Il sofà delle muse

Napule è na carta sporca e nisciuno se ne 'mporta, caro fratello tremalnike ti scrivo

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PalladeAthena
view post Posted on 24/6/2005, 08:03




Vissuto in prima persona.


Chi mi legge sa che faccio volontariato sulle ambulanze almeno una volta la settimana, sono un autista non un medico o un infermiere, un semplice autista.
L'altra notte siamo intervenuti dalle parti del Cimitero Maggiore (Milano) in uno dei tanti campi abusivi.Alcuni occupanti si erano accoltellati (non gravemente) per una questione di "divisioni". vi lascio immaginare di cosa.Non essendo coinvolto in prima persona mi sono messo a parlare con alcuni "abitanti" del centro, persone cortesi e gentili che mi hanno offerto da bere e da mangiare (erano le tre di notte) non ho accettato non per scortesia ma perchè non lo faccio di principio. non accetto nulla da nessuno quando sono in servizio.Parlando con un "capo" ho chiesto perchè vivevano in quella maniera, se era colpa dei permessi di soggiorno o della scarsità di case. Magari non trovavano il lavoro adatto o forse a Milano tutti sono diventati un poco razzisti e zingari e romeni non li vuole nessuno.

La risposta mi ha lasciato di stucco:
"ma perchè dobbiamo lavorare quando tra comune e provincia perndiamo € 50 il giorno per capo familia? In più se abbiamo dei figi minori prendiamo altri €25 a persona, se lavorassimo prenderemmo molto meno."
Ho fatto un piccolo conto, una famiglia media di rom prende €50 fissi + €25 per bambino. calcolando che sono in genere due adulti e 4 minori fa € 150 al giorno. Bisogna aggiugere la scuola e relativa mensa gratuita, medicinali e cure mediche gratuite incluso eventuale ricovero e relativo intervento chirurgico se necessario. Ma non finisce qui: le varie ONLUS locali gli danno vestiario e alimentari, coperte, lenzuola, bombole di gas, tutto gratuito senza esibire nessun permesso di soggirno o documento regolare, basta essere rom o extracomunitari.
A tutto questo va aggiunto l'accatonaggio, ampiamente praticato, i furtarelli, gli scippi alle vecchiette.
Se fate i conti al giorno fa una bella sommetta.
Questi sono i disadattati, le persone da aiutare, i nostri "graditi" ospiti per cui una certa parte di "italioti" si strappa le vesti chiamando gli Italiani razzisti e xenofobi.
A voi i commenti.


da legnostorto

Commenti? Credo che il buonismo peloso sia controproducente e che la legalità in un paese NORMALE debba essere fatta rispettare altrimenti c'è violenza e arbitrio..ma capirete quanto la cosa sia difficile causa tanti tromboni sfiatati che ragionano( si fa per dire..) a senso unico obbligato, il solito
 
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Rachael
view post Posted on 24/6/2005, 09:38




Avevo già sentito delle sovvenzioni date ai rom...e trovo assurdo che si mantenga degli sfaticati, quando tanti nostri pensionati fanno veramente fatica a vivere.
La colpa é di quella gente che se ne approfitta e in più delinque, ma anche di chi "paga" sentendosi anche un benefattore dell'umanità.
I rom che non si vogliono integrare e LAVORARE, ma essere mantenuti, vanno rispediti al loro paese senza nemmeno pensarci mezza volta.
 
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Maximus05
view post Posted on 24/6/2005, 13:18




La cosa tragica è che i rom non li vogliono neanche in Romania e per gli stessi motivi: sono ingovernabili e fonte di continue violenze..
Ho trovato questo articolo su un blog molto interessante da leggere tutto

EMERGENZA CRIMINALITA', LA POLITICA HA DELLE IDEE?

Per una singolare coincidenza, proprio nel mezzo di una di criminalità, su La7 è andato in onda un capolavoro del cinema di tutti i tempi, di Fritz Lang.
Il film si intitola M (la versione italiana fu titolata "Il mostro di Dusserdolf", anche se la città nella quale è ambientato è verosimilmente Berlino). Nel cast figura un eccezionale Peter Lorre. Si tratta dell'ultimo film tedesco del regista di Metropolis, prima di andare in America.
La trama: Uno psicopatico che uccide bambini terrorizza una città tedesca. La polizia brancola nel buio e, investigando, crea problemi alla criminalità organizzata che decide, pur di togliersi la polizia dai piedi, di dare la caccia lei per prima all'assassino.
Inizia così una singolare caccia al criminale, sia da parte dei buoni sia da parte dei cattivi.
Il mostro è in realtà un tranquillo homunculus che vive in una stanza presa in affitto. Un uomo invisibile, un piccolo borghese. Un hitler (ma la lettura politica è una tentazione da evitare).
Grazie a un cieco -che riconosce il fischio del mostro- si dà avvio alla caccia finale. La polizia utilizza la razionalità, i capi della delinquenza comune sfruttano la rete di mendicanti/informatori e l'intuito. Ma sono i delinquenti a catturare l'innominato M, e dare avvio a un processo che ha i toni di una tragedia greca.
Figura chiave del processo è l'avvocato, che giudica il mostro come un malato e ne raccomanda non la condanna a morte, come richiedono le decine di "criminali" (nei quali è facile riconoscere il "popolo", anche per la presenza di donne, vecchi...), ma il ricovero in una casa di cura. A questa tesi dà forza lo stesso Peter Lorre, in una lunga e drammatica autodifesa che si ricollega idealmente con quella di Charlie Chaplin in Monsieur Verdoux.
La tesi del Mostro come Malato comincia ad avere un certo successo nel consesso di ladri e capibanda, quando viene smontata da una donna, che dice -Andate a dirle alle madri dei bambini uccisi, queste parole: quando qualcuno lo dichiarerà "guarito", lui uscirà e ucciderà ancora...-. A quel punto, la polizia fa irruzione e conduce via il mostro.

Come si vede, è un tema di attualità.
Anche oggi la sociologia di sinistra e quella laico-europea, intendono il criminale come un malato, derivando in ciò dal pensiero di Rousseau, secondo il quale il "cattivo per natura non esiste". Quindi, se c'è del male, è a causa di disagi sociali, psichici, o fisiologici.
Questa teoria giuridica, divenuta predominante nella Germania di Bertolt Brecht (all'Opera di Tre soldi si richiama il film di Lang), ha un difetto: tende a deresponsabilizzare l'individuo. Se il "male" non è una libera scelta dell'individuo, ma una sua condanna, una caduta inevitabile, il giudice e lo Stato mireranno più alla guarigione che alla punizione. In questo modo -però- viene a mancare la deterrenza della certezza della pena. Siccome dal punto di vista della gestione concreta, la guarigione dal crimine diventa impossibile, allora le prigioni e gli istituti di repressione del crimine diventano soltanto un "contenitore sociale": il carcere socialdemocratico, come la scuola, e l'ospedale diventano una scatola nella quale incasellare la categoria sociale dei "socialmente non inseriti". Il modello attuale è insomma: Sorvegliare, più che Sorvegliare e punire, titolo di un famoso saggio di Michel Foucault. Nella società socialista, torna di attualità il Panoptikon: conta vedere le asocialità, i crimini, e provvedere.

