Il sofà delle muse

Week-end al cinema, i film della settimana

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*PalladeAthena
view post Posted on 22/1/2006, 18:51




Cowboy gay, dive tv e ultrà
in questo week end al cinema
Da segnalare la Sarah Jessica Parker della "Neve nel cuore"
e il ritorno dell'Abatantuono nel ruolo del tifoso milanista trash
di CLAUDIA MORGOGLIONE


Jake Gynnehaal con Heath Ledger
L'amore impossibile tra cowboy, incarnati da due divi super-emergenti di Hollywood; il ritorno di Sarah Jessica Parker, reduce dai fasti di Sex & the City; un altro rientro, quello del Diego Abatantuono in salsa trash di Eccezzziunale veramente. Tre proposte diversissime, per questo fine settimana al cinema. Ma da segnalare ci sono anche il dramma bellico di Joyeux Noel e il cartoon italiano Felix - Il coniglietto giramondo.

I SEGRETI DI BROKEBACK MOUNTAIN. Genere: drammatico. Trionfatore a Venezia, vincitore ai Golden Globe, favorito nella corsa agli Oscar, il film di Ang Lee è in realtà una storia d'amore in senso tradizionale. Solo che stavolta la felicità tra i due partner è impossibile perché entrambi sono gay: e questo nel mondo dei cowboy dell'America profonda, negli anni Cinquanta, è un peccato che non si può perdonare. Eppure i nostri due eroi, interpretati da Heath Ledger e Jake Gyllenhaal, riescono comunque a tenere viva la loro passione, dopo il primo, fatale incontro sulla Brokeback Mountain del titolo. Ma il lieto fine, ovviamente, è lontano. Per romantici senza pregiudizi.

LA NEVE NEL CUORE. Genere: commedia. Dopo anni di (celebrato) servizio nel cult serial Sex & the City, ecco tornare sul grande schermo Sarah Jessica Parker. Protragonista, insieme a una grande veterana come Diane Keaton, di questo film diretto da Thomas Bezucha. La bionda attrice interpreta Meredith, che a Natale va in visita alla famiglia del suo boyfriend. Inutile dire che non avrà alcun successo presso i parenti di lui: da qui una girandola di amori e attrazioni che cambierà le carte in tavola. Per sorridere dei sentimenti.

ECCEZZIUNALE VERAMENTE - CAPITOLO SECONDO... ME. Genere: commedia. Carlo Vanzina dirige Diego Abatantuono in questo sequel della pellicola che lanciò il comico milanese. Donato, ex capo ultrà rossonero dall'eloquio inconfondibile, dopo anni torna in Italia dalla Spagna. Scoprendo - ah, disgrazia! - di avere un figlio interista, e finendo coinvolto in una complicata storia di soldi e di criminali. Per nostalgici del primo Abatantuono.

JOEUX NOEL - UNA VERITA' DIMENTICATA DALLA STORIA. Genere: bellico. Diretta dal francese Christian Caron, questa pellicola ricostruisce un episodio vero, ma poco conosciuto, della Prima guerra mondiale: quando, in occasione della festa più sacra del mondo occifdentale, soldati francesi e tedeschi uscirono dalle trincee per abbracciarsi e celebrare insieme il Natale. Tra i protagonisti, insieme a Benno Furmann, l'emergente e bellissima Diane Kruger. Per storicisti pacifisti.

FELIX - IL CONIGLIETTO GIRAMONDO. Genere: cartoon. Prodotto di animazione made in Italy diretto da Giuseppe Maurizio Laganà, e sponsorizzato dall'Unicef. Trama: Felix e Sohpie sono in vacanza con la famiglia, ma finiscono per provocare involontariamente l'ira del popolo degli Elfi. Così Felix si ritrova solo, e da solo deve intraprendere il cammino verso casa. Che sarà molto più tortuoso del previsto... Tra i doppiatori, Alessio Boni e Maria Grazia Cucinotta. Per bambini viaggiatori.

THE RED SHOES. Genere: horror. Ennesimo prodotto di genere con atmosfere orientali, secondo la moda del momento. Stavolta il film è sudcoreano: un giorno una donna, mentre si trova in metropolitana, viene attratta da un paio di scarpe rosse, apparentemente abbandonate. Ma dopo averle indossate, per lei comincerà il peggiore degli incubi. La regia è di Yong-gyun Kim. Per maratoneti della paura.

