Il sofà delle muse

Costantinos Kavafis, un grande poeta da amare

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Maximus05
view post Posted on 22/6/2005, 19:05




Passaggio

Quanto fantasticò, timido, da scolaro,
tutto è svelato innanzi a lui. Si svia
nelle veglie, travolto. E com'è giusto
(per l'arte nostra), il sangue nuovo e caldo
se lo gode il piacere. Il corpo cede
a un'erotica illecita ebrietà: le membra giovani
tutte in essa s'ingolfano.
Ed è così che un semplice ragazzo si fa degno
che lo miriamo, e nell'Eccelso Mondo
di Poesia pur egli passa, un attimo,
il ragazzo sensibile, col sangue nuovo e caldo.

 
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arlequin
view post Posted on 23/6/2005, 17:24




il mio professore di italiano e greco,
guido lana,
ha dedicato a me e ai miei compagni
la poesia "itaca",
come augurio di una felice
e ricca navigazione.
l'ho amata subito,
alla prima lettura,
questa poesia,
così immensa...
vorrei mandarla ad un mio amico,
un ragazzo inglese,
ovviamente nella sua lingua.
qualcuno potrebbe dirmi
dove posso trovare questa poesia
scritta in lingua inglese?
grazie mille,
otty
 
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Pontormo
view post Posted on 23/6/2005, 21:05




Grazie a te..
Itaca è stupenda..ora cerco se la trovo in inglese
 
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Pontormo
view post Posted on 23/6/2005, 21:11




eccola!!!!

Ithaca
When you set out on your journey to Ithaca,
pray that the road is long,
full of adventure, full of knowledge.
The Lestrygonians and the Cyclops,
the angry Poseidon -- do not fear them:
You will never find such as these on your path,
if your thoughts remain lofty, if a fine
emotion touches your spirit and your body.
The Lestrygonians and the Cyclops,
the fierce Poseidon you will never encounter,
if you do not carry them within your soul,
if your soul does not set them up before you.

Pray that the road is long.
That the summer mornings are many, when,
with such pleasure, with such joy
you will enter ports seen for the first time;
stop at Phoenician markets,
and purchase fine merchandise,
mother-of-pearl and coral, amber and ebony,
and sensual perfumes of all kinds,
as many sensual perfumes as you can;
visit many Egyptian cities,
to learn and learn from scholars.

Always keep Ithaca in your mind.
To arrive there is your ultimate goal.
But do not hurry the voyage at all.
It is better to let it last for many years;
and to anchor at the island when you are old,
rich with all you have gained on the way,
not expecting that Ithaca will offer you riches.

Ithaca has given you the beautiful voyage.
Without her you would have never set out on the road.
She has nothing more to give you.

And if you find her poor, Ithaca has not deceived you.
Wise as you have become, with so much experience,
you must already have understood what Ithacas mean.



altre poesie qui

Edited by verbenasapiens - 23/6/2005, 22:16
 
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Pontormo
view post Posted on 30/6/2005, 19:50




Andai
-Constantinos Kavafis

Non conobbi legami. Allo sbaraglio, andai.
A godimenti, ora reali e ora
turbinanti nell'anima,
andai, dentro la notte illuminata.
Mi abbeverai dei più gagliardi vini,
quali bevono i prodi del piacere.

 
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Pontormo
view post Posted on 30/6/2005, 19:58




COSI' FISSO MIRAI

La beltà così fisso mirai
che la vista n'è colma.
Linee del corpo. Labbra rosse. Voluttuose membra.
Capelli da un ellenico simulacro, spiccati
e tutti belli, pur sì scarmigliati,
cadono appena sulla fronte bianca.
Volti d'amore, come li voleva
il mio canto… incontrati nelle notti
di giovinezza, nelle mie notti, ascosamente
 
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sandokan23
view post Posted on 1/7/2005, 17:59