Questa linea è seguita a Napoli da anni: si interpreta la persistente delinquenza come "disagio", e si predica il "salario sociale" come migliore deterrente. Oggi però lo stesso Bassolino, sul Corriere della Sera, tende a prendere le distanze da questa visione politica della sinistra.

Nello stesso tempo, a nord, le sinistre sono riuscite a sviare l'attenzione dell'opinione pubblica dalla "persistenza" di stupri, rapine etc. concentrando i propri attacchi sulle reazioni, in particolare sulla Lega Nord.
Questo è potuto avvenire per colpa degli stessi leghisti, i quali usano un linguaggio fascista mentre sono meno fascisti dei loro nemici. Parlare di "castrazione chimica", è un errore, se non si aggiunge che cosa si vuole ottenere.

La Lega segue infatti una teoria giuridica laica, come anche le sinistre. Rispetto allo stupro, propone una soluzione medica, più che punitiva.
La cosa singolare, di cui in Italia non si è parlato affatto, è che la "neutralizzazione chimica della libido" per i soggetti recidivi (così bisognerebbe chiamarla), è una pratica ampiamente in uso nelle socialdemocraticissime società scandinave.
La stessa "patria dei diritti", cioé la Francia, ha avviato una sperimentazione su quanto propone in Italia il ministro Calderoli.
Suona pertanto singolare questa reazione scomposta a delle frasi scomposte.
Dal mio punto di vista, non occorre dimenticare che chi commette il male è comunque responsabile, cosa che dicono sia i credenti, sia la teoria giuridica anglosassone, esclusi i casi di palese follia.
Quanto all'uso delle medicine, che avviene su basi volontarie, se ne può e deve parlare. Purtroppo a sinistra non sanno parlare, così ululano e offrono alla Lega nuovi voti. Ci vorrebbe qualcuno capace di tirare le somme, e di agire.
Quanto a Napoli, la soluzione -sic- sarebbe inviare l'esercito. Pur di togliere i soldati da ogni incrocio, la camorra farebbe come le bande di Berlino del film di Fritz Lang: si darebbe una calmata, eliminando esse per prima la teste pià calde.
Quanto al nord, serve una linea coerente, tra il garantismo di sinistra che attacca i tifosi del Varese, e non l'assassino, e chi tende a fare da sè una giustizia che non c'è più da troppo tempo.

da Le Guerre Civili
 
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Rachael
view post Posted on 24/6/2005, 14:08




La castrazione chimica può essere una soluzione per gli stupratori seriali, e non è nemmeno detto, perchè a volte non è la libido che entra in gioco ma il desiderio di sottomissione, l'esaltazione che dà il controllo totale sulla vittima.
Il comportamento sessuale nell'uomo, é dato da molteplici variabili, tra cui sono fattori fondamentali l' assetto genetico, le influenze culturali e sociali nei momenti critici dello sviluppo psicosessuale e infine le influenze ormonali. Agire solo su quest'ultime, sedandole, non sempre risolve il problema.
Ma questi ultimi episodi successi a Milano e Bologna, non sono d' ascrivere alla categoria dello stupro seriale, ma alla categoria della criminalità in "branco", lo stupro é seguito sempre dal furto, ed è presa di mira la coppia.
In questo caso la proposta di Calderoli é assurda, ed è strumentale alla ricerca di consenso popolare sull'onda dell'indignazione.
Non serve a nulla...
In Francia, la castrazione chimica é stata provata su volontari, ma erano tutti stupratori seriali e/o pedofili, nulla a che vedere con le bande di extra-comunitari che hanno colpito ultimamente.
Qui l'unica soluzione é agire con determinazione su chi stupra e ruba, con pene severe e sgomberando quei luoghi che sono sacche di criminalità, campi nomadi, baraccopoli, insediamenti abusi ecc.
Questa è la via se si vuole arginare il problema e non le sparate di Calderoli.






 
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verbenasapiens
view post Posted on 7/7/2005, 16:26




Le sparate della lega fanno solo danni..ma che razza di gente..
Interessante questo articolo

Dell’Osservatorio sulla camorra e sull’illegalità
di DOMENICO PIZZUTI di DARIO BOSCO *
La camorra non controlla il territorio
ecco perché dilagano scippi e rapine