I MAGI RANDAGI. Genere: commedia. A dieci anni dall'uscita, torna in sala il film firmato dallo scomparso Sergio Citti, che all'epoca fu distribuito in un'unica copia. Protagonista Silvio Orlando, a capo di un piccolo gruppo di persone che girano per i paesi col loro strano teatrino. E che si ritrovano a fare i Magi, nel presepe allestito da un parroco: ma poi appare la Cometa e tutto cambia. Per riscoprire un cineasta fuori dal coro.

http://www.repubblica.it/2006/a/sezioni/sp...e61/cine61.html
mah...credo che I SEGRETI DI BROKEBACK MOUNTAIN sia da vedere anche se ho paura di annoiarmi a morte shifty.gif
 
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Maximus05
view post Posted on 24/1/2006, 19:02




io invece non credo che vedrò questo film wink.gif
 
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Rachael
view post Posted on 24/1/2006, 21:41




Devo dire che Ang Lee a me piace molto. Ragione e sentimento é un bellissimo film, che si prende i suoi tempi, ma carico di sentimenti ed emozioni. Se anche questo é così, vale la pena vederlo...
 
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*PalladeAthena
view post Posted on 4/2/2006, 20:28




La cura del gorilla
di Carlo A. Sigon
con Claudio Bisio, Stefania Rocca, Ernest Borgnine, Antonio Catania, Fabio Cavilli, Bebo Storti, Gisella Sofio, Kledi Kadiu, Gigio Alberti (Italia 2006)
La riuscita a metà di questo film dovrebbe spingere a riflettere sui rapporti tra cinema e pubblicità e soprattutto sull'idea, sempre più fallace, che un bravo regista di spot (Sigon è considerato tale) possa essere per questa stessa ragione un bravo regista di film.


Che cosa non funziona nel film tratto dall'omonimo romanzo di Dazieri? Per prima cosa mi verrebbe da dire proprio l'idea di cinema, la convinzione che un primissimo piano sia più efficace di un piano medio, che la voce fuori campo possa “spiegare” e non solo limitarsi a “far capire” un po' meglio la trama, che la sottolineatura sia da preferire all'allusione o alla sorpresa, che la citazione cinefila crei con lo spettatore una qualche forma produttiva di complicità…
Il vero difetto del film mi sembra infatti quello di non credere fino in fondo al materiale di partenza e nel volerlo "abbellire" con tutta una serie di stereotipi cinematografici che dovrebbe fare tanto noir-post-moderno-ma-impegnato-politicamente secondo una logica di prodotto che pensa prima al suo potenziale pubblico e poi a quello che dovrebbe o potrebbe dire.
Perché elementi interessanti ce ne sono e non solo nell'idea della doppia personalità (bonaria e un po' masochista l'una, aggressiva e decisamente sadica l'altra) del guardaspalle con aspirazioni da detective che è al centro della storia. L'idea di radicarlo all'interno di una realtà provinciale avrebbe potuto produrre ben di più che qualche frase fatta sulla borghesia che si chiude dentro le villette o sui razzisti che raccolgono firme sotto i portici.
Il passato “extraparlamentare” del protagonista è lo spunto per una delle scene più riuscite (quella dello spinello "come ai tempi del liceo" con l'hacker e il commissario) ma perché far fare a Gigio Alberti l'ennesima parte di freak fumato e leoncavallino e all'impettito Bebo Storti quella del poliziotto con qualche scrupolo? Non sarebbe stato meglio - per gli attori, per il film, per il pubblico - invertire i ruoli in nome di una minor prevedibilità? È vero che Orson Welles sosteneva che ci sono attori destinati a interpretare i re (cioè che ci sono dei ruoli che si adattano "d'istinto" alle facce delle persone) ma poi invece dei re interpretava, e forse meglio, i buffoni, i poliziotti alcolizzati, i nazisti in incognito.
Perché il cinema può e deve andare contro la prevedibilità. A differenza della pubblicità che invece sulla prevedibilità e sulla facilità di identificazione ha costruito la forza del suo linguaggio. Ma La cura del gorilla dovrebbe essere cinema, non pubblicità… Si potrebbe continuare con la parrucca troppo parrucca di Catania (pensate a cosa faceva Danny DeVito con un personaggio simile in L'uomo della pioggia), con l'eccessivo schematismo in cui è costretta Stefania Rocca (che pure, da un po' di film a questa parte, sta dimostrando notevoli potenzialità espressive), con il grande Ernest Borgine, obbligato dentro una parte che lui stesso, ai tempi d'oro di Hollywood, avrebbe fatto completamente riscrivere…
Certo, Bisio ha una comunicativa immediata e una varietà espressiva capace di tenere sulle spalle buona parte del film, l'idea di un noir padano che scava nelle contraddizioni del nostro sviluppo e della nostra idea di modernità è stimolante, mescolare la commedia al giallo può anche funzionare, ma quando il cattivo si arrende e nell'inquadratura spuntano due cactus mentre la colonna sonora scimmiotta la musica di Morricone, allora le braccia cadono rumorosamente, e definitivamente, per terra.
Per sesso o per amore?
di Bertrand Blier
con Monica Bellucci, Bernard Campan, Gérard Depardieu, Jean-Pierre Daroussin, Edouard Baer, Farida Rahouadj, Sara Forestier (Francia/Italia 2005)
L’ultimo film di Bertrand Blier, un regista che in Francia gode di una fama insospettata in Italia, è costruito su una scommessa: è possibile raccontare oggi, in pieno postmoderno, una storia d’amore cose sembra uscita da un melodramma lirico ottocentesco? Mi spiego meglio: il film racconta la storia di un piccolo borghese che si innamora di una prostituta e le chiede, a pagamento, di andare a vivere con lui. Ricorda molto la Traviata, vero?


