tra civiltà che l'emiro del Qatar persegue con un impegno sproporzionato alle dimensioni del Paese che governa.

Il Qatar è grande come il Trentino senza l'Alto Adige, ha l60mila abitanti piu 750mila immigrati. Ma è la terza riserva di gas naturale del mondo, l'economia in crescita più rapida (20% con un Pil procapite da 40mila dollari). Nel placido Qatar c'è al-Jazeera e c'è Centcom, il quartier generale americano della lotta al terrorismo e delle sue guerre mediorientali.

Recentemente è stata approvata una carta fondamentale, si è votato e presto nascerà il primo emirato costituzionale. «Non c'è dubbio, è solo questione di tempo. Già il tempo», sospira l'emiro, dubitando che il Qatar possa essere un esempio. «Occorre tempo». Forse più del ciclo di un'amministrazione americana? Poco più che cinquantenne, Hamad al-Thani sorride senza raccogliere l'insinuazione: è un buon amico di Washington. «L'Occidente deve continuare a fare pressione su di noi — risponde. Noi arabi abbiamo causato questi problemi e ci dobbiamo chiedere perché sia accaduto. Finora lo hanno fatto in pochi. Agli attentati di Londra troverà risposte governative, comunicati ufficiali. Ma nessuno è andato a parlare con la propria gente, a chiedersi perché».

C'è il sole ma non fa troppo caldo nella villa in Costa Azzurra dove Hamad Bin Khalifa al-Thani si gode qualche giorno di riposo. Non è un luogo di vacanza per bancari, è ovvio; ma non c'è nemmeno lo sfarzo che ci si attende nella villa di un emiro: understatement qatarino. Oggi a Roma l'emiro inizia la sua prima visita ufficiale in Italia, un Paese col quale i rapporti si stanno intensificando. Edison tratta da tempo gas naturale, l'Eni sta rafforzando le sue posizioni. Poi ci sono i Carabinieri che stanno addestrando la polizia dell'emirato.



Di questi tempi non è facile essere arabi e non è facile essere amici degli Stati Uniti. Amici ma non clienti. Il Qatar aveva tentato l'ultima mediazione per impedire l'invasione dell'Irak. «Ma Bush aveva già deciso di fare quella guerra dalla quale ora non è facile uscire». Combattendola, ricorda l'emiro, gli Stati Uniti hanno perso l'opportunità di essere negoziatori credibili dell'Iran che ora, a 200 chilometri dalle coste del Qatar, produrrà energia nucleare. «Con tutto il petrolio e il gas che hanno.... ». Nel giardino provenzale e a tavola, come a Doha e in tutti i viaggi all'estero, accanto all'emiro c'è Sheikha Mozah, la madre dell'erede al trono: consigliera discreta ma ascoltata dell'emiro. Nel mondo arabo non esiste il ruolo di emira né di first lady. Senza qualifica formale, Sheikha Mozah svolge tuttavia un ruolo moderno di donna araba: ha creato una fondazione che sta creando in una delle universiàa arabe più avanzate, un fondo per l'infanzia e per promuovere un ruolo femminile più attivo nella società del Golfo.

Altezza, secondo lei ci sono ancora Paesi che appoggiano o tollerano il terrorismo?

E’ possibile. Durante l'occupazione sovietica dell'Afghanistan molti raccoglievano denaro e aiuti per la guerra santa. E' lì che nascono le radici del terrorismo. Qualcuno, forse, continua a farlo anche oggi. Ma non più come prima e questo non perchè gli arabi hanno capito ma grazie alle pressioni dell'Occidente.

Questo terrorismo è islamico?

Sul Corano non troverà nulla che lo giustifichi. Alcuni dottori della legge islamica dicono che la democrazia non è per noi e alcuni governi usano questo per restare al potere. Anche noi qatarini siamo wahabiti. Io sono il sedicesimo successore di Muhammad Bin Wahhab (il fondatore della setta puritana, n.d.r.). Ma le nostre donne guidano e noi non tagliamo le mani ai ladri.

Lei però è il proprietario di al-Jazeera e gli americani dicono che è la televisione dei terroristi.

Una volta Donald Rumsfeld si è lamentato di questo: due giorni dopo anche al-Zarqawi ci ha fatto avere le sue lamentele. il governo tunisino ha richiamato l'ambasciatore per protestare contro il modo in cui la televisione aveva coperto le elezioni di quel Paese. Quando ne ho chiesto le ragioni, il direttore di al Jazeera mi ha fatto vedere la lettera di protesta che aveva ricevuto dall'opposizione tunisina a Londra. Non possiamo piacere a tutti. E poi, perchè si lamentano con me? lo sono solo l'editore. Capisco che gli arabi non amino una televisione così, ma gli americani dovrebbero sapere cos'è la libertà di stampa.

Non avrà creato al-Jazeera solo per fare business.

Certo che no. Appena sono andato al potere, 10 anni e un mese fa, ho dissolto il ministero dell'informazione e creato al-Jazeera. Gli arabi avevano bisogno di un'informazione aperta. dovevano capire cosa accade nel mondo e accanto a noi.

Non c'è indice dello sviluppo umano nel quale il Mondo arabo non sia indietro. Qual è la causa?

La mancanza di democrazia. E la corruzione. In questo Israele non c'entra. Dobbiamo chiederci perchè milioni di arabi vanno in Occidente a cercare lavoro. Lei si riferisce a quel rapporto dell'Onu sullo sviluppo umano, uscito qualche anno fa. Il primo a pubblicarlo è stato al-Jazeera. In molti Paesi non è ancora uscito. Il rapporto invece è giusto e non può che aiutare il mondo arabo. Sfortunatamente gli Stati Uniti e l'Europa hanno aiutato troppi Paesi che non lo meritavano. Perché servano, gli aiuti devono essere dati in cambio di democrazia.

Esiste un modello arabo di democrazia?

Ogni parte del mondo ha le sue peculiarità. Ma in ogni parte del mondo un ministro che sbaglia dev'essere licenziato, le decisioni di un monarca devono essere discusse.

Anche in Qatar?

Anche da noi.

Perchè quest'ansia di democrazia? In Qatar siete pochi e ricchi: è così necessaria la democrazia?

Lo è perche lo dice il Corano e perché è buona per il Qatar. Fra un paio di generazioni la nostra ricchezza sarà perduta. Solo istituzioni solide e un economia libera garantiscono il futuro.

Altezza, 10 anni esautorato l'emiro. Come ci si sente a fare un colpo di stato contro il padre?

Ogni giorno sono costretto a prendere decisioni difficili, ma quella fu la piu penosa della mia vita. Dovevo farlo. Continuare a parlare senza muovere un dito era solo una perdita di tempo. Oggi vediamo cose nel nostro Paese che non avremmo avuto: sono i giovani che controllano il Qatar. Vedo invece attorno a noi gente malata al potere e Paesi paralizzati. Con mio padre, comunque, mi sono riappacificato: ci vediamo tutti i week-end

da legnostorto

Edited by Pontormo - 16/7/2005, 08:24
 
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