Prima succedeva così. Prima. Ora non accade più. Prima accadeva che chi si rivolgeva al clan per avere un salario e mettersi a disposizione del gruppo difficilmente riceveva un rifiuto. Ora è cosa complessa, difficile, non più così
diretta e naturale nel percorso di vita di un quartiere. Gli stipendi ora sono centellinati, concessi esclusivamente ai gruppi dei più stretti affiliati, non elargiti a basi numerose e braccia molteplici. La celebre «mesata», lo stipendio di ogni camorrista, dato a chi sta in carcere o alle vedove, è concesso solo ai personaggi
strettamente inquadrati nel clan e sempre di più le manovalanze altalenano la propria fedeltà traun gruppo e l’altro in relazione alle capacità di ricevere la certezza dello stipendio. I clan di Napoli hanno smesso di mettere a stipendio
chi ne aveva necessità; i clan della Sanità, le frattaglie di gruppi dei Quartieri Spagnoli, i capizona del Pallonetto ma anche le famiglie secondiglianesi, dinanzi ad una richiesta continua di affiliazioni e stipendi hanno tagliato elargizioni. L’aumento della pressione microcriminale sulla città trova ragione innanzi
tutto da quest’interruzione di stipendi dalla progressiva ristrutturazione dei cartelli criminali avvenuti negli ultimi anni. Si riceve quindi con queste decisioni dei clan una sorta di autorizzazione ad agire con scippi, rapine, assalti
ai negozi, svolti in maniera sistematica ed in ogni zona di Napoli. I clan non hanno più necessità di un controllo capillare militarizzato, o quantomeno non ne hanno sempre bisogno. Non v’è neanche eccessiva paura dell’aumento
della pressione di forze dell’ordine, come si è visto a Forcella con l’assassinio di Edoardo Bove avvenuto nel gennaio scorso in un quartiere blindato dalla polizia ecome dimostrano i tre cadaveri trovati in un auto parcheggiata al lato di una strada di una Secondigliano in quei giorni presidiata da centinaia di carabinieri.
Gli affari principali dei gruppi camorristici avvengono fuori Napoli come dimostrano le indagini della Procura antimafia partenopea avvenute
negli ultimi tre anni. Affari che hanno i diametri continentali, che vanno dalla Cina dove investe il gruppo Di Lauro, agli USA dove investe l’Alleanza di Secondigliano, alla Spagna dove investono i Nuvoletta. Questa internazionalizzazione degli investimenti ha fortemente diminuito la necessità di un controllo militare e autoritario del territorio. La struttura federale e flessibile dei gruppi camorristici ha trasformato completamente il tessuto dei clan,
oggi piuttosto che di alleanze diplomatiche, di patti stabili, bisognerebbe riferirsi ai clan come «comitati d’affari». Le dichiarazioni che sta rilasciando in tal senso alla magistratura partenopea il pentito Salvatore Giuliano detto «o'montone» risultano fondamentali per comprendere il nuovo andamento della camorra
napoletana. Giuliano parla di una sorta di triade egemone a Napoli, formata da Misso-Mazzarella-Di Lauro, che si spartiscono le zone di influenza,i mercati da occupare, gli investimenti in particolari settori, le zone delle estorsioni, la
suddivisione degli appalti, i fornitori da imporre, gli agenti commerciali da consigliare. Un accordo quindi di intenti, ma non un percorso comune, non un sodalizio confederato. Una sorta di equilibrio indotto, eterodiretto. Ancor
più quando i tre gruppi sul piano militare possono persino arrivare a degli scontri chirurgici per assestare le proprie influenze e punire ingerenze. Una geografia imprenditoriale e criminale quindi che non ha più nulla a che fare con le alleanze politico-militari come fu il grande gruppo della Nuova Famiglia negli anni ’80
e ’90. La flessibilità della camorra è la risposta alla necessità delle imprese di far muovere capitale, di fondare e disfare società di far circolare danaro e di investire con agilità in immobili senza l’eccessivo peso della scelta territoriale
o della mediazione politica. Una struttura rigida, militarmente elefantiaca com’era la NCO di Cutolo renderebbe i gruppi profondamente perdenti sul piano finanziario e sul piano della capacità d’investimento. I clan non hanno necessità
di costituirsi in macrocorpi. Un gruppo quindi oggi può decidere di fondarsi, rapinare, sfondare vetrine con gli arieti (come accaduto per ben due volte nell’ultimo mese nel cuore commerciale di Napoli), rubare capi d’abbigliamento
e rimetterli nel mercato, senza subire, come in passato, o il massacro o l’inglobamento nel clan; può mettersi in affari in modo distante dal clan versando la classica quota nelle casse della camorra come avvenuto a Maddaloni
con il clan Belforte che ha ricevuto da un gruppo di rapinatori napoletani il 25%del bottino di oltre 10 milioni di euro che avevano rubato dal caveau di un istituto di vigilanza privata, o magari può agire in autonomia attigua ai
clan ma operativamente del tutto slegati da loro, come i Ranucci di Giugliano, sottoclan dei Mallardo che recentemente hanno messo a segno diverse rapine fermate soltanto nel maggio di quest’anno con l’arresto di due rapinatori
Basile e Napolano. Le bande che scorazzano per Napoli non sono
composte esclusivamente da individui che fanno crimine per aumentare il volume della propria sacca, per arrivare a comprare l’auto di lusso o riuscire a vivere comodamente. Gli individui che scelgono di far rapine, aggressioni,
furti, sono spesso coscienti che aumentando le proprie azioni, riunendosi, possono migliorare la propria capacità economica divenendo interlocutori dei clan o loro indotti. Questo è il motivo che giustifica sovente la loro ferocia
nell’azione ed anche la loro efficacia. Si tratta di individualità non sbandate, o almeno non soltanto sbandate, che godono di un plusvalore
organizzativo. I gruppi possono, attraverso le rapine ed i furti il cui ricavato spesso vien messo in cassa, tirare su organizzazioni che non avranno mai la forza di fondersi in gruppi criminali ma che potranno invece essere l’indotto
«criminale» nell’organizzazione ormai squisitamente imprenditoriale dei gruppi camorristi.
Il resto si può leggere qui
http://www.corrieredelmezzogiorno.info/roo...0605_boll04.pdf

e qui
http://www.corrieredelmezzogiorno.info/roo...ttino.php?id=47
 
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verbenasapiens
view post Posted on 8/7/2005, 14:56




Incensurato e diplomato ruba un rolex: a 18 anni in carcere


Mentre si punta sul decreto legge per evitare che slitti a lungo l’approvazione del pacchetto anticrimine concordato dai parlamentari campani, e i commercianti fanno una serrata per attirare l’attenzione delle istituzioni locali, ecco una sentenza che sembra segnare un’inversione di rotta da parte della magistratura (o quantomeno indicativa dei diversi usi che si possono fare della discrezionalità). Un giovane di 18 anni - che mercoledì fu arrestato dalla polizia dopo avere scippato insieme con un complice un Rolex a una coppia di giapponesi - processato per direttissima, ieri è stato condannato a due anni e otto mesi di reclusione (oltre che a una contravvenzione di mille euro e al pagamento delle spese processuali) che dovrà scontare proprio tutti in carcere pur essendo incensurato. Sentenza della IX sezione del Tribunale penale. Il ragazzo, Paolo Andreozzi, è già stato trasferito a Poggioreale. Paolo mercoledì sera era alla guida di uno scooter con a bordo un amico di 16 anni. In via Cesario Console i due s’avvicinarono a una coppia di giapponesi che era seduta sulle panchine e scipparono il Rolex di lui, dandosi alla fuga. Inseguiti da una pattuglia di Falchi, speronarono la moto degli agenti, facendoli cadere, prima di essere bloccati. Nel frattempo avevano lasciato cadere l’orologio, che è stato recuperato. Sarebbe stato il sedicenne (messo a disposizione del Tribunale dei minori) a strappare materialmente il Rolex dal braccio del turista. Per Paolo Andreozzi - maggiorenne - invece una condanna insolita per un incensurato, che, tra l’altro, quest’anno si è pure diplomato in Ragioneria all’Istituto Serra. Ma proprio la giovane età, l’assenza di carichi pendenti e il fatto d’appartenere a una famiglia che gli ha consentito di poter studiare, il fatto di essere diplomato, sono stati considerati un’aggravante (invece che attenuanti) - dalla magistratura - indicativi di una personalità trasgressiva. Paolo Andreozzi abita ai Quartieri, in casa ieri dopo la sentenza c’era anche una zia, arrivata per sostenere il papà, Alfonso, 50 anni, dipendente Asìa attualmente sulla sedia a rotelle per un ictus, e la mamma, casalinga (hanno anche una figlia di 16 anni). «Non ci posso credere», diceva la zia, «Paolo guidava soltanto la moto. Ma anche l’altro, il minorenne, è un bravo ragazzo. Non capisco che cosa possa essergli passato per la mente l’altra sera, è stata la prima volta. E mio nipote ha pagato per tutti». A parte il caso specifico, si sa che a Napoli ogni giorno scendono in campo centinaia di incensurati. E, restando nel campo dei minori, ecco l’ultima. Ieri a Coroglio due giovani sono stati rapinati di soldi e cellulari: s’erano fermati per aver visto una bella ragazzina bionda in scooter che gli faceva segno, «forse aveva bisogno di soccorsi». Sul sellino posteriore, c’era il complice con un coltello. l.ru.

Controlli della polizia: il 18enne condannato ieri era stato preso dai «Falchi»
da mattino.it

era ora..finalmente è stata considerata l'aggravante dell'allarme sociale..immagino come certi tromboni si possano stracciare le vesti..
 
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verbenasapiens
view post Posted on 17/7/2005, 17:10






C'è chi, tanto per mettersi al centro, come sempre, dell'attenzione, già squittisce la sua paura su attentati in Italia o fa il mea culpa per il fatto che la sua zona di frequentazione abituale non dovrebbe essere nel mirino dei terroristi..anche queste sono disgrazie, lo si sa..