E come un'opera lirica è costruito il film, con la medesima ingenuità melodrammatica, la stessa dose di irrealtà nel descrivere i personaggi, nel usare le luci, i colori. Poi, all'improvviso, i dialoghi diventano improvvisamente moderni, anzi, post moderni, ironici, taglienti: si capisce che il regista sta giocando con gli stereotipi (dell'amor sacro e dell'amor profano, del sesso e della passione) su cui ha costruito il film. Come a voler prenderne le distanze, a volerci scherzare sopra, a innescare una riflessione sulla riflessione. Salvo poi tornare all'ingenuità melodrammatica dell’opera lirica, quella dove le passioni non si possono combattere, i destini sono sempre incombenti, lo strazio sembra senza rimedi. Un giochino, insomma, che va bene per dieci minuti ma poi francamente stanca e che nemmeno la bellezza matriarcale della Bellucci, nuda sì ma non troppo, riesce a far digerire.
Bambi 2 – Bambi e il grande principe della foresta
di Brian Pimental
(Usa 2005)
Più che un remake, questo numero due sembra una specie di rifacimento sessant'anni dopo. Certo, qui la scena della morte della madre da parte dei cacciatori è ricordata all'inizio del film e Bambi deve fare i conti con un padre più preoccupato dei propri compiti di capobranco che dei doveri di genitore. Ma il percorso di maturazione è sempre lo stesso raccontato nel libro di Felix Salten, scandito dal susseguirsi delle stagioni e intervallato dalle avventure con gli amici Tippete e Fiore. E anche il nuovo venuto, l'irruente e aggressivo Ronno, non serve a innescare nuove e originali avventure ma piuttosto a misurare il livello di autonomia e di maturità conquistato da Bambi.
Piuttosto è curioso lo stile con cui il film è realizzato: invece della tecnologia digitale che tende a dare a tutto un tocco un po' plasticoso, questo Bambi 2 è stato disegnato interamente a mano (con l'esclusione di qualche fondale), come si faceva una volta. E infatti il disegno è più morbido, più tradizionale forse ma anche molto più gradevole. E per i bambini che andranno a vederlo potrà essere una salutare tuffo dentro uno mondo figurativo finalmente non standardizzato.

di Paolo Mereghetti
nel link ci sono anche i trailer

http://www.corriere.it/Rubriche/Cinema/?fr=tcol

 
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*Ishtar*
view post Posted on 10/2/2006, 20:48




Fantasy, commedie, western
nelle sale tre generi intramontabili
Tra i divi, da segnalare la Theron di "North Country" e il Depp
di "Libertine". Ma anche l'emergente Huffman di "Transamerica"
di CLAUDIA MORGOGLIONE


Kate Beckinsale in Underworld: evolution
E' un periodo felice, per i cinefili italiani. In primo luogo, per la quantità - e varietà - di nuovi film in arrivo. E poi perché il livello delle pellicole è decisamente buono, con vari titoli in odore di Oscar. Anche se il pubblico mostra d'amare anche prodotti magari meno pubblicizzati, ma appartenenti a generi intramontabili: come il fantasy (Underworld: evolution), la commedia sofisticata (Prime), il western (Le tre sepolture).

UNDERWORLD EVOLUTION. Genere: fantascienza. Seguito del recentissimo Underworld, diretto da Len Wiseman, interpretato dalla Kate Beckinsale di Pearl Harbor e The Aviator, il film riprende il tema della guerra tra vampiri e licantropi. Che in questo episodio si fa ancora più accanita, scatenando violenza, amori proibiti e vendette. Protagonista la vampira Selene, che a fianco dell'ibrido Marcus (Scott Speedman) lotta contro il potente e spietato Marcus... Per amanti delle battaglie cosmiche.

PRIME. Genere: commedia. Due attrici dalla forte personalità ma di generazioni differenti, Meryl Streep e Uma Thurman, si confrontano in questa storia che mescola sentimenti e psicanalisi. Trama: una trentasettenne reduce da una separazione incontra un ventitreenne (Brian Greenberg). Tra i due comincia una relazione; ma le cose si complicano perché la terapista di lei è anche la mamma di lui. La regia è di Ben Younger. Per freudiani ironici.