PORTAI NELL'ARTE MIA

Sto seduto. Fantastico. E brame e sensazioni
portai nell'Arte mia - appena intravveduti
visi, vaghi contorni; di non compiuti amori
poche memorie labili. A lei voglio concedermi.
Forme della Beltà delinea, esperta; e colma
tutta la vita, quasi inavvertitamente:
associa percezioni, associa le giornate
 
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Pontormo
view post Posted on 2/7/2005, 07:18




Nel mese di Athyr

A fatica leggo sulla vecchia pietra
SIGN(OR)E GESÙ CRISTO. La parola ANI(M)A distinguo.
NEL ME(SE DI) ATHYR LEUCI(O) SI SP(ENS)E.
Menzionando l’età … ANNI VIS(SU)TO
Le Kappa e Zeta dicono che si spense presto.
Dove la parte è guasta vedo COSTU(I)… DI ALESSANDRIA.
Poi vengono tre righe molto mutile, appena posso
decifrare le parole NOSTRE L(A)CRIME, e DOLORE
e ancora LACRIME e GLI (AM)ICI IN LUTTO.
Questo Leucio a me pare che fu molto amato.
Nel mese di Athyr Leucio si spense.

 
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verbenasapiens
view post Posted on 2/7/2005, 16:40




Il principe di Libia Occidentale
di Costantinos Kavafis

Buona impressione a tutti
nei dieci giorni che passò a Alessandria
fece il principe di Libia Occidentale
Aristomène, figlio di Menelao.
Tutto, dal nome al modo di vestire
con gusto, era greco: certo gradiva
gli onori ma senza ricercarli,
era modesto. Comprava libri greci
con un’inclinazione per la filosofia
e la storia. Poi, quel che più conta,
parlava poco stando come immerso
in pensieri profondi; è proprio
della gente del suo stampo
- dicevano - l’esser parco.

Non era un uomo profondo, non era niente.
Anzi, un tipo comune, insignificante
che, preso il nome e l’abito dei greci
si faceva passare per tale
in cuor suo tremando di sciupare l’effetto,
che gli scappasse detto, in greco, un qualche
barbarismo atroce. E far poi le spese
della maligna Alessandria che ride.

Perciò si limitava all’essenziale
badando alla grammatica e all’accento,
annoiandosi non poco, con tutti
quei discorsi che gli scoppiavano dentro.

[da Cinquantacinque Poesie, Einaudi, 1968]


 
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Pontormo
view post Posted on 13/7/2005, 19:49




CANDELE

Stanno i giorni futuri innanzi a noi
come una fila di candele accese –
dorate, calde, e vivide.
Restano indietro i giorni del passato,
penosa riga di candele spente:
le più vicine dànno fumo ancora,
fredde, disfatte, e storte.

Non le voglio vedere: m’accora il loro aspetto,
la memoria m’accora del loro antico lume.
E guardo avanti le candele accese.

Non mi voglio voltare, ch’io non scorga, in un brivido,
come s’allunga presto la tenebrosa riga,
come crescono presto le mie candele spente.
 
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Pontormo
view post Posted on 16/7/2005, 07:06




27 giugno 1906, due del pomeriggio*

Quando alla forca lo portarono i Cristiani
– diciassett’anni, un ragazzo innocente –
la madre che si trascinava
presso la forca e si batteva il petto tra la polvere
sotto il sole feroce del meriggio,
ora ululava come un lupo grida belluine,
ora spossata martire biascicava un lamento:
«Diciassett’anni soli mi sei vissuto figlio mio».
Gli fecero salire la scala della forca e gli passarono
la corda al collo e lo strozzarono
– diciassett’anni , un ragazzo innocente –
e penzolò nel vuoto
tra gli atroci spasmi dell’agonia quel corpo
d’efebo così bello: si rotolava allora quella madre martire nella polvere
e nel suo pianto non parlava più d’anni: «Diciassette
giorni soltanto» piangeva «diciassette
giorni soltanto io t’ho goduto, figlio mio».