A Napoli invece siamo in guerra davvero e da tanto tempo e nessuno fa nulla per cercare di porre rimedio alle aggressioni quotidiane, alcune pure mortali

Bollettino di guerra di oggi

Due donne scippate e ferite, una è incinta

CHIARA GRAZIANI Rideva. La malattia di Napoli, la fotografia di una città che perde se stessa, sta nella risata ignorante e soddisfatta di una scippatrice donna, in fuga verso via Roma su un motorino, lo scalpo di uno zainetto nero sollevato al cielo. A terra, ad un passo dalla Prefettura, faccia in giù, una chiazza di sangue che si allargava sul selciato nuovo di via Chiaia e sulla macchina fotografica caduta, Lilian C., 53 anni, turista argentina, per sua disgrazia sbarcata a Napoli da Palermo un’ora prima, alle 6, 30 del mattino. Due femmine, giovani, in motorino, l’hanno scelta quando, per sua nuova disgrazia, si è separata dal gruppo degli amici per fare delle foto. Come gli animali colpiscono il più debole, il più isolato, così le due femmine l’hanno presa alle spalle. Fiere della loro facile vigliaccheria, hanno anche riso, buttando lo sguardo indietro su una poveretta che non si muoveva più. Non basta. Tre ore dopo, ad ottocento metri di distanza da dove Lilian ha rischiato la vita, un’altra donna, 35 anni, un pancione di sette mesi, si avvia all’auto parcheggiata a via Carlo Poerio. Due uomini, stavolta. La seguono, la aggrediscono alle spalle, le strappano la borsa. Ma il bersaglio, che sembrava inerme, è più tosto del previsto. La fragile signora incinta è un magistrato. Resiste ed intanto li fotografa con gli occhi. Quando fuggono non impreca. Guarda la targa della Vespa. Ed alla polizia dà una di quelle descrizioni che sono il sogno di un investigatore. Tempo mezz’ora ed i Falchi di via Medina, la squadra in borghese antiscippo, pesca due persone che hanno quella Vespa, quegli abiti, quelle fattezze. Li trovano all’indirizzo dei giardinetti del Molosiglio: riconosciuti i Falchi, i due cercano la fuga. Vengono così arrestati, con l’accusa di essere i due scippatori di via Poerio, Ciro Castaldi, 25 anni, di Santa Lucia che deve scontare sei mesi - riferisce la polizia - per evasione dai domiciliari. L’altro arrestato, Luciano Serpi, 37 anni, avrebbe nella sua storia svariate denunce, sempre secondo quanto riferisce la polizia. Non avevano la refurtiva addosso. Cronache da Chiaia che dicono: nessuna parte della città può sentirsi ormai un’isola. Non ci sono più nè riguardi, nè accortezze. Il terreno è battuto da canagliette sciolte, donne per di più e molto giovani, la cui arroganza è spudorata. Ore dopo lo scippo che ha spedito Lilian C. al Loreto Mare con una commozione cerebrale, per fortuna non grave, e la faccia tumefatta, via Chiaia è zeppa di polizia. Controlli ai motorini, vigili comunali di ronda con l’auto ed a piedi. Le due canagliette in motorino, scese dai Quartieri e fuggite verso via Roma, chissà dove sono. Alle 7, 30 c’era non poca gente, all’angolo fra piazzetta Carolina e via Chiaia. Lo scarico mattutino delle merci, la processione al bar della piazzetta che, a quell’ora, già profuma di caffè da due ore buone, segnale ai naviganti del sabato mattina all’ombra della Prefettura. «Quella poveretta - dice una voce - non ha avuto modo di difendersi. Abbiamo gridato, altro non potevamo fare». Chi assiste ad uno scippo, e lo racconta, non ha nome e non ha volto. Ma l’umiliazione di queste persone che raccontano - con gli occhi ancora rossi di tensione ad ore dai fatti - dà il sollievo di scoprire che omertà ed indifferenza non hanno ancora vinto. Parlano, sputano fuori il veleno che lascia in bocca assistere ad una tale cattiveria. «Le sono arrivate alle spalle - dicono - è caduta a faccia avanti, non capivamo neppure se fosse viva. Una signora ha gridato, pianto, imprecato. Se l’è presa con chi stava a guardare, a parolacce, a strilli. Abbiamo chiamato il 118. Sono arrivati in tre minuti, ci avevano raccomandato di non girarla. E lei, a faccia in giù, che non si capiva se respirava». Una di queste persone per bene vorrebbe parlare a Lilian, «per chiederle scusa». Per dirle: Lilian, Napoli non sono loro.

da mattino.it

questo è quanto..si cammina per le strade di Napoli in stato di tensione..se si percepisce qualuno alle spalle il cuore batte veloce e si cerca di fare una diversione per togliersi dal mirino..già..a questo siamo..e magari si prende la bellissima metropolitana perchè di mattina presto è più facile essere scippate..la metropolitana già....
 
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salvatores
view post Posted on 17/7/2005, 20:54




Il fatto è che, credo , non importa a nessuno di quanto succede a Napoli..Tutto è riconducibile amicroicriminalità con i suoi micromorti, evidentemente, tutto quì..ma la gente sta molto male ed è sfiduciata..si sente sola e abbandonata e, soprattutto, senza speranza.
Nel frattempo Napoli è piena di cantieri che rendono la città ancora più caotica..in fin dei conti per l'amministrazione conta più l'apparire che l'essere ma il gioco non può essere retto a lungo..la gente fugge..turisti in primis e invece Napoli è tanto bella..
 
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verbenasapiens
view post Posted on 17/7/2005, 21:28




Il cinquantacinque per cento dei napoletani
non è soddisfatto di come si vive in città

