Il sofà delle muse

Week-end al cinema, i film della settimana

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Pontormo
view post Posted on 3/9/2006, 19:27




Anche libero va bene
di Kim Rossi Stuart
con Alessandro Morace, Kim Rossi Stuart, Barbora Bobulova, Marta Nobili (Italia 2006)
Un padre si ritrova ad allevare i due figli, l'estroversa Viola e il cupo Tommi, senza l'aiuto della madre, uscita di casa per seguire altre strade. Una situazione già non facile che viene complicata ulteriormente dal carattere aggressivo e autoritario dell'uomo e dalla precarietà del suo lavoro di cameraman.
All'interno di questo orizzonte, Kim Rossi Sturat (che si ritaglia con molto coraggio il ruolo del padre) guida il suo film d'esordio con una professionalità inappuntabile, rivelando le sue doti migliori nella direzione degli attori (straordinario il piccolo Morace/Tommi) e nelle sfumature psicologiche di due mondi – quello adulto e quello adolescenziale – che faticano a comunicare. Recuperando una tradizione che affonda le sue radici nel lontano I bambini ci guardano di De Sica e che ha spesso dato al cinema italiano film riusciti e commoventi dove il piccolo protagonista diventa la spia di una situazione di disagio e di inadeguatezza di fronte al mondo dei grandi (ricordiamo a caso Sciuscià, La finestra sul Luna Park, Incompreso, Piccoli fuochi, Mignon è partita, La guerra di Mario), Rossi Stuart trova il tono giusto per descrivere le troppe incomprensioni che dividono le generazioni e che finiscono per portare ad atti di ribellione troppo segnati dall'autolesionismo (la gara di nuoto di Tommi, con la soggettiva sonoro/visiva del protagonista, l'unica scena dove il regista Kim Rossi Stuart abbandona la strada della semplicità e della "classicità" della messa in scena per arrischiare qualche cosa di più personale).
Attento anche a non privilegiare uno dei due "protagonisti" – il padre o il figlio – ma distribuendo equilibratamente tra i due la sua attenzione di regista. Dove il film scricchiola è nella descrizione del mondo fuori dalla dimensione familiare, perché gli "altri" finiscono per essere usati solo come "elementi di contrasto", che funzionano perché mettono in evidenze qualità o difetti dei protagonisti. Soprattutto la famiglia di Alberto, così a modino nel suo quadretto di tranquillità economica e affettiva, dimostrazione vivente che i soldi danno la felicità, ma curiosamente incapace di capire i problemi che agitano il piccolo protagonista. È a questo punto che l'orizzonte del film finisce per sembrare troppo stretto, quasi soffocante, incapace comunque di dare al film un respiro che oltrepassi l'episodio e faccia di quella storia qualche cosa di davvero necessario e universale. Nonostante il coraggio del regista attore che arriva a bestemmiare per dare autentica credibilità alle durezze del suo personaggio, il film finisce per chiudersi un po' su stesso, per non respirare a pieni polmoni e rimanere nella memoria come un'ottima prova di un regista a cui manca il coraggio di pensare il cinema davvero in grande.
Romance & Cigarettes
di John Turturro
con James Gandolfini, Susan Sarandon, Kate Winslet, Steve Buscemi, Kumar Pallana, Christopher Walken, Mandy Moore, Aida Turturro, Mary-Louise Parker, Barbara Sukowa (Usa 2005)
L’espediente messo in atto da Turturro per il suo terzo film come regista, dopo Mac (molto buono) e Illuminata (un po' meno buono), non è particolarmente geniale: prendere un argomento "basso" (un tradimento in una famiglia proletaria) e trattarlo con uno stile "alto" (il musical, con tutto quello di irreale e artistico che comporta). Operazione che i due fratelli Coen, qui nelle vesti di produttori, conoscono molto bene e che, in un certo qual senso, è una specie di sicurezza di successo.