LE TRE SEPOLTURE. Genere: western. Un attore-icona come Tommy Lee Jones dirige e interpreta questa pellicola, ambientata in epoca moderna alla frontiera Texas-Messico. Un immigrato clandestino viene trovato ucciso nel deserto del Texas. Alle autorità non importa nulla; ma il caposquadra del ranch dove lavorava decide di dargli a tutti i costi una decente sepoltura. In un viaggio che è anche un confronto coi suoi fantasmi. Per appassionati di Tex-Mex.

CACCIATORE DI TESTE. Genere: noir. Un maestro dell'impegno civile, Costa Gavras, in un film a tinte forti sul lavoro che non c'è, tratto dall'americano Donald Westlake. Protagonista, un chimico quarantenne che perde il lavoro. E che, dopo anni di tentativi, decide di far fuori tutti i concorrenti a un posto da lui ambito... Per riflettere sulla follia dei tempi.

TRANSAMERICA. Genere: commedia. Uno dei film-fenomeno della stagione. Grazie soprattutto alla grande interpretazione della sua protagonista Felicity Huffman, già Casalinga disperata dalla tv. Trama: Bree è un trans donna, in attesa di apposito intervento chirurgico, che scopre di avere avuto un figlio da una relazione etero. Così incontra, sotto mentite spoglie il ragazzo, uno sbandato; e con lui comincia un tour da una sponda all'altra dell'America. Dirige Duncan Tucker. Per viaggiatori senza pregiudizi.

LA CONTESSA BIANCA. Genere: drammatico. Un autore dallo stile "classico" come James Ivory si cimenta ancora una volta in una storia d'epoca, interpretata da Ralph Fiennes, Natasha Richardson, Vanessa Redgrave. Siamo a Sgangai, negli anni Trenta: è qui che sboccia un'intensa storia d'amore tra un diplomatico americano non vedente e una donna russa, che per aiutare la famiglia del defunto marito si dedica ad attività più o meno legali... Per romantici un po' esotici.

NORTH COUNTRY. Genere: drammatico. La diva Charlize Theron è candidata all'Oscar per il ruolo di Josey, operaia-donna in una miniera del Minnesota che oltre vent'anni fa osò ribellarsi alle molestie e ai tentativi di abuso sul luogo di lavoro. Da qui la causa in tribunale, che la vide vittoriosa: una storia ispirata a una vicenda realmente accaduta. La regia è di Niki Caro, gli altri interpreti sono Sean Bean, Frances McDormand, Woody Harrelson, Sissy Spaceck. Per post-femministe non pentite.

LIBERTINE. Genere: drammatico. Johhny Depp protagonista in un nuovo ruolo di bello e dannato. La novità è che la vicenda è ambientata nell'Inghilterra del Diciassettesimo secolo. E' qui che, alla corte di Carlo II (John Malkovich), il dissoluto conte di Rochester arrivò all'apice della fama, come seduttore e poeta scurrile. Prima di precipitare all'inferno, vittima della passione per un'attrice (Samantha Morton), dell'alcol e della sifilide. Per paladini della libertà sessuale.

IN UN ALTRO PEAESE. Genere: documentario. Racconta la Sicilia della mafia ma anche quella di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, il film diretto da Marco Turco. Che, grazie alle testimonianze raccolte dal giornalista americano Alexander Stille, tenta di ricostruire i legami, le connivenze, tra Cosa Nostra e parte dello Stato. Un'opera che è di denuncia ma anche di valore storico, malgrado la vicinanza temporale delle cose di cui parla. Per chi crede nell'impegno civile.
http://www.repubblica.it/2006/b/sezioni/sp...e64/cine64.html

 
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*PalladeAthena
view post Posted on 11/2/2006, 20:31




nessuno di questi film mi ispira che devo fare?
 
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salvatores
view post Posted on 12/2/2006, 17:37




infatti ma vedrei volentieri Libertine smile.gif
 
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petrus33
view post Posted on 17/2/2006, 21:06




In sala il Casanova di Heath Ledger
e la guerra irachena di "Jarhead"

Da segnalare anche i biografici "Capote" e "Quando l'amore
brucia l'anima". E i ragazzi anni '80 di "Notte prima degli esami"
di CLAUDIA MORGOGLIONE


Heath Ledger è Casanova
Cinque nuovi film, in arrivo nelle nostre sale. Cinque opere che, ciascuna nel suo genere, non deluderanno gli spettatori: dalla leggerezza di un Casanova tutto seduzione e ironia, all'assurda, grottesca guerra di Jarhead. Con una curiosità: le due pellicole sono interpretate, rispettivamente, da Heath Ledger e Jake Gyllenhaal. Vale a dire, i due divi emergenti che abbiamo imparato a conoscere come appassionati amanti in Brokeback Mountain.