La «misurazione» della qualità della vita con adeguate metodologie conoscitive
nelle ventuno circoscrizioni della città di Napoli è l’intento di una recentissima pubblicazione che presenta i risultati dell’attività dell’«Osservatorio sulla qualità della vita e la vivibilità nelle Circoscrizioni di Napoli». La ricerca, «Qualità della
vita e vivibilità nelle circoscrizioni della città. Napoli è», curata da Massimo
Franco, Cristina Davino e Massimo Gherghi ed edita da Angeli, Milano,è già stata oggetto di riflessione, sulle pagine del Corriere, ma ritengo opportuno riproporre il tema per aggiungere alcune considerazionidi carattere socio-metodologico.
L’indagine, realizzata dall’Università degli Studi di Napoli Federico II, avvalora su
base empirica percezioni circa la soddisfazione o meno per la vivibilità della città e la richiesta diffusa di sicurezza da parte degli abitanti della raltà napoletana.
L’iniziativa dell’«Osservatorio sulla qualità della vita» prende avvio dalla considerazione che la crescente attenzione alla qualità è una delle tendenze
che ha maggiormente caratterizzato i contesti sociali, per i riflessi economici e politici che conseguono da tale aspetto. I bisogni dei cittadini dovrebbero
essere al centro dei processi decisionali delle PubblicheAmministrazioni attivando
specifiche politiche di «citizen satisfaction». La «citizen satisfaction» è un principio
nuovo, ma largamente condiviso nelle pubbliche amministrazioni, in base al quale la qualità dei servizi, e quindi la vivibilità urbana, si attua nella capacità di assunzione dei bisogni dei cittadini e nella soluzione dei loro problemi. Circa la metodologia di analisi della qualità della vita, «l’originalità dello strumento, a differenza di altre iniziative del genere sviluppate in Italia e all’estero, si basa, sulla costruzione di un modello di analisi in grado di misurare e correlare dati ed
informazioni riferibili ai singoli aspetti, ma con una prospettiva che considera sia ladomandache l’offerta dei servizi, quindi di due dimensioni valutative» (Ib., pag 24): Il modello seguito si rivela particolarmente sensibile per i «fattori» di qualità individuati, sia rispetto agli aspetti oggettivi, che definiscono il livello di vivibilità
in una città, sia rispetto agli aspetti di carattere soggettivo, che si manifestano nella percezione e nelle attese dei cittadini. Il modello conseguentemente
prende in considerazione due dimensioni: quella della domanda, in termini di qualità della vita secondo una prospettiva soggettiva ; quella dell’offerta, cioè il livello di vivibilità secondo una prospettiva oggettiva. Sotto quest’ultimo profilo per ognuna delle ventuno circoscrizioni sono stati raccolti, elaborati e sistematizzati dati (indicatori) relativi ai seguenti fattori individuati: costo della vita, tempo libero, assistenza sanitaria e sociale, servizicommerciali, territorio e sicurezza, trasporti e mobilità, istruzione. Sotto l’aspetto della domanda,
cioè della percezione e delle attese dei cittadini rispetto ai fattori che incidono
sulla loro vita, nelle circoscrizioni, è stata effettuato una survey nel periodo 14-29 giugno 2004, un sondaggio di opinione con la somministrazione diun questionario con interviste dirette ad un campione di 3.000 cittadini. In questa sede facciamoriferimento solo ad alcuni risultati sintetici più significativi. I isultati dell’indagine, ad un primo livello di sintesi, evidenziano che i napoletani esprimono un giudizio complessivo sulla vivibilità della città che: per il 10% è ottimo, per il 12,8% buono, per il 22,9% sufficiente, per il 25,4% mediocre, per il
28,9% scadente. Quindi un giudizio negativo per circa il 55%del campione
intervistato. Per quanto riguarda la percezione degli aspetti in miglioramento
rispetto all’ultimo anno, il 27,4% dei cittadini indica i trasporti pubblici, il 13,5% i servizi commerciali, il 7,9 % l’illuminazione stradale. Gli aspetti per cui si percepisce un peggioramento sono la sicurezza per il 46 per cento dei residenti, il costo della vita (10,5%), la pulizia delle strade (8,5%), il traffico (7,1%).
Per quanto riguarda le attese, i cittadini napoletani individuano come priorità da affrontare la microcriminalità (58,5%), le strutture ricreative e di svago (5,1%), la pulizia delle strade (5%), il traffico (4,9%), l’assistenza sociale (4,3%). Queste attese trovano un riscontro empirico nei dati sulla criminalità (omicidi, estorsioni,
scippi, furti, rapine, ecc.) relativi al 2003 raccolti nella prima parte del volume per il fattore «ambiente, territorio, sicurezza» Nelle singole circoscrizioni i ittadini
che percepiscono di più la mancanza di sicurezza sono quelli di Avvocata
- Montecalvario - S. Giuseppe - Porto (80,4%), Chiaiano (77,6%), Mercato - Pendino (65,4%), e Miano(59,7%). I residenti della circoscrizione Bagnoli vedono nella pulizia e manutenzione delle strade la principale priorità d’affrontare, mentre quelli del Vomero invece considerano comepriorità
d’affrontare gli aspetti dell'assistenza sanitaria e sociale (30,1%), del traffico
(12,6%) e delle strutture ricreative (11,9%). Nella circoscrizione di Scampia,
vengono invece considerate priorità d'affrontare, con valori superiori a quelli della città nel suo complesso,il controllo della tossicodipendenza e l'apertura di strutture ricreative.Un dato che fa riflettere è quello relativo alla possibilità di cambiare circoscrizione; dalle risposte emerge che il 57,2% non cambierebbe
circoscrizione, mentre dell'altro 42,8%, il 22,7% gradirebbe spostarsi in altre
circoscrizioni della città quali Vomero (7,6%) e Chiaia - Posillipo (8,0%), mentre ben il 20,1 %preferirebbe lasciare la città. Il volume raccoglie nelle sue diverse
parti una documentazione assai interessante in merito alla qualità della vita e la vivibilità nella città di Napoli, accompagnata da commenti ed analisi essenziali da sviluppare, che offre uno specchio della «citizen satisfaction» soprattutto ai policy
makers dell’Amministrazione cittadina per non rimanere una bella esercitazione conoscitiva.

da croorire del mezzigiorno

mah..non credo che siano dati realistici ecco, credo che la percentuale sia maggiore
 
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verbenasapiens
view post Posted on 18/7/2005, 20:20