 
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antoine doinel
view post Posted on 16/7/2005, 19:53




LE FINESTRE:
In queste stanze buie, dove passo
giornate soffocanti, io brancolo
in cerca di finestre. – Una se ne aprisse,
a mia consolazione- . Ma non ci sono finestre
o sarò io che non le so trovare.
Meglio così, forse. Può darsi
che la luce mi porti altro tormento.
E poi chissà quante mai cose nuove ci rivelerebbero.



 
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antoine doinel
view post Posted on 16/7/2005, 19:54




LA CITTA’:
Hai detto: “Per altre terre andrò per altro mare.
Altra città, più amabile di questa, dove
ogni mio sforzo è votato al fallimento
dove il mio cuore come un morto sta sepolto
ci sarà pure. Fino a quando patirò questa mia inerzia ?
Dei lunghi anni, se mi guardo intorno,
della mia vita consumata qui, non vedo
che nere macerie e solitudine e rovina”.

Non troverai altro luogo, non troverai altro mare.
La città ti verrà dietro. Andrai vagando
per le stesse strade. Invecchierai nello stesso quartiere.
Imbiancherai in queste stesse case. Sempre
farai capo a questa città. Altrove non sperare,
non c’è nave, non c’è strada per te.
Perché sciupando la tua vita in questo angolo discreto
tu l’hai sciupata su tutta la terra.

 
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verbenasapiens
view post Posted on 22/7/2005, 20:34




« - Che cosa aspettiamo così riuniti sulla piazza? - Stanno per arrivare i Barbari oggi. - Perché un tale marasma al Senato? Perché i Senatori restano senza legiferare? - E' che i barbari arrivano oggi. Che leggi voterebbero i Senatori? Quando verranno, i Barbari faranno la legge. - Perché il nostro Imperatore, levatosi sin dall'aurora, siede su un baldacchino alle porte della città, solenne e con la corona in testa? - E' che i Barbari arrivano oggi. L'Imperatore si appresta a ricevere il loro capo. Egli ha perfino fatto preparare una pergamena che gli concede appellazioni onorifiche e titoli. - Perché i nostri due consoli e i nostri pretori sfoggiano la loro rossa toga ricamata? Perché si adornano di braccialetti d'ametista e di anelli scintillanti di brillan ti? Perché portano i loro bastoni preziosi e finemente cesellati? - E' che i Barbari arrivano oggi e questi oggetti costosi abbagliano i Barbari. - Perché i nostri abili retori non perorano con la loro consueta eloquenza? - E' che i Barbari arrivano oggi. Loro non apprezzano le belle frasi né i lunghi discorsi. - E perché, all'improvviso, questa inquietudine e questo sconvolgimento? Come sono divenuti gravi i volti! Perché le strade e le piazze si svuotano così in fretta e perché rientrano tutti a casa con un'aria così triste? - E' che è scesa la notte e i Barbari non arrivano. E della gente è venuta dalle frontiere dicendo che non ci sono affatto Barbari... E ora, che sarà di noi senza Barbari? Loro erano comunque una soluzione».

 
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valmont74
view post Posted on 19/10/2005, 18:08




"L'intervento degli Dei":

Accadrà prima questo; poi quello.
I fatti seguiranno la via solita
Tra un anno o due, immagino.
Di un futuro lontano non ci curiamo.
Quanta pena ci diamo per il meglio!
Ma è un affannarsi per la rovina:
ingarbugliamo tutto, ci ritroviamo
in confusione senza misura.
Siamo sospesi. E' l'ora in cui attaccano
Gli Dei a lavorare; sempre arrivano.
La macchina li depone giù - salvezza
Agli uni; agli altri decretata,
con fulminea violenza, fine.
Ci sistemano in fretta, eccoli
Usciti già di scena. Da capo:
Ricominciamo.
 
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29 replies since 7/6/2005, 15:50   512 views
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