CASANOVA. Genere: commedia. Lasse Hallstrom, regista di tanti successi (primo fra tutti Chocolat), dirige una versione leggera leggera, arguta, spensierata delle avventure del dongiovanni veneziano. Heath Ledger interpreta il celeberrimo seduttore, che - perseguitato dal nuovo alto prelato mandato in Laguna (Jeremy Irons) - finisce per innamorarsi di una bella concittadina, femminista in erba (Sienna Miller). Lei, però, è promessa a un altro. E dopo una serie di equivoci e di inseguimenti, con tanto di scambio d'identità, l'amore trionferà. Per amanti dei divertissement in costume.

JARHEAD. Genere: guerra. Diretto dal Sam Mendes di American beauty, tratto da un libro autobiografico di un marine, il film racconta la vita assurda dei soldati al fronte, all'epoca della prima Guerra del Golfo. Chiamati a pattugliare un pozzo petrolifero, i militari trascorrono le giornate tra noia e masturbazione. In una sorta di "deserto dei tartari" in salsa mediorientale. A un certo punto, il conflitto diventa reale; anche se, per i protagonisti, il nemico continuerà a restare senza volto. Tra gli interpreti, insieme a Gyllenhaal, Jamie Foxx e Peter Sarsgaard. Per pacifisti non buonisti.

CAPOTE - A SANGUE FREDDO. Genere: biografico. La pellicola - candidata a cinque Oscar, tra cui miglior film, migliore regia, miglior attore protagonista - ricostruisce la genesi di A sangue freddo, il romanzo verità che Truman Capote trasse da un fatto vero, il massacro di una famiglia di agricoltori in Kansas. Ma qui, più che la ricostruzione di quella strage, l'attenzione è concentrata soprattutto sui tormenti dello scrittore, sulla faticosa realizzazione di un'opera che resterà nella storia. Straordinario Philip Seymour Hoffman nel ruolo del protagonista. Per cinefili un po' letterati.

QUANDO L'AMORE BRUCIA L'ANIMA - WALK THE LINE. Genere: biografico. La vita, i tormenti, la leggenda di Johhny Cash: lo scomparso cantante americano amatissimo da tante generazioni di musicisti e cantore dei poveri e dei diseredati. La storia - candidata a cinque Oscar - parte dall'inizio della carriera dell'artista (a interpretarlo, con grande immedesimazione, è Joaquin Phoenix) e arriva al 1968, concentrandosi su due aspetti: l'amore folle per la donna che diventerà sua moglie, la collega June Carter (Reese Whiterspoon), e la dipendenza dalla droga. La regia è di James Mangold. Per cultori di miti a stelle e strisce.

NOTTE PRIMA DEGLI ESAMI. Genere: commedia. Fausto Brizzi, già sceneggiatore di tanti film-panettone di Neri Parenti, esordisce alla regia con film brillante, mai volgare, sulla vigilia della maturità di un gruppo di ragazzi. I protagonisti sono Luca (Nicolas Vaporidis); il suo prof carogna (Giorgio Faletti); la ragazza dei suoi sogni (Cristiana Capotondi), che guarda caso è la figlia dell'odiato insegnante... Il tutto ambientato alla fine degli anni Ottanta, tra citazionismo e canzoni dell'epoca. Per chi ha 18 anni e per chi li rimpiange.

http://www.repubblica.it/2006/b/sezioni/sp...e65/cine65.html
 
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*PalladeAthena
view post Posted on 18/2/2006, 19:31




Casanova non mi pare male..
 
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salvatores
view post Posted on 19/2/2006, 18:20




anche Libertine se è per questo, ma stasera si vede il pattimaggio a coppie smile.gif
 
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verbenasapiens
view post Posted on 25/2/2006, 19:27




Arrivano nelle sale il film di denuncia "Syriana" e il fumettone
fantascientifico "Aeon Flux". Ma la grande attesa è per "Hostel"
Tra Clooney e la sexy-Theron
la vera star è Quentin Tarantino
Il maestro del pulp produce uno degli horror più violenti
e visivamente "insostenibili" di sempre. Campione d'incassi Usa
di CLAUDIA MORGOGLIONE


Uno degli interpreti di Hostel
Per appassionati di Hollywood e dintorni, il week end cinemtografico riporta sugli schermi due divi di sicuro appeal: George Clooney, alle prese con le malefatte della Cia in Syriana; e una Charlize Theron ancora più affascinante del solito, star del fumetto fantascientifico Aeon Flux. Ma in realtà il film più atteso, quello che certamente avrà un ottimo successo ai botteghini, è un horror partito in sordina, negli Usa, ma diventato subito campione d'incassi: si chiama Hostel, e si è imposto all'attenzione di tutti per il tasso di violenza visiva praticamente insostenibile.