Riflessioni di un cittadino indifeso

CRIMINALITA’ FIGLIA DEL CINISMO POLITICO

Di Paolo Isotta

Ho letto i due lucidissimi, davvero straordinari articoli di fondo di Paolo Macry pubblicati dal Corriere del Mezzogiorno: l’uno sulla criminalità in Campania, giuntisi ad uno stato quotidiano di guerra civile, coinvolgente, però, l’intera popolazione inerme e innocente; l’altro sull’impossibilità di fatto di mutare, sempre in Campania, la classe di governo attraverso lo strumento elettorale, attesa una sottostante struttura di convenienza ed interessi tra elettori ed eletti, indistruttibile ed eterna, autoalimentatesi.
Vorrei proporre alcune chiose da cittadino comune, dunque indifeso e non garantito; se non sotto il profilo economico, essendo il mio reddito in fondo superiore a quello di tanti altri proletarizzati, certo sotto quello della sicurezza fisica.
Appariranno qualunquiste: resta che la mia è la situazione di centinaia di migliaia di Napoletani.
Una premessa, e non per far da suocera col suo “io l’avevo detto”.Circa dieci anni fa, a Napoli non si voleva vedere che un presunto e luminosissimo “Rinascimento” dovuto al prestigio e all’attività di Sindaco di Antonio Bassolino; tutti credono quod capiunt.Io venni quasi linciato per aver scritto sul Corriere della Sera che di Rinascimenti non può parlarsi a proposito di una città completamente sotto il dominio del proliferare metastico di una criminalità disorganizzata e ferocissima, incapace, perfino, a differenza di quella siciliana, di trovare, tra le sue diverse componenti, norme di autoregolamento.Una criminalità dotata dei più sofisticati strumenti tecnologici ma, sotto il profilo giuridico e sociale, ancora allo stadio dell’orda primordiale. E così, dopo dieci anni. Avevo osato accusare il santificato Bassolino dicevano.Niente affatto: puntavo il dito sulla totale assenza, se non di connivenza, dello Stato, tale almeno dal 1945.
Si provi ad osservare oggi il tessuto urbano di Napoli: il numero inquietante di negozi di biancheria( la chiamano “Intimo”) e improbabili ristoranti dietro ai quali c’è il nulla; salvo che per un fine. Oggi sono tutti costretti ad accorgersi di queste semplicissime verità giacchè se ne sentono la pelle sfiorata se non toccata.Riescono a coglierne anche la genesi?
Berlusconi non è mai riuscito a penetrare nelle strutture della politica: perciò da lui facciamo astrazione nel descrivere un determinato processo storico della politica.
Dal 1945 ad oggi l’Italia è stata governata, e in fatto in armonica cogestione, da due grandi forze politiche e culturali: la cattolica e la comunista. Occorre cernere fondamentali punti di coesione fra le due, evidenti nella natura “sociale” della Democrazia Cristiana. Di fronte ad un Mezzogiorno in stato di endemica crisi economica e disoccupazione, la Democrazia Cristiana di governo, che il cieco fanatismo della Magistratura volle, poi, organicamente connessa alla criminalità organizzata( sempre che organizzata fosse), considerava in realtà, il vasto mondo della delinquenza un “ammortizzatore sociale”. V’è in ciò un’antica, cinica saggezza cattolica. Quando non si vuol tagliare il male alla radice, si trova una valvola di sfogo. L’impunità di cui di fatto ha goduto la delinquenza non era complicità bensì necessità politica.
I comunisti accusavano la Democrazia Cristiana, nel migliore dei casi, di acquiescenza, altrimenti di vera e propria connivenza con la criminalità organizzata: che in Campania, ripeto, non esisteva siccome organizzata..In fatto con pari lucidità sapevano che questo tipo di sistema politico poteva reggersi solo su tale patto non scritto e tanto più ogente.
Vi è , poi, un elemento culturale profondo che unisce ambo le forze politihe: l’idea che la politica e l’esercizio di governo siano non tanto anche strumento di creazione , quanto solo di redistribuzione della ricchezza.
Ricordo la terribile stagione dei sequestri di persona, specie al Nord , negli anni Settanta. Lo Stato dava quasi l’impressione di assistervi con compiaciuta neutralità.
Occorsero le Brigate Rosse e il loro colpire il centro stesso della Nomenklatura con il rapimento di Moro, perché lo Stato dimostrasse di possedere e saper impiegare forze potentissime di autodifesa: coincidendo in fatto lo Stato con la classe politica, non di governo, di congiunta gestione del governo. E farò una confessione personale: la mia condanna politica e morale, non potrebbe essere più ferma; tuttavia non riuscii a provare alcun sentimento di umana partecipazione alla vicenda dello “statista” e alla sua sorte. Compassione profondissima per gli agenti della scorta sì. Ma lui, per me, era come un abitante di un altro pianeta.Avevo ventott’anni. Non è vero che si possa provare compassione erga omnes: anche l’umana capacità di pietà è limitata.L’avrebbe provata per me se fossi stato in mano ai rapitori?Il tempo, grande medico, rende poi tutto equidistante e insieme partecipe. Come negare, oggi, compassione umana a Moro quando i Mammasantissima della cultura impongono di prosternarsi innanzi al trono di Adriano Sofri?
Ed eccoci al punto di svolta ove si dimostra l’ulteriore, e ora infando, cinismo della classe politica: almeno prima che la presenza di razze, nazioni, popoli, associazioni criminali e terrorismo islamico non portassero alla inevitabile e inevitabilmente per noi destinata alla sconfitta guerra civile.
Dal rapimento di Moro in poi, l’apparato repressivo dello Stato si rivolse solo contro la criminalità politica.Decenni di blateramento antimafia furono solo il velo per giustificare il nullo impegno contro “la criminalità comune”.Si giunge a ricomprendere fattispecie criminose gravissime nella categoria gentilmente eufemistica di “microcriminalità”. I morti di microriminalità sono micromorti.
Eppure: neanche nel presente stato di guerra civile, la classe di governo,per questa intendendosi anche i poteri regionali e provinciali, l’apparato sindacale e l’intero complesso della grande burocrazia, teme fisicamente per se stessa.
Da Corriere del mezzogiorno 17/07/05 pag 1 e pag 2


Molto interessante..ma figurarsi se i soliti palloni gonfiati condividono
 
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verbenasapiens
view post Posted on 21/7/2005, 20:22




Bollettino di guerra di oggi

Turiste scippate, una finisce in ospedale




MAURIZIO CERINO Dalla California a Napoli, per ammirare le bellezze della città, per «assaporarla» in ogni suo aspetto. Forse fin troppo, considerato che in piazza Amedeo la bella 23enne Debby S. Scott, americana, è stata rapinata dalla solita coppia di criminali di turno. Mentre Dominique D., giunta dalla Francia a Napoli per immergersi nel centro storico, è finita scippata e con la spalla fratturata e senza un centesimo né documenti per rientrare in patria. Due storie dell'ordinario vissuto cittadino, da turisti o residenti. Due storie che cozzano con l'epilogo di una vicenda che ieri ha animato il salotto della città, con l'arresto di un rapinatore, Giuseppe Overa, con precedenti specifici, che in via Bausan non ha esitato a travolgere la propria vittima. Inseguito dalla polizia del commissariato San Ferdinando, è stato bloccato in piazza dei Martiri; processato per direttissima su decisione del pm di turno, è stato sì condannato a tre anni di carcere, godendo però degli arresti domiciliari, beneficio chiesto e ottenuto dalla pubblica accusa. Una conclusione in controtendenza con la recente sentenza del tribunale con la quale un incensurato studente di un istituto superiore, per uno scippo senza violenza, è stato condannato a due anni e quattro mesi di carcere senza alcun tipo di beneficio connesso con il suo stato di giovane e incensurato. Facce diverse del dilagante fenomeno della microcriminalità. Che ha origini lontane, tra malessere sociale e poche speranze di trovare un lavoro, sia pure precario. Ieri, a Piazza Amedeo, 2,30 della notte, cammina Deborah S. Scott, passaporto Usa, residenza a Los Angeles, Deborah non è tipo che si lascia sopraffare dalla paura della notte. D'altra parte vivere a Los Angeles significa conoscere bene le insidie della metropoli. Ma questo non le serve ad evitare di diventare una preda, della solita coppia di malviventi che pattugliano le strade della city a caccia di turisti. Debbie ha una bella videocamera, che ha avuto l'imprudenza di tirar fuori in piazza per fare riprese. I due la bloccano e le strappano via la borsa e, con essa videocamera, soldi, 60 euro, e qualche effetto personale. Tanta paura ma nessun effetto collaterale. Non è andata altrettanto bene per madame Dominique D., che con il marito è incappata in una coppia di rapinatori molto violenti. I due turisti francesi si trovavano ai gradini Santi Apostoli, traversa di via san Giovanni a Carbonara che fa angolo con via Luigi Settembrini, dove si trova Palazzo Donnaregina, sede del neonato Museo dell'arte contemporanea. Forse erano lì per raggiungere via Duomo e quindi la cattedrale, o forse passare proprio per il museo. In due l'hanno affrontata per strapparle la borsa. Nessuno zainetto, o Rolex al polso o foto-video-camere a tracolla: per essere obbiettivi degli scippatori basta poco. Dominique ha cercato di resistere, ha urlato e il rapinatore l'ha scaraventata sulle scale. La donna, per la caduta, ha riportato la frattura della spalla, come diagnosticato all'ospedale Incurabili. Di lì i carabinieri del nucleo radiomobile hanno accompagnato i coniugi al consolato francese. Il passaggio al consolato è stato necessario perché nella borsa la donna custodiva tutto: soldi, documenti, carte di credito, prima di fare ritorno Sorrento, dove la coppia aveva scelto l'albergo.