Abituati a un cinema troppe volte prevedibile, questa "inversione" di ruoli e di formule finisce quasi sempre per conquistare il pubblico. Il problema è capire quanto. Acclamato l'anno scorso a Venezia da una critica snob e fintamente anticonformista come la vera rivelazione della manifestazione, il film mostra oggi molti dei suoi difetti, a cominciare da un compiacimento troppo calcolato nel trattare un argomento triviale come la passione infuocata tra un imbolsito carpentiere e una focosa commessa. Niente di male, per carità, ma l'argomento da gossip pruriginoso (o da barzelletta grassoccia) finisce per passare per una novità sconvolgente, quando invece è solo un abile amo per spettatori di bocca buona, maggiormente ingolositi da dialoghi più o meno trasgressivi.
Così come non è una novità l'idea di utilizzare canzoni facilmente riconoscibili, da Elvis Presley a Janis Joplin a Bruce Springsteen, e far ballare o cantare gli attori nei luoghi apparentemente meno adatti. Certo, il film conferma anche una certa aria scanzonata e goliardica, che trasforma un melodramma familiare in un’avventura irrituale e irriverente, con molta simpatia messa in campo da un cast simpatico ma anche molto eterogeneo. Così, se il nostro scopo è quello di passare un paio d’ore svagandosi questo film può anche riuscirvi. Ma da qui a considerarlo un capolavoro dell'anticonformismo hollywoodiano ce ne passa!
di Paolo Mereghettihttp://www.corriere.it/Rubriche/Cinema/?fr=tcol
 
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*PalladeAthena
view post Posted on 15/10/2006, 18:05




Anche libero va bene
di Kim Rossi Stuart
con Alessandro Morace, Kim Rossi Stuart, Barbora Bobulova, Marta Nobili (Italia 2006)
Un padre si ritrova ad allevare i due figli, l'estroversa Viola e il cupo Tommi, senza l'aiuto della madre, uscita di casa per seguire altre strade. Una situazione già non facile che viene complicata ulteriormente dal carattere aggressivo e autoritario dell'uomo e dalla precarietà del suo lavoro di cameraman.
All'interno di questo orizzonte, Kim Rossi Sturat (che si ritaglia con molto coraggio il ruolo del padre) guida il suo film d'esordio con una professionalità inappuntabile, rivelando le sue doti migliori nella direzione degli attori (straordinario il piccolo Morace/Tommi) e nelle sfumature psicologiche di due mondi – quello adulto e quello adolescenziale – che faticano a comunicare. Recuperando una tradizione che affonda le sue radici nel lontano I bambini ci guardano di De Sica e che ha spesso dato al cinema italiano film riusciti e commoventi dove il piccolo protagonista diventa la spia di una situazione di disagio e di inadeguatezza di fronte al mondo dei grandi (ricordiamo a caso Sciuscià, La finestra sul Luna Park, Incompreso, Piccoli fuochi, Mignon è partita, La guerra di Mario), Rossi Stuart trova il tono giusto per descrivere le troppe incomprensioni che dividono le generazioni e che finiscono per portare ad atti di ribellione troppo segnati dall'autolesionismo (la gara di nuoto di Tommi, con la soggettiva sonoro/visiva del protagonista, l'unica scena dove il regista Kim Rossi Stuart abbandona la strada della semplicità e della "classicità" della messa in scena per arrischiare qualche cosa di più personale).
Attento anche a non privilegiare uno dei due "protagonisti" – il padre o il figlio – ma distribuendo equilibratamente tra i due la sua attenzione di regista. Dove il film scricchiola è nella descrizione del mondo fuori dalla dimensione familiare, perché gli "altri" finiscono per essere usati solo come "elementi di contrasto", che funzionano perché mettono in evidenze qualità o difetti dei protagonisti. Soprattutto la famiglia di Alberto, così a modino nel suo quadretto di tranquillità economica e affettiva, dimostrazione vivente che i soldi danno la felicità, ma curiosamente incapace di capire i problemi che agitano il piccolo protagonista. È a questo punto che l'orizzonte del film finisce per sembrare troppo stretto, quasi soffocante, incapace comunque di dare al film un respiro che oltrepassi l'episodio e faccia di quella storia qualche cosa di davvero necessario e universale. Nonostante il coraggio del regista attore che arriva a bestemmiare per dare autentica credibilità alle durezze del suo personaggio, il film finisce per chiudersi un po' su stesso, per non respirare a pieni polmoni e rimanere nella memoria come un'ottima prova di un regista a cui manca il coraggio di pensare il cinema davvero in grande.
Romance & Cigarettes
di John Turturro
con James Gandolfini, Susan Sarandon, Kate Winslet, Steve Buscemi, Kumar Pallana, Christopher Walken, Mandy Moore, Aida Turturro, Mary-Louise Parker, Barbara Sukowa (Usa 2005)
L’espediente messo in atto da Turturro per il suo terzo film come regista, dopo Mac (molto buono) e Illuminata (un po' meno buono), non è particolarmente geniale: prendere un argomento "basso" (un tradimento in una famiglia proletaria) e trattarlo con uno stile "alto" (il musical, con tutto quello di irreale e artistico che comporta). Operazione che i due fratelli Coen, qui nelle vesti di produttori, conoscono molto bene e che, in un certo qual senso, è una specie di sicurezza di successo.
da corriere.it
nel link ci sono pure i trailer
 