HOSTEL. Genere: horror. La regia è di Eli Roth, la produzione - e lo stile - sono targati Quentin Tarantino. Per un film in cui l'avvertenza (presente sulle locandine) per i deboli di cuore o di stomaco non è solo montatura pubblicitaria: sul piano visivo, si tratta di una delle opere più violente mai apparse sullo schermo. Ed è questo che la rende particolare, non la trama abbastanza scontata: tre ragazzi americani vanno in Slovacchia a caccia di avventure facili, di sesso a buon mercato. Troveranno quello che cercano, ma scopriranno di essere finiti in una realtà a dir poco terrorizzante. Per chi ha i nervi molto, molto saldi.

AEON FLUX. Genere: fantascienza. Una Charlize Theron di nuovo con look sexy, dopo le prove drammatiche e per nulla glamour di Monster e North Country, è la protagonista di questa pellicola, diretta da Karyn Kusama. La diva veste i panni dell'eroina che dà il titolo al film: siamo nel 2415, e quando agenti del governo le sterminano la famiglia, lei giura di vendicarsi. Diventando soldatessa di una guerra contro la società perfetta... Il tutto è basato sui personaggi creati da Peter Chung per la serie animata trasmessa da Mtv. Per appassionati di mondi fantastici.

SYRIANA. Genere: thriller. Il George Clooney impegnato, quello amatissimo dal pubblico europeo e inviso all'attuale amministrazione Usa, è uno degli interpreti del film diretto da Steven Gaghan, centrato sulle guerre sporche della Cia. Golfo Persico: l'erede al trono di un emirato vuole cambiare la politica petrolifera, e così i servizi statunitensi decidono di eliminarlo. Ma quando l'agente incaricato raggiunge Beirut, capisce che la situazione è ancora più complessa... Per liberal senza troppe illusioni.

LA TERRA. Genere: noir. Sergio Rubini torna nella sua Puglia per raccontare una storia familiare con annesso giallo. Un professore di filosofia (Fabrizio Bentivoglio) da Milano torna nel paesino natale in provincia di Brindisi per rivedere i fratelli, e per convincere il ribelle del gruppo (Massimo Venturiello) a vendere la masseria che era del padre. Ma l'omicidio di uno strozzino (Rubini) cambierà il corso degli eventi. Per amanti di un Sud a tinte forti.

ARRIVEDERCI AMORE, CIAO. Genere: drammatico. Tratto dal romanzo di Massimo Carlotto, diretto da Michele Soavi, il film racconta la parabola di un ex terrorista (Alessio Boni) che, attraverso una serie di azioni poco ortodosse, si ricostruisce una vita apparentemente normale. Ma continuando a utilizzaere, in realtà, metodi criminali, per fare strada ed entrare nella cerchia di quelli che contano. Con la complicità di un dirigente della polizia corrotto (Michele Placido)... Per appassionati dell'altra storia italiana.

http://www.repubblica.it/2006/b/sezioni/sp...e66/cine66.html
 
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*Ishtar*
view post Posted on 11/3/2006, 19:19




Il mio miglior nemico
di Carlo Verdone
con Carlo Verdone, Silvio Muccino, Ana Caterina Morariu, Agnese Nano, Paolo Triestino, Corinne Jiga, Sara Bertelà, Leonardo Petrillo (Italia 2006)
Per lanciare il suo nuovo film, il ventesimo come regista-sceneggiatore e interprete, Carlo Verdone ha sottolineato con enfasi il fatto di aver riscritto la sceneggiatura ben sette volte. Una pratica comunissima a Hollywood dove le riscritture sono di prammatica, e molto frequentata anche negli anni d'oro del nostro cinema (Cinquanta e Sessanta), ma evidentemente passata di moda in periodi più recenti. E invece, vedendo il film, verrebbe da chiedersi perché abbiano lavorato così poco sulla sceneggiatura perché i difetti maggiori del film sono proprio quelli di una evidente discontinuità narrativa, che non sa portare a termine il film nello stesso spirito con cui l'aveva iniziato. Nato sullo scontro generazionale tra Verdone e Muccino, tra un cinquantacinquenne e un ventiquattrenne, tra un piccolo borghese pavido e un po' vigliacco e un piccolo borghese aggressivo e un po' incosciente, il film funziona fino a quando cane e gatto si azzuffano. Poi arranca perdendo colpi.