da il mattino


non fanno più neanche notizia queste cose
 
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verbenasapiens
view post Posted on 8/8/2005, 20:56




E' inutile ripetere come a Napoli la situazione del cosiddetto ordine pubblico, sia drammatica, ora che la città è vuota davvero si ha paura, paura ripeto a camminare in pieno giorno..Non è un discorso collegato ad un eventuale scippo in sè dato che si cammina con il minimo indispesabile e anche senza oggetti di bigiotteria..il discorso è collegato al fatto che veramente ti possono fare del male fisicamente e per nulla..non è una bella sensazione camminare guardandosi alle spalle ecco..
Stamane c'era sul corsera un bell'articolo di Alberoni che riporto

Pubblico & privatoI prepotenti e l’ambiente che li favorisce
di Francesco Alberoni

Accanto a casa mia c'è un ragazzotto che, quando arriva o quando parte, imballa la moto per qualche minuto facendo un baccano indiavolato. Lo fa apposta per irritare. È un bullo, un prepotente ma i suoi genitori non gli dicono niente e anche noi pensiamo che si tratti solo di una ragazzata.
Ci sono cose più fastidiose. Per esempio siamo in spiaggia sotto la tenda e passano in continuazione venditori ambulanti extracomunitari. L'ultimo mette le sue mercanzie sul tavolinetto e non si muove. Gli diciamo che non vogliamo nulla, stiamo parlando. «No — risponde — io stare dove voglio, voi tacere». Se ne va insultandoci. Nessuno reagisce, diamine non siamo dei razzisti. Poi ci sono i nomadi accampati poco lontano. In una sola giornata ci sono stati sessanta scippi e molti furti nelle case. Ma si tratta di minorenni, non si possono certo mettere in galera.
Mi ha più colpito quanto mi riferiscono molte mie amiche. Che di notte sui treni, sulla metropolitana e sul tram gli extracomunitari, i lenoni e le prostitute, gli sbandati, i prepotenti la fanno da padroni, non pagano il biglietto, molestano, rubano. Loro non hanno più il coraggio di prendere i mezzi pubblici. E mi viene in mente quando ero a Chicago e, per tornare a casa, usavo la sopraelevata. Tutti stavano rinserrati nella sala d'aspetto e si precipitavano fuori all'arrivo del treno. Perché sulla piattaforma potevi venire aggredito, derubato, violentato. E negli anni 80 a New York era peggio. Il numero degli omicidi e delle violenze era terrificante.
Fu in quell'epoca che Rudolph Giuliani cambiò radicalmente metodo. Egli sosteneva che per stroncare il grande crimine bisogna colpire la piccola criminalità, dissuadere i bulli, i prepotenti che, sentendosi impuniti, diventano sicuri di sé e formano bande sempre più pericolose. Così ha incominciato con lo sbattere in galera tutti quelli che non avevano il biglietto della metropolitana, poi quelli che facevano graffiti. In poco tempo la piccola criminalità è scomparsa e quella grande è scesa dell'80 per cento.
Effettivamente è fra i bulli e i prepotenti che la camorra e la mafia raccolgono le proprie reclute. È fra i bulli e i prepotenti che i partiti totalitari hanno sempre reclutato i loro seguaci, i picchiatori. No, decisamente la prepotenza non è un vizio individuale. È una malattia sociale. Per prosperare ha bisogno di un ambiente politico e morale che la tollera, la favorisce.
08 agosto 2005

da corriere.it

Lo trovo molto centrato e interessante questo articolo..deve pur sempre venire il momento in cui certa gente la smetterà di fare i propri comodi perchè ci sono buonisti d'accatto che si stracciano le vesti ululando alla luna e non solo a quella, che è tutta colpa della società cinica e bara..dando alibi a chi prima di tutto è indubbiamente un prepotente e un violento..

Edited by Ishtar - 9/8/2005, 07:44
 
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verbenasapiens
view post Posted on 20/10/2005, 17:30




Appalti e camorra, scontro An-Regione

GIULIA SALVATORI

Roma. Alleanza Nazionale denuncia la gestione «quantomeno ambigua» della cosa pubblica in Campania, definisce gli elementi di una «vera e propria emergenza morale» in atto nella regione e promette battaglia alle amministrazioni pubbliche. Una battaglia di «legalità e trasparenza». Nel mirino la concessione di contratti d’appalto da parte degli enti locali (Asl in particolare) a imprese che avrebbero ricevuto l’interdizione antimafia dalla procura. A illustrare i contenuti di un dossier che sarà presentato domani al procuratore di Napoli sono stati, in una conferenza stampa a Montecitorio, il ministro delle Comunicazioni e coordinatore campano di An Mario Landolfi e il deputato dell’Antimafia Marcello Tagliatatela. Pagine e pagine di denunce che mettono in evidenza, dice Landolfi, «uno stretto e raccapricciante connubio che lega le imprese in odore di camorra con i vertici delle pubbliche amministrazioni governate dal centrosinistra». Un atto d’accusa che non risparmia nessuno ma che trova la pronta risposta, almeno per quanto riguarda le Asl, dell’assessore alla Sanità. «Siamo impegnati a garantire legalità e trasparenza - dice Angelo Montemarano - e dalle verifiche effettuate emerge il rigoroso rispetto delle normative». Rispetto delle regole che per An non c’è. «La Gesap, una società di pulizie nel mirino della Dia e colpita da comunicazione interdittiva antimafia da parte della prefettura di Napoli - ha osservato Tagliatatela - ha in corso appalti con le Asl Napoli 4, Avellino 1, l’Azienda ospedaliera di Caserta e Metronapoli. Caso analogo è quello della Epm Srl, titolare dell’appalto del servizio di pulizie del Consiglio regionale. La prefettura di Napoli non ha inviato al Consiglio la comunicazione dell’interdittiva in quanto, incredibilmente, la richiesta della certificazione non è stata mai formulata. Lo stesso è avvenuto per un’altra società di pulizia, la Esperia srl, che ha in appalto, tra gli altri, il servizio di pulizie dell’Asl Napoli 1». Ma a servirsi dell’Esperia sarebbero anche l’Università, il Policlinico e il Cardarelli, le Autostrade Meridionali e la Tangenziale di Napoli (che, però, hanno precisato di aver nel frattempo rifatto l’appalto, escludendo proprio l’Esperia). Tutte le società nel mirino di An operano nel settore delle pulizie e a nessuna di esse è stata revocato l’appalto, sostengono Landolfi e Taglialatela, nonostante il protocollo di Legalità sottoscritto con la Prefettura di Napoli. «Ci troviamo quindi di fronte - ha detto ancora Taglialatela - a collusioni, complicità o, nella migliore delle ipotesi, lassismo da parte delle amministrazioni pubbliche campane governate dal centrosinistra. Ma c’è anche un’evidente inclinazione a delinquere del consiglio regionale che ha permesso che una società camorristica continuasse ad avere appalti e a ricevere soldi, mentre la nuova gara è stata bloccata». Intanto Salvatore Ronghi (An), vice presidente del consiglio regionale, annuncia che porrà il caso all’Ufficio di presidenza dove proporrà anche la rotazione dei dirigenti. «Tutto in regola», sostiene invece, come detto, la Regione. L’assessorato alla Sanità sottolinea che per la Asl Na 1 e il rapporto con la Esperia «furono verificati tutti i nulla osta prefettizi e fino ad oggi non è pervenuta alcuna comunicazione di interdizione antimafia». La Asl Napoli 4 e la Avellino 1 hanno invece subito revocato il contratto con la Gesap mentre l’Azienda ospedaliera di Caserta «ha attivato tutte le verifiche». Dure anche le reazioni politiche. Giuseppe Gambale, responsabile nazionale della Margherita per la lotta alle mafie, parla di «fango gratuito gettato sulle istituzioni della Campania».
http://ilmattino.caltanet.it/mattino/view....l&type=STANDARD
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Edited by verbenasapiens - 20/10/2005, 18:31
 