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antoine doinel
view post Posted on 14/4/2007, 19:28




13/04/2007 - Natalie Portman musa per Forman, la sensualità di Halle Berry in Perfect Stranger, l'esordio noir di Zampaglione



L'ULTIMO INQUISITORE - GOYA'S GHOSTS
genere storico/drammatico

di Milos Forman
con Javier Bardem, Natalie Portman, Stellan Skarskard
distrib. Medusa

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Spagna, fine ‘700. La portata delle nuove teorie illuministe è arginata dal più forte strumento di repressione che per secoli è stato in mano ai potenti: l’Inquisizione. In questo clima di oscurantismo lavora Francisco Goya (Skarsgård), pittore di corte e genio riconosciuto in grado di ritrarre l’orrore dei suoi tempi, artista che, tra i suoi clienti, annovera anche l’influente Frate Lorenzo Casamares (Bardem), enigmatico ed astuto membro del Sant’Uffizio. Quando quest’ultimo si lascerà coinvolgere dalle sorti della giovane musa (Portman) di Goya, ingiustamente accusata di eresia ed imprigionata, sarà a sua volta perseguito. E per molto tempo svanirà nel nulla.


PERFECT STRANGER
genere thriller

di James Foley
con Halle Berry, Bruce Willis, Giovanni Ribisi
distrib. Sony Pictures

Clicca qui per le dichiarazioni di Halle Berry

Giornalista d'assalto sempre pronta a mettersi in discussione per il bene della verità, Rowena Price (Halle Berry) è convinta che il potente pubblicitario Harrison Hill (Bruce Willis) sia responsabile della morte di una sua vecchia amica, amante segreta che l'uomo aveva conosciuto in chat. Si farà assumere come stagista nella sua azienda e con l'aiuto di un amico/spasimante (Ribisi) proverà a smascherarlo, senza accorgersi (forse) che la verità è ben più vicina di quanto crede. Thriller e suspense sotto il segno delle rivelazioni inaspettate.


NERO BIFAMILIARE
genere commedia/noir

di Federico Zampaglione
con Luca Lionello, Claudia Gerini, Ernesto Mahieux, Cinzia Leone
distrib. Moviemax

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Giovane coppia di sposi (Luca Lionello e Claudia Gerini) spende un patrimonio per assicurarsi una villetta bifamiliare in un signorile complesso residenziale. Sin da subito, però, le cose non vanno per il meglio a causa dei vicini: lui è un extracomunitario probabilmente implicato in qualche giro losco, lei quasi sicuramente una prostituta. Un furto subito in casa e quello che era semplicemente un sospetto si trasforma in vera e propria ossessione. Esordio alla regia del leader dei Tiromancino, con protagonista la compagna/musa Claudia Gerini.


LAST MINUTE MAROCCO
genere commedia

di Francesco Falaschi
con Nicolas Vaporidis, Valerio Mastandrea, Maria Grazia Cucinotta, Daniele De Angelis
distrib. 01 Distribution

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Seconda regia per Francesco Falaschi il quale, dopo Emma sono io, si concentra sulle tematiche del viaggio per seguire tre giovani amici in cerca di divertimenti e trasgressioni durante una vacanza clandestina in Marocco. Sulle loro tracce, costretto dall'ex moglie (Cucinotta), il padre di uno dei ragazzi, interpretato da Valerio Mastandrea, che nemmeno a dirlo uscirà da questa esperienza ringiovanito di vent'anni.