Viene da chiedersi perché e nonostante le dichiarazioni un po' maramaldesche di Verdone che avrebbe sostenuto (il condizionale è d'obbligo vista la faciloneria di certi resoconti) di aver perso vent'anni accanto a Cecchi Gori, perché non l'ha mai “fatto andare all'estero”, dopo questo film viene il dubbio che l'incontro con De Laurentiis non sia proprio l'agognato toccasana. Perché se è indubbiamente del produttore romano l'idea di mettere a confronto due comici che fanno riferimento a due pubblici diversi (come altrove ha fatto con comicità regionali diverse), la sua influenza non dev'essersi fermata qui.
Non ricordiamo di aver mai visto Verdone arrabattarsi con una gag sulla cacca di cane pestata (mentre invece capitava spesso nei cinepanettoni con Boldi e De Sica) né ci sembra farina del sacco verdonesco circondare gli amanti clandestini in auto da una pattuglia di guardoni camuffati come marines in guerra. Queste cose non facevano già ridere vent'anni fa con Pierino e Montagnani, figurarsi oggi. Comunque, se lo scontro “generazional-classista” più o meno funziona (ma si esaurisce dopo meno di tre quarti d'ora), il resto del film, quando i due duellanti depongono le armi e si alleano per cercare la scomparsa Cecilia (figlia di uno e innamorata dell'altro), è tutto un buco di sceneggiatura (che fine fanno gli altri personaggi?), un arrancare in salita verso un epilogo che potrebbe non arrivare mai, un divagare per episodi collaterali poi lasciati a metà (il viaggio alla ricerca del professore sul lago di Como che si conclude senza nemmeno farcelo vedere: tagliato al montaggio?), un rifugiarsi nei prevedibili elogi dell'amore familiare e di quello padre/figlio (o figlia).
L'incubo di Darwin
di Hubert Sauper
(Francia 2005)
È uno dei migliori documentari usciti negli ultimi anni, premiato quest'anno ai César come miglior esordio, anche se recentemente in Francia (paese dove vive il regista) lo storico François Garçon, sulle pagine dell'autorevole rivista culturale Les Temps modernes ha attaccato il film. Perché? Sostanzialmente accusando Sauper di aver stravolto il materiale raccolto e aver offerto al pubblico occidentale la solita immagine miserabilistica dell'Africa, spogliata dalla ingordigia consumistica e dai traffici proibiti dell'Occidente.


Tutto nasce dall'introduzione della “carpa del Nilo” nelle acque del lago Victoria, un pesce molto vorace e di dimensioni notevoli che ha praticamente distrutto tutta la precedente fauna ittica ma ha anche permesso la nascita di una consistente industria locali per la lavorazione e l'esportazione dei filetti di carpa in tutto il mondo, a cominciare dall'Europa. Sauper fa due domande con il suo documentario: da una parte si chiede se questa “rivoluzione economica” nei costumi locali abbia portato un effettivo maggior benessere alle popolazioni del lago Victoria; dall'altra si interroga sull'economicità dei voli effettuati dai cargo che prelevano i filetti lavorati e li esportano in Europa: possibile che non usino i voli di andata a Mwanza, quando arrivano vuoti, per qualche altro scopo?
Su questi argomenti il film offre una risposta e mezza. Quella intera riguarda il benessere che si dovrebbe respirare a Mwanza e che invece è contraddetto da troppe, esplicite, immagini: quelle dei bambini abbandonati che bivaccano per strada, intontendosi come possono con droghe più o meno casalinghe (esalazioni di collanti e simili), quelle delle prostitute che sono state attirate (o spinte a fare questo lavoro) dalla clientela straniera che i traffici commerciali hanno generato, quella del resto della popolazione che non ha più risorse per equilibrare la pesca con l'agricoltura (come faceva in passato) ed è costretto, quando non trova un posto nell'industria ittica, a vivere di elemosine o rifiuti (la scena della vecchia che essicca le lische delle carpe spolpate non si dimentica facilmente).
La mezza risposta riguarda il mistero dei voli che arrivano vuoti (il che sarebbe altamente diseconomico) e ripartono pieni. Certezze Sauper alla fine non ne ha ma qualche dubbio sì e riguarda il traffico di armi che sempre di più coinvolge le popolazioni africane e che potrebbe approfittare di questi voli vuoti per ingrossare le file di un mercato già molto florido. Ha ragione Garçon a contestare il film perché non dà risposte evidenti? Secondo me no, visto che pur con tutta la sua buona volontà il mestiere del regista è diverso da quello dello storico, anche quando svolge un'inchiesta di questo tipo. E Sauper vuole soprattutto parlare la lingua degli spettatori, utilizzando il cinema come strumento di apertura sul reale, come un occhio che non si accontenta di quello che vede ma che ti spinge a guardare più in là, più in profondità, suscitando dubbi e ponendo interrogativi cui spetterà ad altri rispondere. STRUMENTII PIU' LETTIINVIA QUESTO ARTICOLO

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di Paolo Mereghetti

http://www.corriere.it/Rubriche/Cinema/?fr=tcol
nel link ci sono pure i trailers

 
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verbenasapiens
view post Posted on 17/3/2006, 19:06




Arrivano 'V per Vendetta' e 'Doom'
in sala fumetto e videogioco cult
Da segnalare anche il Vin Diesel gangster e showman
di "Prova a incastarmi" e "The Producers" targato Mel Brooks
di CLAUDIA MORGOGLIONE


V per Vendetta
La fantasia, nelle sue varie accezioni, domina le uscite cinematografiche di questo week end. Dall'incubo parafascista di V per Vendetta, scritto e prodotto dai fratelli Wachowski di Matrix, alle peripezie umani-alieni di Doom, già amate dagli appassionati di videogame; passando per musical decisamente comico e irriverente, The Producers, frutto della geniale follia di Mel Brooks. E per chi invece preferisce restare ancorato alla realtà, c'è il clamoroso caso giudiziario al centro di Prova a incastrarmi.