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verbenasapiens
view post Posted on 20/10/2005, 18:19




«Ma queste accuse sono solo strumentali»

PAOLO MAINIERO «Il problema della legalità e della trasparenza nelle pubbliche amministrazioni esiste, ma è più complesso di come An lo presenta. E va risolto politicamente». Tonino Scala (Pdci), presidente della commissione regionale Anticamorra, invita alla prudenza rispetto alle accuse sollevate da An. Perchè la prudenza? «Le comunicazioni che invia la prefettura non hanno valore giuridico. Non sono vincolanti, sono solo dei consigli». Consigli che potrebbero essere recepiti? «È vero, ma fino a quando non c’è una sentenza come faccio a dire che quella ditta è collusa con la camorra?». Ma spesso è in odore di camorra? «Appunto, è in odore. E non basta. Le faccio l’esempio di quanto successe a Santa Maria La Carità dove il Comune fu sciolto perchè una ditta fu considerata in odore di camorra. Ebbene, fu poi il commissario prefettizio a chiudere il contratto con quella ditta perchè l’odore è appunto solo un odore». Come si esce dall’equivoco? «La legge sullo scioglimento degli enti per infiltrazioni malavitose va rafforzata e non utilizzata come strumento politico. Mettiamo da parte le bandiere e ragioniamo con raziocinio, altrimenti finiamo in un vicolo cieco. Faccio io una domanda: dalle nostre parti quale imprenditore non ha rapporti conflittuali con la camorra?». Si risponda. «In Campania, come del resto in tutto il Mezzogiorno, non esiste una netta linea di demarcazione, non esiste il bianco o il nero, c’è solo una enorme zona grigia. Per avere il bianco o il nero occorre la certezza della norma». Che non c’è? «Mettiamoci nei panni di un sindaco. Se ascolta il prefetto rischia di ritrovarsi contro il ricorso della ditta esclusa con tutte le conseguenze, penali e civili, del caso; se non lo ascolta rischia di essere colluso con la camorra. Ecco perchè dico che occorrono norme certe, a tutela di tutti». Ma il protocollo di legalità dovrebbe almeno avere un valore morale? «Il protocollo è importante ma serve a poco se non a lavarsi la coscienza. Perchè poi bisogna fare i conti con la realtà. Un sindaco, un manager come deve muoversi?». Però secondo An il consiglio regionale neppure ha chiesto la certificazione alla prefettura. «Farò tutti i passi per verificarlo. Ma il problema nella sostanza non cambia».
http://ilmattino.caltanet.it/mattino/view....l&type=STANDARD

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Ishtar
view post Posted on 21/10/2005, 21:29




Rifiuti, alla Camera un dossier sugli sprechi



FRANCESCO VASTARELLA Consulenze a tecnici o a politici in veste di tecnici, spese ingiustificate, rimborsi per viaggi, finanziamenti a società pubbliche e private per progetti dubbi, moltiplicazione dei subcommissariati: tutto sotto la lente di ingradimento. È attesa per fine mese la relazione finale di Natale Monsurrò, ispettore del ministero delle Finanze che su mandato della Protezione civile e del ministero del Tesoro ha indagato sui bilanci del Commissariato per l’emergenza rifiuti negli ultimi dieci anni. Monsurrò due giorni fa ha relazionato ai componenti della Commissione bicamerale sul ciclo dei rifiuti, presieduta da Paolo Russo (Fi). Per oltre tre ore l’ispettore è stato ascoltato e soprattutto interrogato dai parlamentari. Sugli atti, su cui è stato imposto il segreto, c’è uno stretto riserbo. Nessuno dei parlamentari presenti si sbilancia, neppure il diessino Enzo De Luca che per queste vicende tre settimane fa ha sferrato un attacco senza precedenti all’interno del suo partito. Ora De Luca ride e ripete «no comment», limitandosi a confermare che si tratta di alcune delle cose di cui parlò alla festa dell’Unità di Agropoli. Ma cominciano a rincorrersi voci e indiscrezioni: come quella di un pagamento da 400mila euro per una consulenza di cui non ci sarebbe traccia e di un milione e 900mila euro pagati a un legale. Si parla anche di costose telefonate al 166 fatte dai telefoni del commissariato, per i quali soltanto di recente sarebbero stati interdetti i numeri delle telefonate da uno o due euro al minuto. Il progetto di una società mista sarebbe costato tre milioni ma non avrebbe prodotto alcun risultato. Dalle parole di Monsurrò sarebbe emerso un quadro di sprechi e di spese in più di un caso oltre i limiti della legalità. Ma che cosa c’è di vero dietro le indiscrezioni e le voci? Il presidente Russo stronca il discorso: «Noi abbiamo acquisito gli atti e ci sono delle cose che approfondiremo nei prossimi quindici giorni in Commissione. Subito dopo, se tutto sarà confermato, non potremo che informare o trasmettere gli atti alla magistratura. D’altra parte, anche il dottor Monsurrò, in veste di pubblico ufficiale, immagino che farà altrettanto. Ma ripeto, come commissione faremo i dovuti approfondimenti». L’ispettore che ha indagato su mandato della Protezione civile avrebbe approfondito tutte le gestioni commissariali, gli ultimi sette anni in particolare. Secondo le voci un picco di spese si sarebbe verificato tra il 2002 e il 2003, in coincidenza con i periodi più gravi del’emergenza rifiuti. Pochi mesi dopo, alla vigilia delle elezioni provinciali di Napoli, fu nominato commissario il prefetto in pensione Corrado Catenacci, che si dichiara «più che tranquillo» sul periodo della sua gestione. Catenacci subentrò nel marzo 2004 al presidente della giunta regionale Antonio Bassolino, che si dimise da commissario e sollecitò la nomina di Catenacci per evitare che le campagna elettorali delle provinciali prima e delle regionali dell’anno successivo venissero avvelenate dalle polemiche sui rifiuti. Intanto, nel settore dei rifiuti siamo alla vigilia di fasi decisive. È attesa la presentazione del nuovo piano da parte del responsabile della Protezione civile, Guido Bertolaso e soprattutto si capirà finalmente come sarà modificato il contratto con la società Fibe, che ha l’appalto dello smaltimento e della costruzione degli impianti in Campania e potrebbe uscire di scena. A fine mese, inoltre, scadono anche i provvedimenti dei magisrati sul dissequestro provvisorio dei sette impianti Cdr e l’emergenza potrebbe di nuovo scoppiare.


http://ilmattino.caltanet.it/mattino/view....l&type=STANDARD

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