GLI INNOCENTI
genere drammatico

di Per Fly
con Jesper Christensen, Pernilla August
distrib. Teodora Film

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Professore universitario, Carsten (Jesper Christensen)porta avanti una relazione extraconiugale con l'ex allieva Pil (Pernilla August), ora attivista politica. Accusata di aver ucciso un poliziotto, la donna viene esortata dallo stesso Carsten a dichiararsi innocente. Ma le conseguenze di quel terribile gesto, se non in superficie, cominciano a minare dal profondo le certezze e la stabilità del loro rapporto che, inevitabilmente, è destinato a morire. Capitolo conclusivo della trilogia sulle divisioni sociali diretta dal danese Per Fly, magicamente sostenuto dalle intepretazioni dei due protagonisti.


TUTTE LE DONNE DELLA MIA VITA
genere commedia/sentimentale

di Simona Izzo
con Luca Zingaretti, Vanessa Incontrada, Michela Cescon, Lisa Gastoni, Rosalinda Celentano
distrib. Eagle Pictures

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Chef di prima qualità dal palato sopraffino, Davide (Zingaretti) non può dirsi ugualmente portato per i rapporti sentimentali e di lunga durata. Cinque (compresa la mamma interpretata da Lisa Gastoni) le donne che, in un modo o nell'altro, hanno caratterizzato la sua esistenza. Sarà uno spiacevole incidente a convincere l'uomo che, in fondo, la tranquillità di una vita stabile non è poi così male. Simona Izzo alla regia a quattro anni dall'ultimo Io no.


QUELLO CHE GLI UOMINI NON DICONO
genere commedia/drammatico

di Nicole Garcia
con Jean-Pierre Bacri, Vincent Lindon, Benoit Magimel
distrib. Lucky Red

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Dramma corale sulle vicende di sette personaggi che, nell'arco di tre giorni, si incrociano in una piccola località dell'Atlantico in occasione di un'importante conferenza su un ritrovamento dell'era preistorica. Sotto lo sguardo di un ragazzino, le loro storie sono forse destinate ad una svolta. Cast di prim'ordine e sguardo a Truffaut per la sesta regia della francese Nicole Garcia, passata in concorso a Cannes nel 2006.


EDMOND
genere drammatico/noir

di Stuart Gordon
con William H. Macy, Julia Stiles
distrib. Fandango

Dopo aver ascoltato una cartomante, Edmond (William H. Macy) si convince che la vita fatta fino a quel momento è stata solamente un grosso errore. Lascia la moglie ed inizia una discesa verso il dolce e nauseante mondo popolato da incubi e depravazioni. Presentato due anni fa alla Mostra di Venezia, l'angosciante e durissima trasposizione dall'omonima pièce teatrale di David Mamet diretta da Stuart Gordon. Con l'interpretazione magistrale del solito William H. Macy.


NON DIRE SÌ
genere commedia/romantico

di Stefan Schwartz
con Stuart Townsend, Amy Smart, Seth Green
distrib. Buena Vista International

Artista in erba con il sogno di poter diventare un grande scrittore, Olly (Stuart Townsend) è costretto ad accettare i lavori più umili per poter tirare avanti. Al ricevimento di nozze del suo migliore amico, poi, si innamora della futura sposa (Amy Smart). Ad aiutarlo nell'impresa impossibile ci penserà Murray, suo altro amico intenzionato a boicottare il matrimonio di James. Altra commedia giovanile per il britannico Stefan Schwartz, che ritrova Stuart Townsend dopo averlo diretto nel 1997 in Big Fish - Sparando al pesce

da cinematografo.it


CINEMA: GOOD SHEPHERD, PADRI E PATRIA SECONDO DE NIRO

ROMA - La storia di un Paese, della sua celeberrima organizzazione di intelligence ma anche, e soprattutto, la storia di un uomo, di una famiglia e dei rapporti tra padri e figli: a 13 anni da Bronx, Robert De Niro torna dietro la macchina da presa e con The Good Shepherd - L'ombra del potere, nelle sale italiane dal 20 aprile in 400 copie (distribuito da Medusa), propone un nuovo punto di vista sulla struggente difficoltà delle relazioni padre-figlio e delle loro implicazioni, inserite stavolta in un più ampio affresco sugli anni, cruciali per gli Stati Uniti e per il mondo intero, tra la seconda guerra mondiale e l'inizio della guerra fredda fino all'episodio della Baia dei porci. Oggi a Roma grande presentazione con Robert De Niro, unica tappa europea per la promozione del film.