V PER VENDETTA. Genere: fantapolitico. Tratto da un fumetto cult di Alan Moore (lo stesso di From Hell e della Lega degli uomini straordinari), il film è ambientato in Inghilterra, nell'anno 2020. Un paese sotto il giogo di una dittatura, una sorta di oppressivo nazismo tecnologico. Ma tutto viene messo in discussione quando un misterioso terrorista (l'Hugo Waeving della trilogia Matrix) comincia a provocare una serie di clamorosi attentati. Salvando anche una giovane donna (Natalie Portman), che poi finisce per unirsi alla rivolta. La regia è di James McTeigue. Per fumettari sofisticati.

DOOM. Genere: fantastico. Il roccioso - lo dice anche il nome - The Rock è, con Karl Urban e Rosamund Pike, tra gli interpreti principali della pellicola tratta da uno dei più celebri videogame di tutti i tempi. Un gruppo di marine viene spedito su Marte, dopo l'sos lanciato da una postazione scientifica installata sul Pianeta rosso. E lì i nostri eroi dovranno fronteggiare una battaglia all'ultimo sangue con dei misteriosi, e temibili, alieni. Per videogiocatori duri e puri.

PROVA A INCASTRARMI. Genere: commedia/dramma. Il veterano del cinema d'impegno Sidney Lumet torna alla grande, con un film che racconta una storia vera: quella del processo più lungo della storia giudiziaria americana, con alla sbarra il clan mafioso dei Lucchese. Il protagonista della pellicola è un gangster, Jackie DiNorscio, che rifiuta di collaborare con la giustizia, decidendo invece di difendersi da solo. Mostrando una incredibile capacità di fare show, un vero talento comico. A interpretarlo, in un ruolo decisamente diverso dal solito, è Vin Diesel. Per collezionisti di legal-thriller.

ANGEL-A. Genere: fantastico. Un autore importante del cinema internazionale, Luc Besson, torna alla regia con un film "piccolo", tutto centrato sul bianco e nero,. I protagonisti sono l'immigrato Jamel Debbouze, deciso a farla finita, e la statuaria modella danese Rie Rasmussen (già vista in una scena "hot" di Femme fatale di Brian De Palma), una sorta di angelo che incrocia il suo cammino. Una sorta di rivisitazione del tema che già fu del wendersiano Il cielo sopra Berlino. Per romantici postmoderni.

THE PRODUCERS. Genere: musical. Remake di "Per favore non toccate le vechiette", antico successo comico di Mel Brooks, il film in realtà è la trasposizione cinematografica del musical di Broadway di enorme successo. I protagonisti, straordinari, sono gli stessi dell'opera teatrale: Nathan Lane e Matthew Broderick. Un produttore fallito e un ragioniere che decidono di mettere in scena il musical più brutto mai visto prima, per frodare gli investitori e scappare con la cassa. Ma le cose vanno diversamente... La regia è di Susan Stroman, nel cast c'è anche Uma Thurman. Per divertirsi col politicamente scorretto.

LA VITA SEGRETA DELLE PAROLE. Genere: drammatico. La regista spagnola Isabel Coixet dirige quest'opera intensa, prodotta fra gli altri da Pedro Almodovar, interpretata da Sarah Polley e Tim Robbins. Trama: una donna viene spedita come infermiera su una piattaforma petrolifera, per prendersi cura di un operaio vittima di un incidente. Così i due si incontrano, e mano a mano, nell'isolamento più totale, emergono i fantasmi del rispettivo passato. Per cultori dei moti ondosi dell'anima.

FOREVER BLUES. Genere: drammatico. Debutto alla regia per Franco Nero, che è anche interprete insieme a Paola Saluzzi, Minnie Minoprio, Guia Quaranta e Daniel Piamonti. Siamo in una cittadina di provincia: è qui che si esibisce un trombettista jazz, ed è qui che facciamo conoscenza con un bambino autistico. L'incontro tra l'adulto e il piccolo cambierà per sempre i loro destini. Per finto-cinici un po' sentimentali.

http://www.repubblica.it/2006/c/sezioni/sp...e69/cine69.html
 
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valmont74
view post Posted on 18/3/2006, 22:18




Prova ad incastarmi deve essere interessante..smile.gif
 
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verbenasapiens
view post Posted on 20/3/2006, 21:13




Lo credo anch'io, ma non ho tempo di andare a cinema ora
 
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62 replies since 21/5/2005, 07:26   823 views
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