La vita di Edward Wilson (Matt Damon), giovane e brillante studente dell' università di Yale, viene consacrata alla segretezza e alla riservatezza da quando viene scelto per entrare nella società segreta Skull and Bones, confraternita il cui obiettivo è produrre i futuri leader. Da lì all'OSS, l'ufficio dei servizi strategici Usa (il cui capo è Bill Sullivan, lo stesso De Niro) durante la seconda guerra mondiale e poi la fondazione della Cia (creata da meno di 20 persone oggi conta 29 mila dipendenti), il passo sarà breve ma inesorabile. Scelto dal direttore della Cia, Philip Allen (William Hurt), Edward è affiancato da Ray Brocco (John Turturro) e deve occuparsi dell'affaire Cuba e dello sbarco alla Baia dei Porci. Quando deve decidere cosa sia più importante per lui, se la patria o la famiglia (la moglie Margaret, Angelina Jolie, e il figlio Edward jr., che conoscerà solo dopo cinque anni perché impegnato nel controspionaggio a Londra durante la seconda guerra mondiale), Edward, educato dal padre alla lealtà e alla fedeltà, non ha dubbi e sceglie la patria. Ma per questo pagherà un prezzo altissimo. Ispirato ad una storia vera e sceneggiato da Eric Roth (Forrest Gump, Munich), L'ombra del potere è un film ricco, intenso e appassionato, nonostante l'andamento lento della narrazione e la durata un po' ostica per il grande pubblico (quasi tre ore). Damon incarna senza muovere un muscolo per 170 minuti il patriota perfetto, paranoico come ogni agente segreto, più fedele ai segreti della patria che disponibile verso gli affetti famigliari. Accanto a lui, in una ricostruzione storica meticolosa ma godibile, un cast stellare e intonato (ci sono anche Alec Baldwin, Joe Pesci, Billy Crudup, Timothy Hutton e la brava Martina Geddeck). Ma non sorprende che il pubblico Usa sia rimasto un po' freddo davanti a questo dramma storico-politico-famigliare.


A ROMA, TANTI IMPEGNI E CENA CON SPAGHETTI
Un viaggio lampo, impegni pressanti, giornalisti e fotografi ma alla fine della stressante giornata romana per la promozione di The Good Shepherd, per Robert De Niro arrivera' anche il momento atteso del relax, al tavolo di un ristorante nel cuore della capitale: il divo americano ha gia' chiesto di poter gustare per cena (fissata alle 18) un classico piatto di spaghetti all'arrabbiata, una portata a base di carciofi e per concludere mozzarella di bufala. De Niro ama particolarmente la mozzarella tanto da averla voluta anche per un frugale spuntino pomeridiano consumato nella stanza d'albergo. E puntualmente la mozzarella gli e' stata fatta arrivare fresca di giornata, direttamente da Formia.

De Niro, insieme alla moglie Grace e al figlio di nove anni Elliot, e' arrivato a Roma stamattina alle sei: giusto il tempo per trasferirsi in albergo, il Grand Hotel St Regis, schiacciare un pisolino per rifiatare, poi la sveglia alle 11 accompagnata da un buon caffe' all'italiana. A mezzogiorno era fissato il classico photocall, a seguire dopo circa una decina di minuti la conferenza stampa dove lui e' arrivato con meno di mezz'ora di ritardo in giacca blu, camicia azzurra e pantaloni grigi. E' apparso ovviamente stanco, la barba di un paio di giorni, un po' spettinato e vagamente sgualcito. I giornalisti lo hanno atteso con ansia e per l'occasione erano in tantissimi al St Regis: salone affollatissimo tanto che i ritardatari si sono dovuti accontentare di posti in piedi. Quando De Niro si e' presentato e' scattato l'applauso caloroso della qualificata platea forse con l'obiettivo di addolcirlo un po', vista la sua proverbiale idiosincrasia verso i giornalisti. Lui ha risposto con pazienza alle tante domande, molte d'attualita', ma e' stato attento a non spingersi troppo sullo scivoloso terreno della dialettica politica.

Meno di un'ora di conferenza stampa e poi le interviste one to one con tutti i telegiornali. Stasera parlera' in diretta al Tg di Canale 5 intorno alle 20,30, mentre ha gia' registrato un'intervista con Pippo Baudo per la puntata di domani di Domenica In. Dopo la sua densa giornata, rientro negli States, destinazione Los Angeles, alle 21,30 a bordo di un aereo privato.
da ansa.it
 
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